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MotoGP, Marquez cerca il decimo al Sachsenring: info e orari del Gran Premio Germania





Marc Marquez ha vinto in tutte le ultime nove edizioni del Gran Premio di Germania, grazie ad un feeling unico con la sinistrosa pista della Sassonia. Un dominio cominciato in 125, sviluppato in Moto2 e divenuto incredibile in MotoGP. Il #93, con quattro vittorie e tre secondi posti nelle precedenti gare, è sicuramente il principale indiziato per la vittoria. 

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Lungo poco meno di 3,7 km -3’671 metri ad essere pignoli- con un rettilineo principale di 700 m, le MotoGP dovranno percorrerlo ben 30 volte in gara, per un totale di 110,1 km. La caratteristica distintiva è la suddivisione delle curve: 10 a sinistra, solamente 3 a destra. E di queste la 11 arriva dopo ben sette curve a sinistra dove la spalla sinistra dello pneumatico si surriscalda. Proprio quello è un punto chiave, perché la 11 è una veloce piega in discesa, con le gomme non più a temperatura ottimale sul lato destro. Grattacapi non da poco a Michelin. Per ovviare a queste due problematiche Michelin ha optato innanzitutto per delle gomme asimmetriche, sia all’anteriore che al posteriore, con il lato destro molto più soffice e quello sinistro rinforzato.

I punti caldi per i sorpassi sono le curve 1 e 12-Sachsenkurve. Complesso portare l’attacco alle curve 3 e 13, quest’ultima completamente in salita, dove il rischio di venir ripassati incrociando le traiettorie è elevato. Per i più artistici ci sono le curve 7 ed 8, dove Folger infilò millimetricamente e con gran classe Jorge Lorenzo nel 2017.

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Il Sachsenring non mette in difficoltà solo il fornitore di pneumatici ma anche il fornitore dei freni, per Brembo il problema maggiore qui è quello del surriscaldamento. La conformazione della pista influenza molto questo fattore, è la più corta in calendario ma con ben 13 curve, di conseguenza non c’è tempo per raffreddare adeguatamente i freni. Questo nonostante i piloti della top class agiscano sulla leva del freno solamente sette volte, pari a circa 19″ al giro di media. In quattro frenate la decelerazione supera gli 1,4 g, mentre le altre tre frenate da 0,6-0,7 g abbassano notevolmente la media sul giro che risulta pari a 1,10 g.

1’20”270 è il record all-time, messo a referto da Marc Marquez nelle qualifiche del 2018, mentre il record ufficiale per la MotoGP è l’1’21”442 -a 162,2 km/h di media- messo a segno dal beniamino di casa Folger nel GP del 2017. Nella seconda metà degli anni ’90 era consuetudine che le 250 fossero veloci quanto le 500 in questo tracciato, addirittura alcune volte la middle class surclassato la top clas. Oggi non è più così, come conferma il record della Moto2: risale al 2017, quando Miguel Oliveira completo una tornata in 1’24”483. Risale al 2014 il record della Moto3, appartiene a Brad Binder ed è pari ad 1’26”877.

Solo una curva è considerata altamente impegnativa per i freni, la prima. Le MotoGP ci arrivano a oltre 285 km/h ed entrano in curva ad almeno 70 km/h, dopo quasi 250 metri di frenata esercitando una pressione di 6 kg sulla leva. I piloti si attaccano ai freni per 5 secondi e subiscono una decelerazione di 1,5 g. La pressione del liquido frenante Brembo HTC 64T arriva a 10,6 bar, oltre 5 volte la pressione ideale di spillatura della birra.

Per l’occasione farà il proprio esordio la MotoE –QUI tutte le info- con una gara di 8 giri.

Venerdì 5 luglio
09:00 Moto3  FP1
09:55 MotoGP  FP1
10:55 Moto2 FP1
11:50 MotoE FP1
13:15 Moto3 FP2
14:10 MotoGP FP2
15:10 Moto2 FP2
16:50 MotoE FP2

Sabato 6 luglio

09:00 Moto3 FP3
09:55 MotoGP FP3
10:55 Moto2 FP3
12:35 Moto3 Qualifiche
13:30 MotoGP FP4
14:10 MotoGP Qualifiche
15:05 Moto2 Qualifiche
16:00 MotoE Qualifiche

Domenica 7 luglio

08:20 Warm Up Moto3
8:50 Warm Up Moto2
9:20 Warm Up MotoGP
10:00 MotoE Gara
11:00 Moto3 Gara
12:20 Moto2 Gara
14:00 MotoGP  Gara





Tags : gr GermaniamotogpSachsenring
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.