“A seguito della decisione di Sebastien Ogier di lasciare Citroen Racing dopo la stagione 2019 del WRC, Citroen ha deciso di ritirarsi dal proprio programma WRC 2020 vista l’assenza di un pilota di prima fascia disponibile per la prossima stagione”. Recitava così, appena pochi giorni fa, lo scarno Tweet con cui Citroen ufficializzava il proprio addio al Mondiale Rally.
Una notizia, quella dell’abbandono del World Rally Championship da parte del marchio di Satory, che a dire la verità non è piombata sul mondo del Motorsport come un fulmine a ciel sereno: era infatti da giorni che un tam tam sempre crescente di notizie ed indiscrezioni circolava attorno alla poco probabile permanenza della Casa francese nel WRC ma, se a stupire non è stata la notizia in sé, lo stesso non può dirsi per le modalità – ed i toni – con cui essa è stata data. Non è sfuggito infatti a nessuno come l’aver attribuito alle scelte di Sebastien Ogier la responsabilità maggiore di una decisione che il Gruppo PSA aveva probabilmente preso da diverso tempo sia stata una mossa comunicativa piuttosto infelice da parte di Citroen, che pur di non ammettere le evidenti falle del proprio progetto nel WRC ha preferito addossare al proprio pilota di punta (che oltretutto ha conquistato 3 vittorie ed altrettante Power Stage nell’appena conclusa stagione 2019) colpe da lui concretamente non avute.
Ci si attendeva una reazione da parte del 6 volte Campione del Mondo di Rally, e così è stato. A poche ore dall’ufficialità del ritiro di Citroen, infatti, al francese è stato chiesto di commentare tanto la notizia quanto le modalità con cui questa era stata data, ed il talento francese non si è sottratto alle domande. “Diciamo innanzitutto che forse la comunicazione non è mai stata il punto forte di Citroen“ – ha detto Ogier a Motorsport.com – “Quando nel comunicato sostengono che non ci siano altri piloti di prima fascia disponibili credo sinceramente che sia una mancanza di rispetto nei confronti dei miei colleghi nel WRC“. Tralasciando giovani promesse che avrebbero potuto effettivamente rappresentare una scommessa troppo azzardata per un marchio come Citroen, i vari Mikkelsen, Breen, Ostberg e lo stesso Lappi (certo, magari non quello visto durante questo 2019…) sarebbero potenzialmente stati “arruolabili” dal marchio di Satory, che con quel comunicato piuttosto infelice ha invece, senza troppi giri di parole, dichiarato di non ritenerli all’altezza del proprio programma WRC.
“Alcuni degli aspetti per cui lascio” – prosegue poi Ogier – “Sono il ritmo avuto con gli sviluppi della vettura e come stessero progredendo le prestazioni: entrambe le cose non erano sufficienti. Possiamo dire che gli sviluppi non sono stati abbastanza, e non a caso siamo stati al di sotto delle performance mostrate dai nostri avversari. Non sono solo io a sostenere questa cosa: lo dice chiunque abbia guidato la C3 WRC. La pensiamo allo stesso modo”. “Conoscevo le difficoltà che avrei incontrato sin dal momento in cui ho firmato, ma non sono mai stato preoccupato per queste cose. Ecco perché, anche oggi, non ho proprio alcun rimpianto di aver scelto questa sfida, anche se è andata male”, conclude infine Ogier. Il quale, nei prossimi giorni, firmerà probabilmente con una Toyota rimasta orfana di Ott Tanak e dunque potenzialmente alla ricerca di un top driver con cui colmare il vuoto di talento lasciato dalla partenza dell’estone. Dopodiché, se l’accordo dovesse davvero concludersi, per Ogier ed Ingrassia sarà nuovamente il momento di rimettersi al lavoro per capire al meglio la Yaris: il Rally di Montecarlo 2020, in fondo, non è poi così lontano…