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La IndyCar gira a Laguna Seca ed Austin: bene Honda e Colton Herta





Le squadre della IndyCar hanno collaudato le vetture a Laguna Seca e ad Austin. I team americani hanno voluto saggiare l’asfalto dei due nuovi tracciati che da quest’anno entrano a far parte del calendario IndyCar. Poco indicativi i tempi sul giro, visto che tutti si sono dedicati a studiare i circuiti. Ma ci sono segnali incoraggianti per i motori Honda.

La IndyCar gira a Laguna Seca ed Austin: bene Honda e Colton Herta

Una prima sessione di test si è tenuta a Laguna Seca lo scorso 8 febbraio. Vi hanno preso parte ben 21 piloti di ambo i motori, e a spuntarla è stato Max Chilton con un tempo di 1’11”2868. Tuttavia i cronometraggi non sono indicativi. La giornata è stata mutilata dalla pioggia (i collaudi pomeridiani sono saltati). E le basse temperature (circa 11°!) hanno inquinato il cronometro. Mark Glendenning (RACER) riporta che i tempi sono «5-6 secondi più alti dell’era ChampCar».

La mattinata a Laguna Seca è passata alla ricerca del grip: lo testimoniano alcuni testacoda di Veach, Ferrucci e Hunter-Reay. Vanno messe a referto anche le difficoltà di Will Power, alle prese con un motore capriccioso. La paura della pioggia ha indotto la IndyCar a concedere la grazia ai propri team: alle squadre che si fossero fermate entro le 11, il giorno di collaudi non sarebbe stato scalato dal monte-giorni personale. Solo AJ Foyt ha usufruito di questa scappatoia.

Dopodiché le squadre hanno fatto le valigie per i test al Circuit Of The Americas di Austin. Le vetture americane correranno sul tracciato di F1 per la prima volta. La prima giornata di prove si è tenuta il 12 febbraio: davanti a tutti si è classificato Colton Herta (Harding Racing Honda). Il giovanotto ha fermato le lancette su un 1’46”6258 (circa 9” più lento del record lap di Hamilton in F1). Dietro di lui ha chiuso Will Power (+0”4): l’australiano ha inanellato 47 giri e poi si è girato nel corso della 48^ tornata.

«Abbiamo fatto tutti un lavoro fantastico e non c’è stato alcun problema con la macchina: è stato perfetto» ha dichiarato Herta a fine giornata. Gran parte del 12 febbraio è stata dedicata allo studio della pista, ancora ignota agli assi a stelle e strisce. Anche il giorno dopo ci si è concentrati poco sui giri veloci. Ma alla fine del 13 febbraio il più veloce è stato Alexander Rossi, autore di un tempo di 1’46”8535 (Herta ha conservato il 2° posto con un distacco di +0”1466).

Colton Herta

«C’è ancora dell’altro da trovare» ha dichiarato Herta il 13. «Stiamo ancora lavorando sul bilanciamento quando fa più freddo. Quand’era caldo eravamo veloci: penso sia un bene per la gara, perché dovrebbe essere calda».

Ha attirato attenzione su di sé anche Felix Rosenqvist, quest’anno al debutto con Andretti. Lo svedese ha chiuso 4° il 12 e 3° il 13. «Ieri avevamo un gap ampio coi ragazzi davanti, stanotte ho dovuto fare un po’ di compiti a casa» ha dichiarato Rosenqvist. Che però trae un bilancio positivo da questi primi collaudi. «Credo davvero che potremo lottare per la Top 5. Ma ci sono ancora cose che dobbiamo imparare e sulle quali dobbiamo lavorare».

Il 13 febbraio i motorizzati Honda hanno monopolizzato le prime sei posizioni. Il primo degli Chevy è stato Simon Pagenaud, 7°. Viceversa Tony Kanaan (che ha concluso 23° su 25) ha speso gran parte della giornata ai box (il giorno prima ha patito problemi al cambio). Troppo presto per indagare sulla bontà del motore Chevrolet, ma di certo la presentazione non è delle migliori. D’altronde la Casa americana ha spesso dimostrato, attraverso i suoi clienti, di prediligere una strategia attendista.

In totale i piloti della serie americana hanno messo in saccoccia un totale di 2367 giri in circa 11 ore di collaudi al COTA. Un bagaglio d’esperienza importante, che tornerà utile alla corsa di marzo (la gara al COTA si terrà il weekend del 22-24 marzo).





Tags : Colton HertacotaIndyCar Series
Marco Di Geronimo

The author Marco Di Geronimo

Nato a Potenza nel 1997, sono appassionato di motori fin da bambino, ma guido soltanto macchinine giocattolo e una Fiat 600 ormai sgangherata. Scrivo da quando ho realizzato che so disegnare solo scarabocchi. Su Fuori Traiettoria mi occupo, ogni tanto, di qualcosa.