Come di consueto, dopo il Gran premio di Catalogna si sono svolti i test collettivi per la MotoGP sul tracciato del Montmelò. Ieri le Case motociclistiche e Michelin hanno portato molte novità, sia per questa stagione che in ottica 2020. Poco indicativa la classifica finale, vista la gran mole di novità che tutti i piloti hanno potuto testare a Barcellona. Inoltre le temperature più miti, rispetto a sabato e domenica, hanno permesso ai piloti da abbassare notevolmente i tempi. Non tutti i piloti hanno effettuato una simulazione di qualifica a fine giornata, con le condizioni più favorevoli. Rossi, Dovizioso e Petrucci, Marquez e Lorenzo, Crutchlow , Rabat e P. Espargarò hanno declinato la scalata alla classifica.
Michelin per questi test ha portato succose novità per i piloti, sia generali che per circuiti specifici. Oltre agli pneumatici utilizzati nel fine settimana di gara, dalla Francia sono arrivati diversi nuovi pneumatici da testare, sia posteriori che anteriori. Al posteriore troviamo una nuova soluzione di mescola Hard, con carcassa attuale, e una Hard nuova per struttura e mescola pensata per Thailandia e Austria. Oltre a queste due novità, c’è infine un nuovo tipo di struttura, più sostenuta e realizzata per migliorare le performance, disponibile nelle tre mescole attuali sia per l’anteriore che per il posteriore.
A fine giornata, è stato Maverick Viñales a chiudere davanti a tutti, 1’38”9 il tempo del #12, con Franco Morbidelli secondo a mezzo decimo. Rossi e Viñales, stakanovista di giornata con ben 98 giri cronometrati, hanno provato un nuovo scarico ed un codone rivisto. Sono stati coinvolti anche Morbidelli e Quiartararo per svolgere vari esperimenti programmati sul setup elettronico, frutto del lavoro di Michele Gadda. Si è lavorato su freno motore e gestione della trazione a moto inclinata, con buoni risultati a detta di tutti e quattro i piloti. I quattro piloti di Iwata si sono ritrovati d’accordo anche sui nuovi pneumatici portati qui da Michelin. Infine, Rossi ha testato il freno posteriore a manubrio in entrambe le varianti: a pollice e ad indice. “Testare il freno posteriore a manubrio è stato interessante -ha ammesso Rossi- quello a pollice è più facile da usare, ma farò altre comparazioni a breve.” Quartararo ha chiuso quinto, mentre Rossi non ha cercato il tempo nel finale. In Yamaha inoltre si è lavorato in ottica Assen, sfruttando le prime nove curve del tracciato catalano al fine di ricreare le necessità del circuito olandese.
In casa Ducati, Jack Miller ha testato un codone rinnovato sulla sua GP19 che aveva già provato nei test invernali, più voluminoso e più alto rispetto a quello solito. Sulla Desmosedici di Petrucci ha trovato posizione un nuovo serbatoio, con un profilo più pronunciato a creare una guida al pilota per il posizionamento delle gambe. Sempre sulla moto del ternano è comparsa una novità interessante, delle scanalature ai bordi del cupolino per ottenere una migliore efficienza aerodinamica. Infine Dovizioso ha provato un nuovo telaio telaio, ricoperto di carbonio nella parte posteriore. “Sono contento del nuovo telaio -ha dichiarato Andrea- è difficile dirlo con certezza, ma sembra aver migliorato l’inserimento, potremo valutarlo solo provandolo in gara.”
Bagnaia, vittima di una caduta nell’ultimo settore a metà pomeriggio, è stato il migliore pilota di Borgo Panigale, col sesto tempo a mezzo secondo da Viñales. Nono Miller, a braccetto appena fuori dalla Top10 Petrucci e Dovizioso: entrambi hanno declinato la simulazione di qualifica come Rossi.
Se la Ducati sul dritto è un missile, lo stesso non si può dire di Suzuki. Il motore della GSX-RR pecca in allungo, e la Casa di Hamamatsu non può toccare il motore per questioni regolamentari. Così Suzuki, non potendo comare il gap sul dritto, ha portato novità pensate per l’ingresso e l’uscita dalle curve. La novità più grossa di questi test è infatti il nuovo telaio provato da Alex Rins che potrebbe essere utilizzato già ad Assen. Alex Rins è sembrato molto soddisfatto: “è un miglioramento rispetto al telaio avuto fino a ieri. Mi permette di fermarmi più tardi, ora spero solo che arrivino altri aggiornamenti in futuro soprattutto dal punto di vista aerodinamico.” Alex ha chiuso quarto a 367 millesimi dal Top Gun, settimo Mir.
Honda ha portato in pista 11 moto, tre a Marquez e due a testa per Lorenzo, Bradl Nakagami e Crutchlow: i primi tre hanno effettuato comparazioni con il telaio ricoperto in carbonio. La terza Honda provata da Marquez era una sorta di Frankenstein, realizzata mettendo assieme ricambi vari. Questo col solo fine di testare un nuovo cupolino, con ali stile-Yamaha, ed un nuovo telaio in ottica 2020: il motore era l’unità attuale della moto di Marquez, e codone e serbatoio sono stati presi in prestito dalla Honda di Nakagami. Focalizzandoci sul team LCR mentre Cal ha portato in pista il tanto chiacchierato cucchiaio da bagnato, Takaaki ha avuto a disposizione una RC213-V versione 2019. Ieri sono caduti sia Marquez, nel pomeriggio alla cruva 4, che Lorenzo, in mattinata alla curva 9. Il Maiorchino, dolorante, ha fatto visita al centro medico in via precauzionale: nulle di grave, già all’una e mezza era nuovamente in sella.
Manco a dirlo, Marc Marquez col terzo tempo (+0″290) è stato il migliore tra i piloti Honda. Nakagami, unico tra questi ad aver sfruttato le condizioni favorevoli nel finale, ha chiuso settimo settimo. Decimo Crutchlow, diciassettesimo Lorenzo.