close




Lewis Hamilton e Max Verstappen: sono stati loro i protagonisti indiscussi della domenica ungherese della Formula 1 che ha mandato in archivio la prima parte di questa stagione con le immagini della fuga iridata del #44, ormai a +62 sul primo dei suoi inseguitori. Saranno quindi stati l’inglese e l’olandese i migliori in pista? Oppure qualcuno dei loro colleghi avrà saputo fare meglio di loro?

© Mark Thompson / Getty Images / Red Bull Content Pool
© Mark Thompson / Getty Images / Red Bull Content Pool

LEWIS HAMILTON – 10. Archivia la pessima domenica di Hockenheim con una prestazione maiuscola. Brutale nello sbarazzarsi di Bottas in 3 curve, instancabile nell’inseguimento di Verstappen, inarrestabile nel secondo e nel terzo stint, quelli che fanno la differenza e che gli consegnano vittoria e leadership del campionato. Quando tutto funziona – a proposito, complimenti al muretto box per la strategia – fermarlo è impresa impossibile per chiunque.

MAX VERSTAPPEN – 10. Non vince, ma convince oltremisura. Il mezzo è ancora – seppur di poco – inferiore, lui ormai inferiore non lo è più: pole position di velocità, gara di testa e difesa di cuore finché le Pirelli Hard lo supportano. Abdica per colpe non sue solamente di fronte alla straordinaria accoppiata Hamilton-muretto box Mercedes, ma la sua prestazione resta superlativa.

SEBASTIAN VETTEL – 7. Non troppo efficace al sabato, mette una pezza come può al weekend della Ferrari portando a casa un podio figlio della sua buona gestione del degrado delle gomme. A fine gara non è però contento: la macchina non lo soddisfa, ma il #5 è il primo ad ammettere di aver guidato in maniera mediocre nell’arco di questa prima parte di stagione, Ungheria compresa.

CHARLES LECLERC – 5,5. Sono due i momenti che segnano il weekend del monegasco: l’errore totalmente gratuito che commette nel corso del Q1, quando rischia di compromettere un altro fine settimana per via di una svista evitabile, e quel troppo aggressivo spostamento verso sinistra che rovina la gara di Bottas e che rischia di distruggere anche la sua. Tra questi estremi oscilla un pendolo fatto di un eccessivo consumo delle Pirelli, che lo fa uscire sconfitto nel confronto interno alla Scuderia.

CARLOS SAINZ – 8,5. Alle spalle di Norris in qualifica, il #55 cambia passo in gara e chiude primo degli altri dopo aver messo in mostra un’altra ottima prestazione. Gentile con le gomme, costante e veloce al punto da tenere il passo degli uomini Ferrari, si toglie anche lo sfizio di tenersi dietro una Red Bull. Smooooooooth operatooooor.

PIERRE GASLY – 4. Il confronto con Verstappen è semplicemente impietoso sotto tutti i punti di vista. Velocità sul giro secco, gestione delle gomme, continuità sul passo gara: il #10 soffre il #33 ovunque, e la cosa ancora più grave è che ora anche altri piloti, sulla carta muniti di mezzi meno performanti del suo, iniziano a finirgli davanti. Ed alcune voci nel paddock si fanno sempre più insistenti…

KIMI RAIKKONEN – 7,5. Iceman conferma quanto di buono fatto vedere in Germania. Costante, veloce, combattivo, chiude meritatamente nei punti un weekend in cui annichilisce il compagno di squadra. E, soprattutto, sembra essere tornato a divertirsi come un bambino.

VALTTERI BOTTAS – 3. Efficacissimo in qualifica, evanescente in gara. Va subito in crisi sull’attacco di Hamilton, perde posizioni sul #44 e sul #16 e dopo la sostituzione dell’ala – dovuta a demeriti altrui – non dà vita neppure alla furibonda rimonta che tutti si sarebbero aspettati. Ci vuole ben altro non solo per battere questo Hamilton, ma anche per rimanere davanti in classifica a questo Verstappen.

LANDO NORRIS – 7. Stava tenendo il passo di Sainz, dopodiché un problema al pit stop lo consegna al traffico in una pista dove superare è parecchio difficile: a quel punto, il tempo perso rispetto a chi lo precede diventa troppo. Limita i danni riuscendo comunque a chiudere nei punti, ma le aspettative erano forse ben altre alla luce di quanto fatto vedere durante le qualifiche.

ALEXANDER ALBON – 7. Protagonista sconfitto di un duello all’arma bianca – ma corretto – con il compagno di squadra, si prende la sua rivincita quando nel finale di gara le gomme abbandonano impietose Kvyat. Punticino che conferma la sua concretezza, anche in una domenica tutto sommato priva di acuti particolari.

SERGIO PEREZ – 7. Non prende punti, ma considerando il layout della pista e la sua posizione di partenza l’essere arrivato a ridosso della top ten – per di più con una sospensione leggermente danneggiata dopo un contatto con Albon – è già un gran bel risultato. Tenta con costanza ed esperienza di agguantare un punticino iridato che sicuramente gli avrebbe dato morale dopo la brutta prestazione di Hockenheim, ma Checo può ritenersi abbastanza soddisfatto anche così.

NICO HULKENBERG – 6,5. In un weekend in cui Renault fatica probabilmente più di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi, il #27 non brilla in maniera particolare. Tiene a galla la baracca fino al Q2 nelle qualifiche, ma annaspa tra i flutti delle retrovie quando monoposto che gli partivano ben dietro lo sopravanzano anche grazie ad una strategia aggressiva che in Renault non tentano. Mezzo voto in più per aver portato l’auto al traguardo nonostante un piccolo problema tecnico sulla sua PU.

KEVIN MAGNUSSEN – 6,5. Fa quel che può con quel che ha, e nel caso specifico quel che ha è una Haas aggiornata incapace di essere veloce come la sorella in versione base. Si difende con il coltello tra i denti contro chiunque osi affiancarglisi, ma è davvero l’unica nota positiva nell’ennesima giornata monocorde di questo 2019 del team statunitense.

DANIEL RICCIARDO – 5,5. Di certo non aiutato da una qualifica infelice prima e da una penalità in griglia poi, l’australiano si imbottiglia ancora prima del via in una rimonta impossibile su una delle piste dove superare è ostico persino per uno come lui. Non riesce ad avere la meglio di Magnussen, uno che è sì tosto ma di cui l’anno scorso l’australiano avrebbe fatto un sol boccone, e credo che questo la dica lunga sul momento di difficoltà che il #3 sta vivendo da qualche GP a questa parte.

DANIIL KVYAT – 6. Stava correndo bene ancora una volta mettendo in mostra lo smalto dei bei tempi – che sembravano – andati, dopodiché le gomme arrivano alla frutta con 15 giri d’anticipo e da quel momento inizia una lenta discesa verso l’oblio di una 15^ posizione che non meritava.

GEORGE RUSSELL – 9. Di incoraggiamento e perché, contando il talento che già l’anno scorso aveva dimostrato di avere, se lo merita. Mai penultimo durante tutto il weekend pur ritrovandosi tra le mani una Williams, sfrutta una pista ostica per i sorpassi per togliersi la soddisfazione di tenersi dietro auto nettamente più veloci della sua. Bravo, perché in un simile sconquasso tecnico perdere la trebisonda, per un pilota giovane come lui, non deve essere troppo difficile.

LANCE STROLL – 4. Cancella con un colpo di spugna quanto di buono fatto vedere ad Hockenheim. Annichilito da Perez, trascorre la sua domenica girando in tondo sull’asfalto dell’Hungaroring senza far vedere nulla di interessante mentre il suo compagno di team – che gli partiva di poco più avanti – per poco non conquistava dei clamorosi punti.

ANTONIO GIOVINAZZI – 3,5. Penalizzato sulla griglia di partenza per aver ostacolato Stroll nelle qualifiche, esce fortunosamente illeso da un sandwich automobilistico che lo avrebbe condannato a più magra sorte, se di più magra sorte si può parlare. Impalpabile, perde clamorosamente il confronto con Raikkonen dopo un weekend che al netto dei 30″ di penalità era stato positivo. E in classifica piloti attualmente ha gli stessi punti di Robert Kubica…

ROBERT KUBICA – 5. Ultimissimo, unico pilota ad accusare tre giri di ritardo dal leader, il polacco non trova beneficio dalla presenza dei suoi tantissimi tifosi e subisce tremendamente il confronto diretto con Russell dall’inizio alla fine del weekend, senza eccezione alcuna.

ROMAIN GROSJEAN – 6,5. Dopo una qualifica positiva, il francese le stava tentando tutte per finire nei punti nonostante delle Hard non particolarmente performanti sulla sua VF-19. I suoi sogni di gloria si infrangono però contro un problema di pressione dell’acqua, che costringe al ritiro lui a dei mugugni sommessi Steiner.

ebinw2owkaax7ey




Tags : f1f1 2019formula 1gp ungheriahungaroringpagellepagelle piloti
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow