PlayStation 2, Grand Theft Auto San Andreas, Pimp My Ride su MTv: il 2004 fu l’ultimo anno in cui un non francese – e un non Sebastien – si presentò al via del Rallye di Monte-Carlo da campione del Mondo rally in carica, un vikingo volante di nome Petter Solberg. Oliver, suo figlio, al via del Principato quest’anno su una Volkswagen Polo R5, all’epoca aveva poco più di 2 anni. Kalle Rovanpera, oggi pilota ufficiale Toyota, poco più di 3. Il resto è storia, 15 anni caratterizzati dal dominio della erre moscia, capitolo interrotto dal nuovo vikingo del volante: Ott Tanak.
All’alba del Campionato 2020, la storia scritta dalla dinastia francese sembra dunque definitivamente abbattuta dal biondo venuto da Nord e la rivoluzione d’inverno del mercato piloti vede i team principali quasi totalmente rinnovati. Hyundai Motorsport, Toyota Gazoo Racing e Ford M-Sport sono le Case ufficiali rimaste a contendersi il titolo dopo l’uscita di scena di Citroén Sport. Uscita gestita in modo quasi farsesco dai social media manager del gruppo PSA, segnale evidente che il budget era veramente finito. Sarebbe stato interessante vedere la C3 in prova speciale con la nuova aerodinamica, a detta dei piloti un’ottima evoluzione.
Anno 2020 che vedrà dunque tre squadre ufficiali sfidarsi come di consueto su tutte le tipologie di fondo stradale in 13 appuntamenti e la notizia è il ritorno di tre tappe storiche piene di fascino: il Kenya (Safari Rally, assente in calendario dal 2002), la Nuova Zelanda e il Giappone, ultima sfida della stagione. Per motivi di ordine pubblico, purtroppo, è stato invece annullato il Rally del Chile.
Hyundai Motorsport, capitanata da quel genio di Andrea Adamo, è il team che è cambiato di meno, si presenta da campione del Mondo Costruttori e si è portato l’equipaggio campione in casa. La squadra koreana parte quindi sulla carta uno step avanti rispetto alla concorrenza e ha l’onore e l’onere di avere il favore dei pronostici. Saranno in grado di gestire la pressione? Sarà guerra intestina tra i due galletti in seno al team, Tanak appunto e Thierry Neuville? Sono entrambi affamati e vogliosi di dimostrare il proprio primato. Il belga è super-favorito, scalpita per un titolo che ormai tarda ad arrivare, è l’uomo che più conosce la i20 WRC ma Adamo gli ha portato in casa una gatta da pelare molto veloce. Sicuramente già dal Monte-Carlo ci sarà qualche risposta a proposito. A coadiuvarli nella lotta per il costruttori ci saranno, in staffetta, il “cannibale” Sebastien Loeb e lo spagnolo Dani Sordo. Sulle strade del Principato, Seb I Loeb potrebbe essere più che un semplice aiutante.
Gli avversari della casa sudcoreana, in quello che verosimilmente sarà un lungo duello tra costruttori orientali, saranno i giapponesi di Toyota. L’armata di Tommi Makinen, che ancora rosica per non essere riuscito a giocarsi fino in fondo il titolo 2019 in Australia (dopo il sacrosanto annullamento della gara causa incendi), è la squadra che è cambiata di più in inverno. Fuggito Tanak, Jari Matti Latvala e Kris Meeke sono stati semi-appiedati. JML paga la ennesima stagione deludente nel Mondiale rally ma ci sarà per qualche spot privato quest’anno, il secondo paga l’eccessiva ispirazione all’eterno Colin McRae. Dunque, per il 2020 Toyota sfodera equipaggi freschi di unboxing che esprimono una stimolante scuderia: c’è il campionissimo Sebastien Ogier in odore di ritiro a fine stagione, c’è l’elfo in cerca di risultati concreti Elfyn Evans e c’è il potenziale crack Kalle Rovanpera, 19 anni e tanta voglia di vittoria. Senza dimenticare il funambolo Takamoto Katsuta, su cui Toyota sta investendo molto – in pieno spirito patriottico.
Infine c’è Ford con il team M-Sport. Si presenta con una veste estetica di assoluto rilievo, ispirata alle Escort Gruppo A di Biasion e Delecour degli anni ’90 e riprende anche le Focus ’07 di Martin e Duval. Il grande, e unico, nuovo ingaggio è Esapekka Lappi, altro fenomeno della filiera finlandese che si è perso nell’anno appena trascorso in Citroen. Dalla sua avrà tantissima voglia di riscatto, deve mantenere quello che – in Skoda nel WRC2 prima e in Toyota al debutto poi – aveva promesso. Trova un’auto più facile da mettere a punto, in crescita soprattutto nell’evoluzione del motore e questo connubio potrebbe rivelarsi una pedina invadente nello scacchiere orientale. Teemu Suninen, seconda guida del Blu Ovale, è chiamato a una stagione convincente per non seguire le orme di Pontus Tidemand, probabile ritorno in WRC2 per lui. L’inglese Gus Greensmith è la vera incognita dell’anno che verrà.
La storia ricomincia da Monte-Carlo questa settimana.