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Formula 1

Le 5 imprese nel Motorsport del 2018





Si esagera dicendo che viviamo in una seconda epoca d’oro del Motorsport? Probabilmente sì, anche se dipende principalmente dai gusti personali di ognuno. Quello che è certo è che il 2018 entrerà sicuramente nella storia delle corse motoristiche per almeno cinque motivi…

 

© Porsche Pit Press
© Porsche Pit Press

5- Ana Carrasco vince il Mondiale Supersport

Il 2018 ha visto la prima donna vincitrice di un titolo iridato nelle due ruote. E’ Ana Carrasco che su Kawasaki si impone per un solo punto sul compagno di team Mika Perez, trionfando così nel Mondiale Supersport.

4- Alex Zanardi arriva quinto in DTM

Avere 51 anni, due gambe amputate e concludere in quinta posizione la Gara 2 del proprio primo Weekend in DTM sembrerebbe un risultato da finale felice di una favola della buonanotte, in cui -per forza di cose- l’eroe protagonista riesce a compiere l’impresa impossibile. Invece questa è la realtà. Questo è il Weekend di Misano di Alessandro Zanardi, che sfrutta al meglio le difficili condizioni della pista e le confusionarie fasi di gara per portarsi a casa un risultato che entrerà nella storia.

3- Gabriele Tarquini vince il Mondiale Turismo

Di vincitori della Coppa del Mondo Turismo ce ne sono stati tanti, praticamente uno all’anno. Ma se a trionfare è un uomo di 56 anni l’impresa diventa storica. E’ quello in cui è riuscito Gabriele “Il Cinghio” Tarquini, aggiudicandosi il titolo di Campione WTCR 2018.

tarquini

2- Il giro più veloce della storia

Le monoposto 2018 di Formula 1 verranno ricordate per parecchi anni come quelle più veloci di sempre. I piloti nel corso delle qualifiche della stagione appena conclusasi hanno demolito i Record sul giro di quasi ogni pista. Spicca tra tutti la Pole-position di Kimi Raikkonen a Monza che, con una velocità media di 263,587 km/h, ha fatto registrare il giro più veloce della storia.

Bonus: Mahias vince a Portimao con la posteriore bucata

16 Settembre 2018, gara di Supersport a Portimao. Lucas Mahias è in testa dal secondo giro quando la moto comincia ad imbarcarsi paurosamente. Il pilota si volta e scopre di aver forato la gomma posteriore. Parcheggia mestamente la moto a ridosso di un muretto, mentre il compagno di squadra Federico Caricasulo lo sopravanza. Quando sembra tutto perduto avviene il colpo di scena: i commissari espongono la bandiera rossa a causa di una caduta che ha coinvolto Hartog e Quero Martinez. Per regolamento in questa evenienza si prende l’ordine di classifica del giro precedente. Mahias potrebbe quindi essere coronato vincitore, ma ha solamente cinque minuti per percorrere i quattro chilometri e mezzo che lo separando dai box. Se non riuscirà ad arrivare in Pit Lane per tempo, infatti, sarà automaticamente escluso dalla corsa. Lucas salta immediatamente in sella alla moto e ricomincia a dare gas. Nel corso del giro cade tre volte, ma lui continua a rialzarsi e ripartire riuscendo a tornare in Pit Lane appena prima dello scadere del tempo limite.

1- Disintegrato il Record al Nordschleife

35 anni e 32 giorni. Questo è il lasso di tempo intercorso tra l’indimenticabile giro al Nurburgring di Stefan Bellof del 28 Maggio 1983 e l’allucinante nuovo record fatto segnare da Timo Bernhard a bordo della Porsche 919-H EVO. Una velocità di percorrenza inimmaginabile accompagnata dai 369 km/h di massima hanno permesso di demolire il precedente giro veloce al Nordschleife che passa così da 6’11″13 a 5’19″546. Sebbene il tempo di Bellof persista ancora come record ufficiale (in quanto fatto segnare nel corso di un weekend di gara), quello della 919-H rimarrà verosimilmente per lungo tempo il riferimento sotto il quale l’essere umano non sarà mai riuscito a scendere.





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Carlo Ferraro

The author Carlo Ferraro

Classe tanta e '96, comincio a seguire la Formula 1 all'età di sette anni. Da lì la passione per le corse non smette di crescere, fino a far diventare il motorsport parte integrante della mia quotidianità. Ad oggi, tramite FuoriTraiettoria, sono accreditato Formula 1 e Formula 2.