Stava andando tutto così perfettamente per Hyundai: dopo 6 delle 8 speciali in programma, il team coreano conduceva le danze con uno strepitoso 1-2-3 dal sapore di dominio, specialmente considerando il vantaggio sulla concorrenza in crescita esponenziale. Ad una manciata di km dal termine della giornata, tuttavia, il dramma sportivo si abbatte sul Rally di Portogallo, con tutte e tre le auto di Andrea Adamo finite improvvisamente a lottare con una crisi di gomme che ha dell’incredibile.
A pagare il prezzo maggiore è stato ancora una volta il povero Thierry Neuville, tristemente specializzato nel trasformare situazioni sfavorevoli in veri e propri disastri: il belga è entrato decisamente troppo forte in una curva verso sinistra, scivolando largo e colpendo un ceppo con la posteriore destra. La sospensione completamente dilaniata è il simbolo di un’altra gara cominciata alla grande ma buttata alle ortiche prima di riuscire a concretizzare il risultato.
Sulla stessa prova molto male anche Dani Sordo, che dopo aver condotto quasi ininterrottamente la gara fino a quel momento, si ritrova a duellare come un leone contro le gomme finite. Nonostante un testacoda e diverse esitazioni lo spagnolo giungerà al traguardo, ma il mezzo minuto perso nell’occasione lo retrocede dalla posizione di dominatore a quella di inseguitore, al terzo posto con +9.0 secondi di ritardo dalla vetta.
Paradossalmente, in testa troviamo la Hyundai meno in forma per quasi tutta la giornata, quella di Ott Tanak, che tuttavia ha rappresentato la i20 WRC meglio capace di lottare con gli pneumatici finiti lungo la PS 7. L’estone è infatti riuscito a contenere la debacle nell’ordine della quindicina di secondi e si è addirittura tolto lo sfizio di guadagnare qualche lunghezza nella prova conclusiva del venerdì, la PS 8, conquistando per sé un minuscolo cuscinetto nei confronti dell’agguerritissima concorrenza.
Già, perché se in Toyota la pausa di mezzogiorno era stata accolta da diversi musi lunghi, l’ecatombe dei rivali ha rimesso le Yaris prepotentemente in gioco per la vittoria finale: Elfyn Evans, sprofondato fino ad oltre 20 secondi dal leader a metà giornata, si ritrova a soli +6.0 da Tanak e si presenterà sabato mattina con la concreta possibilità di ribaltare la corsa lusitana in una maniera che avrebbe del miracoloso, tanto per lui quanto per il team.
Ai piedi del podio troviamo poi uno spettacolare Takamoto Katsuta (+15.4), finora molto veloce nonostante qualche toccatina di troppo qua e là, che ancora una volta dimostra il manico che ha a disposizione quando riesce a concretizzare il proprio talento limitando gli errori.
Limita i danni Sebastien Ogier (+24.0), penalizzato in tutte le speciali dalla prima posizione nell’ordine di partenza che ad un certo punto lo fa precipitare ad oltre 40 secondi dal leader. I paciughi coreani gli consentono di riavvicinarsi, ma per ricongiungersi al gruppo di testa servirà un mezzo miracolo. O forse basterà il miglior Ogier?
Super altalenante la corsa di Kalle Rovanpera (+28.9), che ha alternato speciali vinte ad altre in cui ha pagato 15 secondi dalla concorrenza. Il finlandese ha lamentato continuamente un forte sottosterzo, e sulle prove più lente non sembra particolarmente a suo agio a bordo della sua Yaris WRC.
Che peccato per le Ford! Per una volta che le auto di casa M-Sport sembravano veramente competitive, forature ed incidenti sono intervenuti a rovinare la festa. Il risultato è la solita penultima ed ultima posizione tra le WRC classificate, con Greensmith (+1:02.3) che precede Fourmaux (+1:33.5).