Thanos con il guanto del destino sembra una formichina, se confrontato con un Marc Marquez che sfreccia al Cota: è il solo pilota ad aver vinto in MotoGP sul circuito texano. Con sei vittorie e sei Pole Position in sei edizioni, più che un circuito amico è proprio il suo giardino di casa, nessuno riesce a guidare al Cota come il #93 e non si tratta semplicemente di un circuito favorevole alle Honda. Sei anni fa sia stato un esordio assoluto per tutti su questo circuito, questo è uno dei fattori che ha avviato questo dominio, assieme ad un lay-out ricco di curve spigolose e sinistrose. Il talento naturale e le capacità di adattarsi velocemente hanno esaltato Marquez in questo tracciato.
Il Circuit of the Americas nel complesso offre un layout molto variegato. Le ampie vie di fuga asfaltate trasmettono sicurezza ai piloti, perdonando alcuni errori di valutazione in frenata consentendo loro di osare. La prima curva è un rampino in salita che concede due linee di percorrenza, data l’ampiezza della sede stradale in questo punto: una più interna e spigolata ed una più esterna che strizza l’occhio a chi cerca rotondità e fluidità. Arriva poi un insieme di curve, dalla 2 alla 9, che sono un’unica lunga “esse” da raccordare. Un susseguirsi di cambi di direzione dolci che via via si fanno aspri.
Troviamo quindi un breve allungo che porta alla curva 11, tornantino dove si inizia a staccare in discesa: qui è facile sbagliare il punto di corda arrivando lunghi. Tutto sommato, con un’adeguata tecnica di guida si può tranquillamente recuperare nel lunghissimo rettilineo che segue: 1200 metri dove sprigionare appieno gli oltre 280 cavalli di queste MotoGP. Poi arriva la curva 12, dove troviamo la frenata più dura di tutte: le moto arrivano a 339 km/h e frenano per 6,3 secondi scendendo a 67 km/h. I 322 metri di questa frenata costituiscono il record dell’intero Mondiale. Tra tutte le piste del Mondiale, il Circuit of the Americas è quello con più punti di frenata assieme a Losail, ben tredici.
Dopo un breve tratto tortuoso, si imbocca la via per Istanbul. Le curve 16, 17 e 18 in serie ricordano molta la famosa ‘curva 8’ del tracciato turco, i piloti le affrontano come un’unica curva destrosa con più punti di corda e molti tra loro valutano questo tratto il più bello del tracciato assieme alle ‘esse’ del primo settore.
L’edizione dello scorso anno è stata caratterizzata da problemi di asfalto. Il Cota nasce in una zona leggermente pianeggiante, e per realizzarlo sono stati ricreati dei saliscendi artificiali portando terra e materiale inerte per accentuare la conformazione del territorio. Col tempo queste componenti da riporto sono andate compattandosi naturalmente, non in maniera uniforme creando spiacevoli ondulazioni sull’asfalto. Per ovviare a questo fenomeno, i texani hanno levigato l’asfalto per abrasione, con un risultato pessimo: aderenza ai minimi termini e ‘micro-ondulazioni’ ravvicinate che hanno messo in crisi i telai e le gomme.
Per risolvere definitivamente la questione, sono stati attuati lavori più profondi, e questo pare aver messo leggermente in crisi Michelin. “Questo è un tracciato già storicamente molto impegnativo -ha dichiarato il gran capo di Michelin Motorsport, Piero Taramasso– ma in particolare quest’anno non sappiamo cosa aspettarci. Non abbiamo potuto fare test e sarà una novità per tutti il comportamento dell’asfalto, attendiamo le prove libere di venerdì per avere le prime risposte”. I piloti della Top Class avranno a disposizione gomme anteriori simmetriche, mentre le posteriori saranno asimmetriche con mescole più dure e carcasse più sostenute sul lato destro rispetto al sinistro.
Manco a dirlo, il record sul giro al Cota è di Marc Marquez: risale al 2014 ed è un 2’03”575 ad oltre 160 km/h di media. Anche il giro più veloce in assoluto è stato messo a referto da Marquez, che nelle qualifiche del 2015 si prese la Pole Position in 2’02”135. La MotoGp in gara affrontera i 5,5 km del Cota per 20 volte, per un totale di 110,3 km.
Sono due piloti attualmente in MotoGp a detenere i primati sul giro in Moto2. Al nostro Franco Morbidelli appartiene il record ufficiale, che nel GP del 2017 registrò un giro in 2’09”948 a oltre 152 km/h di media. Di Alex Rins il giro più veloce assoluto: l’avvitato pilota della Suzuki nel 2016 si prese la pole in 2’08”850. La classe di mezzo dovrà affrontare 18 giri per un totale di 99,2 km, contro i 17 giri per 93,7 km che attendono la Moto3. Nalla classe di cilindrata più piccola il record ufficiale è di Aron Canet, che nel 2017 completò un giro di gara in 2’15”583 a 146,3 km/h di media.
Venerdì 12 aprile
16:00 – Moto3, Prove Libere 1
16:55 – MotoGP, Prove Libere 1
17:55 – Moto2, Prove Libere 1
20:15 – Moto3, Prove Libere 2
21:10 – MotoGP, Prove Libere 2
22:10 – Moto2, Prove Libere 2
Sabato 13 aprile
16:00 – Moto3, Prove Libere 3
16:55 – MotoGP, Prove Libere 3
17:55 – Moto2, Prove Libere 3
19:35 – Moto3, Qualifiche
20:30 – MotoGP, Prove Libere 4
21:10 – MotoGP, Qualifiche
22:05 – Moto2, Qualifiche
Domenica 14 aprile
15:40 – Warm, Up Moto3,
16:10 – Warm, Up Moto2
16:40 – Warm, Up MotoGP
18:00 – Moto3, Gara
19:20 – Moto2, Gara
21:00 – MotoGP, Gara
Anche questo Gran Premio sarà in diretta esclusiva su Sky Sport MotoGP, con differita in chiaro su TV8: sintesi delle qualifiche sabato sera dalle 23.15; gare in differita la domenica alle 20:00 per la Moto3, 21:20 per la Moto2 e 22:30 per la MotoGP.