La stagione di Formula 2 che è giunta al termine lo scorso Weekend è stata senza dubbio una delle più equilibrate degli ultimi anni, priva di una scuderia dominante e pesantemente marcata dagli innumerevoli problemi legati alla nuova motorizzazione Mecachrome. Per tal motivo tutti i piloti nel corso del campionato sono stati colpiti da sfortune legate a guasti tecnici. Pertanto, con il fine di non ripetermi ad ogni pagella, eviterò ogni riferimento all’argomento, dandolo per assunto per tutti i protagonisti. I piloti appariranno in ordine di classifica iridata per aiutare anche chi non avesse seguito sistematicamente la categoria.
GEORGE RUSSELL: 9,5. Non 10, perché il 10 lo riservai per la stagione assolutamente perfetta di Leclerc nel 2017. E’ vero, Russell a differenza del Monegasco non disponeva di un mezzo così dominante rispetto alla concorrenza, ma in qualche occasione non ha dimostrato il passo imbattibile che lo ha caratterizzato per la maggior parte della stagione. Un anno comunque straordinario per l’Inglese che conquista meritatamente un sedile in Formula 1 per il 2019.
LANDO NORRIS: 7,5. Non tanto per la stagione in sé, comunque di alto livello, ma per le aspettative che ha deluso. Il secondo posto in campionato, agguantato peraltro con un colpo di reni nel finale, era il minimo che si potesse chiedere a colui che partiva con i favori del pronostico. Inizia l’anno alla grande vincendo la gara inaugurale ma non riesce più a ripetersi per tutto l’anno, mantenendo quella Feature Race in Bahrain come suo unico trionfo del 2018.
ALEXANDER ALBON: 8,5. Un avvio di stagione difficile per lui, con numerose Pole conquistate ma quasi mai concretizzate in vittorie. Cambia passo dal Gran Premio di Silverstone ed arriva addirittura ad accarezzare il sogno iridato al termine del Weekend di Sochi. Peccato dunque per l’avvio in sordina che ha compromesso una seconda metà di stagione da protagonista.
NYCK DE VRIES: 7. Altro protagonista mancato. Sembra non aver fatto progressi rispetto al 2017, anno in cui era sì molto veloce, ma anche altrettanto incostante. Sfiora il terzo posto in campionato, ma ha da biasimare in primis se stesso per questo mancato podio di classifica.
ARTEM MARKELOV: 8. Stagione abbastanza difficile da decifrare quella del Russo. Qualifiche spesso disastrose lo obbligano a rimonte improponibili che però lui compie egregiamente. Verrebbe da chiedersi cosa avrebbe potuto raggiungere partendo tra i primi, ma purtroppo potremmo non saperlo mai, dato che verosimilmente l’arresto del padre ha compromesso l’intera carriera di Artem.
SERGIO SETTE CAMARA: 6/7. Parte in quarta, portando in pista una grande velocità e delle manovre spietate (ma corrette) nel corpo a corpo. A Monaco si rompe il polso in un incidente alla Santa Devota nel corso della sessione di qualifiche. Da quel momento in poi sembra un altro pilota, mai in palla e mai incisivo, riuscendo a capitalizzare solo qualche podio nelle Sprint Race.
ANTONIO FUOCO: 7/8. Finalmente una stagione ad alti livelli per Antonio! Due vittorie, sei podi totali e quasi il doppio dei punti del compagno di scuderia Delétraz riscattano gli anni precedenti un po’ incolori. Peccato solo per un paio di errori grossolani nel corso della stagione perché altrimenti il voto sarebbe potuto essere ancora più alto.
LUCA GHIOTTO: 6/7. E’ vero, la macchina rappresenta un grande deficit per il Vicentino, ma mettendo a confronto il suo 2018 con le tre-quattro stagioni precedenti, il campionato appena conclusosi risulta essere quello più sottotono. Ogni tanto tira fuori l’impossibile dalla Campos, ma altre volte commette qualche errore di troppo.
NICHOLAS LATIFI: 4,5. Una vittoria e due soli altri podi sono veramente poco per un pilota navigato come il Canadese, soprattutto vista la sua aspirazione ad entrare in Formula 1 con McLaren. Il compagno di team, Albon, lo sovrasta senza possibilità di replica da qualsiasi punto di vista.
LOUIS DELETRAZ: 6. Alterna prestazioni convincenti con Weekend a dir poco anonimi. La sua stagione nel complesso non è negativa, ma dal confronto con Fuoco non ne esce decisamente da vincitore.
JACK AITKEN: 2. Compagno di scuderia del Campione di Formula 2 George Russell, Aitken mette insieme qualche buona prestazione in avvio di stagione, per poi vedere la zona punti solamente tre volte nelle ultime 18 gare. Oltre a questo, commette pure errori clamorosi come il testacoda nel giro di formazione a Le Castellet che gli impedisce di prender parte al Gran Premio. La scusa di essere rookie non regge, dal momento che anche Russell lo era.
ROBERTO MERHI: 6. Inizia il campionato con MP, si ferma per due Weekend quando viene rimpiazzato da Boccolacci e termina la stagione in Campos. Due terzi posti per lui, molte prestazioni incolori, ma per quello che sono state le monoposto che ha avuto a disposizione si merita la sufficienza.
TADASUKE MAKINO: 6. Ad onor del vero, per quanto bella ed emozionante sia stata, la vittoria del Nipponico a Monza è stata il solo picco che Makino ha raggiunto nel corso della stagione. E’ vero anche che guida una Russian Time, vettura competitiva, senza risultati eclatanti salvo la sopracitata vittoria, ma per essere un debuttante si dimostra abbastanza convincente. 6 politico dunque, ma dovrà dimostrare molto di più il prossimo anno.
MAXIMILIAN GUNTHER: 7,5. Debuttante, si dimostra sin dal primo appuntamento in Bahrain molto veloce ed aggressivo. La Arden gli impedisce di esprimere al meglio le proprie potenzialità ma, nonostante la monoposto tutt’altro che competitiva, capitalizza una vittoria, un secondo posto e 41 punti contro i 17 del compagno di scuderia Fukuzumi.
SEAN GELAEL: 3,5. Era partito decisamente bene, con tanto di secondo posto nella Sprint Race di Monaco. Inspiegabilmente però dall’appuntamento nel Principato in poi non vede mai più la zona punti. Sembrava essersi riscattato, peccato…
ARJUN MAINI: 5. Vittima del bullismo del(l’ex) compagno di squadra Ferrucci, soffre molto psicologicamente. Paradossalmente però smette di fare risultati proprio nel momento in cui l’Americano viene allontanato dal team.
NIREI FUKUZUMI: 5. Debuttante, termina spesso ai margini della zona punti, ma senza mai avere un vero risultato degno di nota. Gunther è molto più avanti.
RALPH BOSCHUNG: 4,5. Nove ritiri in venti gare disputate dallo Svizzero, per il resto solo arrivi ai margini della zona punti. Come dissero spietatamente dei giornalisti elvetici ad inizio stagione “E’ meglio se puntiamo su Delétraz per avere un buon pilota svizzero“.
SANTINO FERRUCCI: 2. Era già ampiamente dietro a Maini in classifica generale quando decide di perdere la testa e tamponare volontariamente il compagno di scuderia. Vengono poi alla luce moltissime ombre sul suo comportamento ai box, dal bullismo al mancato saldo dei debiti con Trident. Verosimilmente il 2018 è stato il suo ultimo anno da pilota nel mondo delle corse europee, con una carriera ora da ricostruire oltreoceano.
ALESSIO LORANDI: 6. Subentra a stagione in corso proprio per rimpiazzare lo squalificato Ferrucci. Vuole chiaramente dimostrare al mondo di essere un valido pilota, ma nel farlo delle volte supera il limite. Conquista un ottimo settimo posto nella Feature Race di Sochi, quindi la velocità indubbiamente c’è. Ora non resta che trovare un po’ più di costanza.
DORIAN BOCCOLACCI: 6+. Come Lorandi, anche il Francese debutta in categoria solo nella seconda metà di stagione. Conquista comunque due piazzamenti a punti, il che fa promettere bene per il 2019.
ROY NISSANY: 3,5. Un solo punto conquistato nel corso della stagione per il pilota israeliano, che tuttavia si presentava in griglia senza alcuna pretesa. Abbandona di sua spontanea volontà il sedile con due Weekend di anticipo, deluso dai propri risultati.
DANIEL TICKTUM: S.V. ma positivo. Prende parte solamente all’ultimo appuntamento di Abu Dhabi e sfiora subito la zona punti chiudendo undicesimo la Feature Race, mentre si trova costretto al ritiro per un problema al cambio nel corso di Gara 2. Da quel poco che ha potuto dimostrare, si conferma uno di quelli da tenere d’occhio.
NIKO KARI: S.V. ma negativo. Partecipa agli ultimi due Weekend stagionali collezionando tre ritiri ed un quindicesimo posto. Sicuramente nulla che lasci una buona impressione.