Dal Medio Oriente all’Estremo Oriente: è questo il viaggio che il Circus della F1 ha affrontato in vista del GP della Cina, 3° appuntamento di questa stagione 2019 iniziata sotto l’egida argentea delle Mercedes. Con alle spalle ormai i baluginii desertici della notte del Bahrain, la Formula 1 si appresta a festeggiare il suo Gran Premio numero 1000 circondata dal mare di foschia in cui ogni anno annega il circuito di Shanghai.
Disegnato dallo studio tecnico che fa capo ad Hermann Tilke, il tracciato cinese è parte integrante del calendario della F1 a partire dalla stagione 2004. Un giro di pista del circuito di Shanghai è lungo 5,451 km, ed al termine dei 56 passaggi previsti i piloti avranno coperto una distanza totale di 305,066 km. Sono 16 le curve che compongono il tracciato cinese, delle quali 9 a destra e 7 a sinistra, per un layout piuttosto tortuoso che, nonostante la presenza di lunghi rettilinei, spinge i team a presentarsi con pacchetti aerodinamici a medio carico.
Shanghai non è uno dei circuiti più veloci in calendario nonostante i piloti trascorrano il 59% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, mentre il dato riguardante il consumo medio di carburante è pari ad 1,96 kg/giro. Non troppo stressati sono il cambio, con 58 cambiate registrate in media nell’edizione 2018, e l’impianto frenante, con la Brembo che assegna un indice di difficoltà di 3 su scala da 1 a 5. I piloti trascorrono quasi 18″ al giro – vale a dire il 19% del tempo totale di gara – aggrappati alle pinze del fornitore italiano, esercitando quasi 54 tonnellate di carico sul pedale del freno e dissipando circa 182 kWh nell’arco dell’intero GP. Le tre frenate più impegnative del circuito cinese che sono quelle di Curva 14, Curva 6 e Curva 11: nella prima i piloti subiscono una decelerazione di 5,5 G, passando da 338 a 69 km/h in 135 m, nella seconda si passa da 292 a 90 km/h in 106 m subendo una decelerazione di 5,1 G ed infine nella terza si ha lo stesso spazio di frenata ma una decelerazione leggermente inferiore, pari a 4,8 G. La più alta forza G in curva i piloti la subiscono invece nella percorrenza di Curva 7, dove si registrano 4,3 G per 2″9.
Due saranno le zone DRS per il GP della Cina, una posizionata sul lunghissimo rettilineo da 1,202 m che porta da Curva 13 a Curva 14 ed una situata invece sul rettifilo di partenza / arrivo. Due saranno anche i Detection Point, uno piazzato poco prima dell’ingresso di Curva 12 ed un altro sito tra Curva 15 e Curva 16. Le velocità massime saranno nell’ordine dei 340 km/h, e grazie alla doppia zona d’utilizzo dell’ala mobile si cercherà di migliorare ulteriormente il dato relativo ai sorpassi, con l’edizione 2017 che ne ha fatti registrare 46. In 9 edizioni del GP a trionfare è stato il pilota che partiva dalla Pole, mentre con una corsia Box lunga 388 m per completare un Pit Stop occorrono almeno 22″. Piuttosto elevata, soprattutto considerando l’ampiezza delle vie di fuga, è poi la probabilità di veder scendere in pista la Safety Car: il dato si attesta infatti al 47%. Per quanto riguarda i record, quello del circuito di Shanghai appartiene tuttora a Michael Schumacher, che con la Ferrari F2004 fermò il cronometro sull’1’32″238. L’edizione 2018 del GP vide trionfare Daniel Ricciardo, che chiuse la gara davanti alla Mercedes di Valtteri Bottas ed alla SF71-H di Kimi Raikkonen.
In occasione del GP della Cina Pirelli ha infatti messo a disposizione di team e piloti le Hard C2, le Medium C3 e le Soft C4, tutte soluzioni di uno step più morbide rispetto a quanto visto in Bahrain. Le gomme a Shanghai sono piuttosto stressate – soprattutto l’anteriore sinistra – per via delle forze longitudinali, e le scuderie dovranno anche tenere in considerazione il costante miglioramento delle condizioni della pista, tradizionalmente molto sporca al venerdì. “Nel 2018 questa è stata la prima gara ad assistere al ‘salto’ di mescola nelle nomination, una scelta che ci ha fatto avere un gran premio emozionante che ha valorizzato le strategie” – ha detto Mario Isola – “Le mescole C2, C3 e C4 nominate quest’anno sono all’incirca equivalenti a Medium, Soft ed Ultrasoft selezionate per questa gara nel 2018, dunque speriamo che questa scelta porti ad un GP altrettanto interessante”. Come sempre accade, la scelta dei piloti è stata orientata verso il compound più morbido tra quelli a disposizione: nessun team si presenterà ai blocchi di partenza del GP della Cina con meno di 6 set di Soft, con alcune variazioni – anche intestine – per quel che riguarda invece Medium ed Hard. Le pressioni minime imposte da Pirelli alla partenza saranno di 20,5 psi all’anteriore e di 18 psi al posteriore, mentre il massimo camber ammesso sarà pari a -3,50° all’avantreno e -2,00° al retrotreno. A disposizione delle scuderie ci saranno ovviamente anche le Intermedie e le FullWet, ma stando alle previsioni meteo attuali è probabile che possano entrambe rimanere sotto le termocoperte: su Shanghai pare che debba splendere il sole per tutto il weekend, con temperature dell’aria nell’ordine dei 20°.
Anche il GP di Cina sarà ancora una volta trasmesso in diretta esclusiva su SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 trasmetterà qualifiche e gara in differita. Ecco tutti gli orari:
Venerdì 12 aprile
- 04:00 – 05:30 -> FP1 | diretta su Sky
- 08:00 – 09:30 -> FP2 | diretta su Sky
Sabato 13 aprile
- 05:00 – 06:00 -> FP3 | diretta su Sky
- 08:00 -> Qualifiche GP Cina | diretta su Sky, differita su TV8 a partire dalle 15:00
Domenica 14 aprile
- 08:10 -> GP Cina | diretta su Sky, differita su TV8 a partire dalle 15:00