Le stradine del Principato di Monaco, dagli ormai lontanissimi anni ’50 in cui hanno iniziato ad ospitare i GP validi per il Campionato del Mondo di Formula 1, di vicende sportive ne hanno vissute tante. Hanno assistito tanto alla sublimazione quanto alla caduta di Leggende, hanno visto la disperazione e la rabbia di chi era uscito sconfitto dalle sue curve ritrovarsi tremendamente vicine alla gioia ed all’esaltazione di chi, invece, tra i suoi muretti era riuscito a trionfare riservandosi così un posto nella Storia della F1.
Ma le stradine del Principato di Monaco, oltre ad aver vissuto momenti sportivi altissimi – tanto in positivo quanto in negativo – del Circus, nel corso della loro decennale storia hanno assistito anche a situazioni piuttosto imbarazzanti. La più clamoroso delle quali, molto probabilmente, è stata quella di cui si è reso protagonista Bjorn Wirdheim al termine della gara di F3000 del 2003. In forza al team Arden, il pilota svedese (classe ’80) dominò la sua categoria quell’anno: vi basti pensare che nell’arco di 10 gare riuscì a centrare 3 successi e ben 6 secondi posti, diventando così una presenza costante del podio di una categoria che diversi anni dopo avrebbe fatto spazio a quelle che sono ora Formula 2 e Formula 3.
Tuttavia, Bjorn Wirdheim a Montecarlo commise uno degli errori più clamorosi che si possano fare nel corso di una competizione: si dimenticò di dove fosse posizionata la linea del traguardo. Nel corso dell’ultimo giro di una gara dominata, infatti, Wirdheim arrivò sul traguardo con un vantaggio considerevole su Nicolas Kiesa, futura chimera della F1 a bordo della Minardi. Lo svedese, credendo che come in molti altri circuiti la linea d’arrivo fosse spostata parecchio indietro rispetto a quella di partenza, una volta affiancato il muro della Pit Lane iniziò a rallentare vistosamente, arrivando quasi a fermarsi del tutto di fronte al proprio muretto Box.
A causa dell’evidente rallentamento, il vantaggio considerevole avuto su Kiesa svanì nell’arco di pochi istanti: il pilota danese, che invece ricordava bene dove fosse posizionata la linea d’arrivo, superò infatti di gran carriera Wirdheim, che incitato inutilmente da un incredulo muretto Box – nel quale con il ruolo di Team Principal troviamo un certo Christian Horner – tentò con un’ultima disperata accelerata di riprendere Kiesa. Fu ovviamente tutto inutile, e di certo non avremmo voluto essere nei panni di Bjorn Wirdheim nel giorno in cui regalò al tracciato di Montecarlo uno dei finali di gara più assurdi della sua decennale storia.