Fratture multiple sia al braccio destro che al bacino. E’ questo il bollettino medico diramato dall’ospedale di Sidney a proposito di Tim Pappas, il pilota della Porsche 911 GT3-R #540 del team Black Swan che, durante le prove libere della 12 Ore di Bathurst, è finito piuttosto violentemente contro le barriere all’esterno della curva “The Chase” del circuito di Mount Panorama.
Ed è un bollettino medico che per il pilota americano avrebbe potuto essere di gran lunga peggiore, se non fosse stato per il coraggio e la prontezza di due tifosi australiani che stavano assistendo alla sessione. Dopo l’impatto – peraltro piuttosto violento nonostante l’ampiezza della via di fuga e che fa quindi ipotizzare un guasto ai freni della vettura di Stoccarda – il retrotreno della Porsche di Pappas ha infatti preso fuoco, e con il pilota impossibilitato a muoversi a causa delle sopracitate fratture al bacino la situazione avrebbe potuto assumere contorni drammatici in pochissimi minuti dato che, incredibilmente, nessuno dei commissari di percorso presenti nei paraggi ha risposto con prontezza alla situazione.
“Ho visto le fiamme, ma lì per lì non mi sono preoccupato perché i commissari erano vicini ed avevano almeno 4 o 5 estintori. Ho pensato quindi che tutto fosse sotto controllo“. A raccontare la vicenda è Trevor Jackson, uno dei due tifosi che, munito di cappellino di paglia, T-shirt e calzoncini non ha esitato un attimo ad imbracciare l’estintore per sopperire all’inerzia dei commissari di pista. “Sono rimasto seduto come tutti gli altri” – ha detto Jackson a Motorsport.com – “Però mi sono accorto che i marshal non stavano facendo nulla: erano semplicemente lì a guardare. Ho pensato che stessero aspettando il camion dei vigili del fuoco, che pochi minuti prima era intervenuto in fretta dopo l’incidente di un’Audi”.
Invece, del camion neanche l’ombra. “Ho atteso almeno un minuto, durante il quale tutti stavano urlando perché si iniziava a vedere del fuoco“ – ha proseguito Jackson, che assieme al tifoso Bob Revermann si è reso protagonista del primo soccorso offerto a Pappas – “C’era un commissario a lato che continuava a rimanere fermo: forse lui non poteva notare il fuoco, ma la gente dall’altra parte sì. Gridavano e il camion non arrivava“. “Ho dovuto scavalcare la recinzione: dovevo fare qualcosa, non volevo vedere un povero pilota bruciare vivo“ – spiega ancora il coraggioso tifoso australiano – “Stavo guardando se nel frattempo stesse arrivando qualcuno, ma vedevo solamente auto che rallentavano e commissari che sventolavano bandiere: era un questione di sicurezza”.
Le cose oltretutto non sono andate bene sin dall’inizio, dato che il primo estintore si è rotto tra le mani di Jackson. “Ho preso l’estintore, ma il tubo si è staccato: ho cercato di fare il possibile, e nel frattempo un altro ragazzo (Bob Revermann, ndr) che sedeva vicino a me si è alzato e ne ha preso un altro. Questo per fortuna funzionava meglio e siamo riusciti a domare le fiamme, dopodiché sono arrivati i commissari“, si legge nel racconto dell’australiano.
“Ho fatto notare al responsabile dei marshal che questa situazione sarebbe potuta costare la vita a qualcuno. Normalmente non avremmo mai scavalcato le recinzioni, ma mi sono sinceramente preoccupato perché nessuno stava facendo nulla. Non potevo starmene lì fermo e vedere le fiamme che invadevano l’abitacolo“, ha concluso infine Trevor Jackson, il tifoso dell’altro emisfero a cui, probabilmente, Tim Pappas deve più di un favore.