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WEC, la Porsche #12 di Jota nella storia alla 6 Ore di Spa: è la prima Hypercar privata a vincere una gara! 3° la Ferrari #50





Al termine della 6 Ore di Spa il Team Hertz Jota è nella storia: per la prima volta una Hypercar privata trionfa in classifica assoluta grazie alla Porsche 963 #12 di Callum Ilott e Will Stevens. A un anno esatto dall’esordio nella Classe regina, la compagine inglese è stata protagonista di una gara a due facce: quella triste riguarda la #38, chiamata fuori dai giochi dopo un incidente multiplo scatenato dalla BMW #20 (e che ha coinvolto anche la BMW LM4 MGT3 #46 di Al Harthy/Martin/Valentino Rossi, che non è sceso in pista) e quella estremamente sorridente del box della #12. Battuta dal team cliente la Porsche Penske #6, 2a davanti alla Ferrari #50 di Fuoco/Molina/Nielsen che scattava 19a dopo la squalifica del venerdì. Porsche vince anche in LMGT3, per mano di Manthey EMA #92 (Shain/Schuring/Lietz), con la gemella #91 sul podio (e leader di Campionato) davanti alla Lamborghini #60 del team italiano Iron Lynx (Schiavoni/Cressoni/Perera).

6 ore di spa
© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

La 6 Ore di Spa 2024 verrà ricordata per esserne durata 7 e 44 minuti: sulle Ardenne (caratterizzate da un clima stranamente caldo, con 23°C nell’aria e 40°C sull’asfalto a inizio gara) si sono vissute – parecchie – ore intense, mai prive di azione e di emozioni. Chiusasi praticamente in notturna, la rocambolesca gara ha offerto davvero tutto: dinamicità, differenze strategiche, grandi sorpassi, brividi, tensione, attesa; tanta attesa; tantissima attesa. Interrotta a 1 ora e 44 dalla conclusione a causa di un enorme incidente sul rettilineo del Kemmel tra la LMDh Cadillac #2 di Bamber e la BMW M4 #31 del Team WRT (vincitrice di Classe LMGT3 nella 6 Ore di Imola) e guidata da Sean Geleal, l’attesa ha ripagato le aspettative con una seconda parte di corsa condita da un risultato storico ed eccezionale che incarna perfettamente lo spirito dell’Endurance.

Fa discutere però la decisione della Direzione Gara che, ormai a pochi istanti dallo scadere delle 6 ore canoniche previste da regolamento (che lascia scorrere il cronometro anche in caso di bandiera rossa), annuncia – a sorpresa – che la gara sarebbe ripresa e sarebbe durata esattamente il periodo dell’interruzione, ossia 1 ora e 44 minuti. Non ha nascosto il suo disappunto Alessandro Pier Guidi, che alle telecamere ha destinato due gesti piuttosto…eloquenti; il ferrarista, sulla 499P #51 in testa alla gara dopo una strepitosa rincorsa partita dalla 10a posizione in griglia, ha visto svanire tutte le possibilità di un gran risultato a causa del timing della bandiera rossa, arrivata subito dopo il pit-stop dei rivali e proprio mentre AF Corse avrebbe dovuto compiere la sosta; un Pit-Stop di emergenza per eseguire un rifornimento di 8″, dunque, è stato obbligatorio per Pier Guidi, che dalla testa della 6 Ore si è ritrovato 9°.

A prescindere dal risultato, che non deve in alcun modo influenzare il giudizio, a parere di chi scrive la decisione della Direzione Gara non è stata la migliore, per due motivi: il primo riguarda il tempismo e le modalità della comunicazione (consentite da regolamento, beninteso), a ridosso dello scoccare delle 6 ore previste esercitando tardivamente quella discrezione che consente di poter modificare la durata dell’evento senza però farlo durare più del massimo consentito (ossia 6 ore). Il secondo riguarda proprio l’applicazione del suddetto regolamento, in quanto si è di fatto “annullato” il periodo di bandiera rossa nella sua interezza (come se non fosse mai esistito, nonostante le regole impongano che il cronometro continui a scorrere quindi considerando “consumato” quel tempo) riprendendo la gara dal momento in cui era stata interrotta; la creazione di un precedente di tale dimensione (in un Mondiale FIA) non è una notizia positiva. Pensate solamente se dovesse essere applicato a Le Mans: si correrebbe la prima 28 Ore della storia?

In ogni caso, interruzione o non interruzione, ad intrattenere gli 88.810 tifosi giunti sugli spalti di Spa-Francorchamps (nuovo record dopo l’eccezionale weekend di Imola) sono state, senza ombra di dubbio, le Ferrari 499P #51 e #50 che, partite rispettivamente dalla 10a e dalla 19a posizione, sono state assolute protagoniste nelle prime 4 ore, fino alla bandiera rossa. Interruzione causata dal pesantissimo incidente che ha coinvolto Earl Bamber (Cadillac V.Series-R #2) e Sean Gelael (BMW M4 LMGT3 #31) a 2 ore dalla bandiera a scacchi. Come detto, da quel momento in poi, la bandiera rossa non ha mai smesso di sventolare fino alle ore 19:00 (orario previsto per il termine della gara) a causa dei lunghi lavori di riparazione dei guardrail e reti gravemente danneggiate dagli impatti sul Kemmel.

Una bandiera rossa arrivata in un momento sconveniente per le 499P di Maranello, che avrebbero dovuto effettuare la sosta da lì a poco. A beneficiare della situazione, la Porsche #6 (leader del Mondiale con L.Vanthoor/Estre/Lotterer) che si era fermata giusto 1 giro prima dell’interruzione e che nella seconda parte di gara riparte da grande favorita al podio.

© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

Una volta ripresa la gara (con 1 ora e 44 minuti sul cronometro) e compiute le soste – praticamente obbligatorie – delle Rosse (compreso un Emergency-Pit da 8″ per la #51, che da 1a era rientrata 9a piazza) e della Porsche Proton #99 (velocissima per tutta la prima parte di gara e 3a al momento della ripartenza), la classifica si è rimescolata con la Porsche del Team Hertz Jota #12 di Ilott/Stevens davanti a tutti, seguita dalla 963 ufficiale di Penske #6 a 5 secondi di distacco; entrambi, avendo già effettuato 4a la sosta di giornata, si sono potuti involare verso un grandissimo risultato che ha premiato alla grande gli sforzi della compagine inglese che proprio a Spa-Francorchamps, nel 2023, esordirono per la prima volta in Hypercar dopo anni passati a vincere nella (compianta) Classe LMP2.

Nonostante la sfortuna, Ferrari AF Corse che comunque non ha gettato la spugna, e dopo essere ripiombate indietro si è mostrato come attaccante da temere grazie alle punte #50 (Fuoco, 3°) e #51 (Pier Guidi, 5° dietro alla Toyota #7 di Kobayashi); le due 499P, munite di energia grazie al rifornimento ma con gomme usate (per la #51 soprattutto quelle del lato destro), si sono date da fare nonostante l’ampio distacco dalla leader Porsche Team Hertz Jota #12. Callum Ilott è stato strepitoso nella ripartenza, girando in 2’08″604 a 1 ora dalla fine e staccando di 3″ l’avversaria ufficiale #6 e di 1’14” il gruppo composto dalla Ferrari #50 di Antonio Fuoco, Toyota #7 di Kobayashi, Ferrari #51 di Pier Guidi e Porsche Proton #99 di uno scatenato Andlauer (M.V.P. della 6 Ore di Spa, con tre sorpassi clamorosi effettuati in Eau Rouge-Raidillon). Proprio quest’ultimo, assieme al compagno Neel Jani, non ha goduto di particolare fortuna al pari di Ferrari. Costretto ad una grande rimonta dopo aver condotto buona parte della gara, il francese si è dato da fare e ha regalato ai tifosi della compagine tedesca di Christian Ried una rimonta splendida che lo ha portato a chiudere in 5a posizione finale.

Un po’ meno arrembante la #83 gestita da AF Corse, 4a fino all’interruzione e poi costretta a ritrovare ritmo con Shwartzman (subentrato a Ye e Kubica) nell’ultima fase della corsa. 8a a 45 minuti dal termine, dietro alla Alpine #35 di Paul-Loup Chatin, chiude nella stessa posizione alle spalle delle due Toyota Gazoo Racing.

La corazzata Porsche Penske, nonostante il 2° posto della #6 leader del Mondiale, non ha però ha potuto contare sulla vettura #5, fuori dai giochi dopo un incidente di Christensen all’inizio della 4a ora, mentre Toyota dopo la grandissima vittoria alla 6 Ore di Imola con la #7 di Kobayashi/Conway/De Vries – ha vissuto 4 ore iniziali in ripida salita (e rispettiva discesa in classifica); rientrati nei giochi dopo la bandiera rossa, la GR010 non è mai sembrata in grado di pareggiare le prestazioni di Porsche (la LMDh di Stoccarda si è rivelata la vettura da battere) e di Ferrari che, nonostante i 12 Kg di zavorra aggiunti rispetto all’appuntamento di casa, si è mostrata una macchina veloce e facile da guidare sui 7004m di Spa.

Parlando delle ulteriori Hypercar, ciò che salta all’occhio è la grande occasione sprecata da Earl Bamber: il neozelandese paga carissimo un errore da definire grossolano, che porta ad un bruttissimo incidente sul Kemmel e demolisce la LMDh di General Motors a 5 settimane della 24 Ore di Le Mans; dopo il botto dello scorso anno di Renger Van Der Zande continua la tradizione di Cadillac che prevede l’uscita di Spa-Francorchamps in pezzi scomposti. Buona la gara della Alpine #35 di Gounon/Milesi/Chatin, che si tiene lontana dai guai e chiude in 9a posizione davanti alla Peugeot 9X8 #93 (Jensen/Muller).

Ancora da decifrare le BMW M Hybrid V8 gestite dal Team WRT che, nella gara di casa esce totalmente a mani vuote sia in Classe regina che in LMGT3; la LMDh #15 di Vanthoor/Wittmann/Marciello chiude 11a dopo due penalità pesanti, con la #20 di Rast/Van Der Linde/Frijns mai della partita e causa del ritiro della BMW #46 della stessa squadra di Vincent Vosse dopo il tamponamento ai danni della Porsche Jota #38. Rimandata la Lamborghini SC63, ritirata a causa di un problema tecnico alla sospensione posteriore destra dopo 82 giri, mentre Isotta Fraschini limita i danni e mette chilometri sulle spalle della Tipo 6 LMH chiudendo solo a 2 giri dal leader.

Ecco i risultati completi della 6 ore di Spa 2024:

© FIA
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La prima ora: Giovinazzi alla riscossa, battaglia tra Porsche. Bovy scappa!

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© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

Si spengono le luci, parte la 6 Ore di Spa 2024! Scatta bene dalla pole Makowiecki sulla Porsche Penske #5 (munita di gomme Medie) davanti alla Cadillac #2 di Alex Lynn. Giovinazzi stacca forte a La Source, e da 10° passa 8° scavalcando Kubica in Eau Rouge. In LMGT3 la Lamborghini Huracan GT3 EVO2 di Sarah Bovy mantiene prima posizione davanti alla BMW #46 Al Harthy, con la McLaren #95 costretta in fondo alla griglia per essere stata trovata sottopeso dopo le qualifiche; dopo 3 giri Iron Dames ha già 3″ sulla BMW #46 del Team WRT!

Passano 10′, e la gara è omologata quando ai box si ferma Peugeot #94 di Di Resta per un problema tecnico. Cottingham su McLaren #59 passa la BMW #46 di Al Harty a La Source e si porta 2°, ma le inquadrature sono per le Hypercar: Julien Andlauer, su Porsche #99, compie un capolavoro in Eau Rouge per saltare la Cadillac di Alex Lynn!

2a posizione per una Porsche 963 di Proton che sembra davvero veloce. Si infiamma la lotta dopo 18′, con Andlauer che è rapidissimo e insidia Mako, mentre Cadillac perde il treno e scende 7° in un solo giro (“giochiamo alla lunga”, gli dicono dal box, consci delle gomme usate montate per l’inizio di gara). Non piove a Spa, ma piove sul bagnato in casa Toyota: dopo una qualifica incolore, è riscontrata un’irregolarità tecnica (relativa all’utilizzo dell’ibrido) sulla Toyota #8 di Buemi, che dovrà effettuare uno Stop & Go.

Breve FCY a causa di detriti in pista, si riparte dopo 5′. Alla mezz’ora dall’inizio della 6 ore di Spa, in Classe Hypercar la Ferrari #50 guidata da Nielsen supera la Toyota #7 portandosi in 12a posizione, e Alpine si porta in 7a con Milesi all’attacco di Lynn che continua a girare in 2’11″200 contro i 2’09″000 di tutti gli altri prototipi. In LMGT3 invece la padrona di casa Sarah Bovy mette tra sé e la McLaren di Cottingham ben 12″: la 34enne belga gira tra i 2″ e 1,5″ al giro più rapida delle altre GT dirette concorrenti! Va fortissimo anche Malykhin, incidentato pesantemente ieri in qualifica e oggi a bordo della Porsche #91 leader del Campionato LMGT3 e ricostruita grazie al telaio della Grello arrivato dalla NLS.

Cambio in testa della 6 Ore di Spa: la Porsche #99 di Julien Andlauer sorpassa la Penske #5 alla Bus Stop approfittando di un’esitazione di Makowiecki durante un doppiaggio e diventa cosplay di Mika Hakkinen su Schumacher! In 2 giri mette già 3″ sulla sorella #5. Il francese di Proton ne ha, e scappa a 7″ di vantaggio al termine del primo stint, con la Porsche Penske #5 ad inseguire e a difendersi dopo una breve FCY dall’attacco della gemella #6: Laurens Vanthoor cerca il sorpasso in Bus Stop ma sbaglia la staccata, e diventa preda di uno straordinario Antonio Giovinazzi che, in 50 minuti, porta la Ferrari 499P #51 dal 10° al 3° posto!

Le prime LMGT3 a fermarsi per la sosta sono Corvette TF #81 Van Rompuy e PureRxcing #91,mentre un giro dopo si fermano Iron Dames, Al Alrthy e tutte le altre GT mancanti; nessuna effettua cambio gomme.

© FIA

La seconda ora: Ferrari rimonta, Porsche pasticcia, WRT compie il “Masterplan

Dopo 1 ora e 3 minuti si fermano Giovinazzi (3°, cambia solo gomme di sinistra, ancora medie), Kubica su Ferrari AF Corse #83 (5a, solo rifornimento), Alex Lynn su Cadillac #2 e Peugeot #93. Un giro dopo entra il leader Andlauer sulla Porsche #99 seguito dalla #5 di Makowiecki; è il giro 26, e rientrano tutte le Hypercar tranne Porsche #6 (leader di Campionato, che cambia anche il volante), BMW #20, JOTA #38, Toyota #8 che si fermano all’inizio del 27.

Giovinazzi attacca Makowiecki e si prende la 2a posizione! Ferrari all’arrembaggio, con la #83 AF Corse di Kubica sorpassa la Porsche #6 di L. Vanthoor, autrice di un pit-stop di 5″ più lento, e si mette al 4° posto nonostante il polacco lamenti di avere poco grip e tanto sottosterzo (e gira 1″ più lento di L. Vanthoor che gli torna sotto).

Siamo a metà della seconda ora della 6 Ore di Spa quando in pista è chiamata la prima Safety Car: disastro alla Bruxelles, con la Hypercar BMW #20 di René Rast che tampona la Porsche JOTA #38 di Phil Hanson che a sua volta carambola sulla LMGT3 #46 gestita da BMW WRT, che Ahmad Al Harty al mercato comprò e che termina malamente sul guardrail di sinistra assieme a Phil Hanson. Per il Team WRT, all’appuntamento di casa, non sono dei bellissimi momenti: Valentino Rossi e Maxime Martin, all’interno del box di Vincent Vosse, non avranno l’opportunità di correre quest’oggi e non mancano di fare notare questa cosa alle telecamere. Il Masterplan di WRT sembra essere compiuto; che peccato.

Si fermano tutte le Hypercar tra il giro 39 e 40, compresa la leader Porsche #99 di Proton Competition. Cambio pilota, esce Andlauer ed entra Neel Jani, che chiude lo sportello e parte; o meglio, cerca di chiudere lo sportello. La portiera di sinistra rimane aperta, e potrebbe essere un colpo durissimo per chi era in testa alla corsa con un passo strepitoso, e sembra dover compiere un ulteriore passaggio ai box (il terzo, contro i 2 degli altri) e per di più nel momento in cui il gruppo è compatto dietro la Safety Car! La fregatura.

Ma Neel Jani è più forte di una fottuta portiera degli imprevisti e batte la componentistica della LMDh di Stoccarda: lo svizzero riesce nell’impresa all’ultimo secondo prima di essere obbligato al passaggio ai box, ma per compiere il miracolo pare si sia allentato le cinture di sicurezza: Direzione Gara al lavoro. La Safety Car potrebbe aver salvato la gara di Proton, che a velocità normale non avrebbe potuto sistemare il problema, mentre ha rovinato quella di Iron Dames: Sarah Bovy, che aveva costruito un vantaggio di 40″, ora si ritrova con le la McLaren United Autosport #58 alle calcagna grazie al Pass-Around.

La Safety Car starà in pista per un bel po’, a causa dei lavori necessari a riparare le barriere metalliche divelte dalla BMW WRT #46.

© FIA

La terza ora: si riparte, Ferrari risale e pressa, Proton la scampa. Lotta serrata in LMGT3!

Siamo ancora sotto Safety Car, e a 3 ore e 54 dal termine si fermano le LMGT3 al termine del loro 3° stint, e chi emerge dai box per prima? La McLaren #58 di Nicolas Costa, che compie una sosta di 6″ più rapida del team al femminile gestito da Deborah Mayer; la vettura inglese, verosimilmente, dovrà fermarsi prima al prossimo giro di soste a meno di una migliore gestione dell’energia o colpi di scena.

Si riparte dopo quasi 1 ora di Safety Car! La classifica nelle prime 5 posizione recita: Porsche Proton #99 (Jani, sotto investigazione), Ferrari #51 (Calado), Porsche Penske #5 (Christensen), Porsche Penske #6 (Lotterer) e Ferrari #50 (Molina) che salta il tedesco proprio in ripartenza portandosi dietro anche la AF Corse #83 di Ye che, però, non riesce a compiere la manovra e rimane 6a. Ri-piove sul bagnato per Toyota, che ora si vede penalizzata la #7 di De Vries (risalita con Conway fino alla 9a posizione) per irregolarità sotto Virtual Safety Car.

In Classe LMGT3 Rahel Frey ci prova sulla McLaren di Costa in fondo al Kemmel, ma il brasiliano risponde a Les Combes; battaglia spettacolare, che si conclude 2 giri dopo a favore della pilota elvetica che si riprende la leadership e mette 2,5″ di divario con la McLaren #59.

Passano alcuni minuti di relativa calma, fino ad arrivare a 3 ore e 18 minuti dal termine quando è inquadrata la Lamborghini SC63 di Andrea Caldarelli (pilota in IMSA della stessa vettura, oggi in sostituzione di Edoardo Mortara impegnato a Berlino in Formula E) che non vive un bel momento; a La Source è già su 3 ruote a causa di un problema alla sospensione posteriore destra, e sarà costretta a fare 7Km prima di rientrare ai box.

© FIA

La quarta ora: fuori la Porsche #5! La Ferrari #51 sfida Proton e va in testa

Siamo appena entrati nella 4a ora della 6 Ore di Spa, e la Porsche #5 di Micheal Christensen viene inquadrata ferma in uscita da Blanchimont! Il danese ha perso il controllo della sua 963 sul cordolo esterno ed è finito contro le barriere all interno; anteriore sinistra pesantemente compromesso, ed è ritiro per la vettura partita dalla pole position!

Full Course Yellow che dura 10′, e alla ripartenza si lotta in LMGT3: Nicolas Costa cerca di sorprendere Rahel Frey su Lamborghini #85. La pilota di Iron Dames, però, non ci casca e resiste alla grande anche nei giri successivi; Costa su McLaren si ferma a 2 ore e 45 minuti dalla fine (giro 65), copiata un giro dopo da Rahel Frey che, però riemerge dietro alla vettura nero-arancio gestita da United Autosport. 3 passaggi dopo si complica la corsa delle ragazze, che scendono 3e scavalcate anche dalla Porsche Manthey EMA #91 di Schuring (ora 2°).

Si accende la sfida per la testa della corsa, con la Ferrari 499P #51 dell’equipaggio Pier Guidi/Giovinazzi/Calado (con quest’ultimo alla guida) che porta il divario con la Porsche 963 #99 di Proton a soli 5 decimi! Poco dietro, a 11″, c’è sfida per la 4a posizione tra Andrè Lotterer e il velocissimo Earl Bamber su una Cadillac V.Series-R che, ora con penumatici nuovi, è la Hypercar più veloce in pista a 2 ore e 45 minuti dal termine. Velocità dimostrata 3 giri dopo, con il sorpasso che porta Bamber in 4a piazza!

Al giro 67 James Calado va a prendersi la testa della 6 Ore di Spa con Ferrari #51, velocissima sul Kemmel tanto da completare il sorpasso prima di Les Combes! Ma attenzione, l’inglese rientra ai box con ancora 5% di energia residua nel Fuel Tank, probabilmente per permettere alla #50 di effettuare una buona sosta al giro successivo senza uscire troppo dalla sequenza; fuori Calado, dentro Pier Guidi: l’esperto italiano si troverà una Ferrari 499P munita di nuove gomme Medium sulla sinistra e rifornimento compiuto.

© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

Un giro dopo, come previsto, ai box la Ferrari #50 (che era 3a e cambia pilota con l’entrata di Fuoco al posto di Molina, oltre a fare refueling e cambiare 4 gomme Medie) e la Porsche Proton #99, seguita da Cadillac #2 (che era 4a): si torna in pista ancora nello stesso ordine. La Ferrari #51 è 1a, davanti a Porsche Proton #99, Ferrari #50, Cadillac #2 e Porsche Penske #6.

2 ore e 11 dal termine della 6 Ore di Spa, e la Ferrari #50 di Antonio Fuoco (dopo essere partita 19a) è alle spalle di Neel Jani e della sua Porsche 963 in livrea Proton. Giro 86, e il calabrese (dopo un rischio gigantesco a Blanchimont) sfrutta il traffico trovato da Jani in cima al Radillon e conquista la 2a posizione dietro alla Ferrari gemella #51 (staccata di 20″)! Tutto bellissimo, almeno fino allo scoccare delle 2 ore al termine: la Direzione Gara mette sotto investigazione proprio la #50 di Fuoco/Molina/Nielsen appena risalita 2a a causa di un infrazione del regolamento tecnico.

In Classe LMGT3 c’è la riscossa di Rahel Frey, che si riporta 2a di Classe con la Lamborghini Huracan GT3 EVO2 delle Iron Dames poco prima di rientrare ai box per la 5a sosta di giornata e cedere il volante a Michelle Gatting; scende 3a la McLaren United Autosport #59, con un Nicolas Costa in difficoltà con le gomme e costretto a rientrare ai box al giro 84, uno prima delle Iron Dames che rientrano ancora davanti! Davanti al gruppo GT c’è la Porsche #92 di Manthey EMA, con la Porsche 911 GT3 R #91 (ricostruita) che con Joel Sturm è risalita alla grande battagliando con la vincitrice di Classe della 6 ore di Imola (la #31 di WRT di Farfus/Gelael/Leung) occupando la 3a piazza.

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La 6 Ore di Spa rischia di durarne 4: terribile incidente per Cadillac e BMW #31; piloti okay ma bandiera rossa

Passate 4 ore, ne mancano poco meno di 2 al termine: sembra procedere tutto regolarmente, quando…

Earl Bamber, il più veloce in pista a bordo della sua Cadillac #2, raggiunge Neel Jani e la sua Porsche 963 #99 per prendersi la 3a piazza dietro alle due Ferrari: tutto bene, fino al momento dell’ingresso sul rettilineo del Kemmel. Jani si sposta leggermente a destra, verso la vettura GT superstite del Team WRT, ossia la #31 su cui c’è Sean Geleal; Bamber, che è molto più veloce dello svizzero e segue, decide comunque di provare a passare tra la LMDh e la GT in un pertugio che, però, non è mai esistito. Prese male le misure e agganciato l’anteriore della M4 #31, l’impatto è durissimo contro il muro in cemento. Questo permette alla V.Series-R di non fare perno fermandosi repentinamente ma di “strisciare” dissipando energia (quasi cappottandosi), mentre Sean Gelael perde il controllo e finisce sul guardrail di sinistra. Qualche secondo in apnea, poi la conferma del buono stato di salute di Earl Bamber e Sean Gelael: chi se la passa peggio è il guard-rail, completamente da sostituire. A 1 ora e 47 minuti dalla bandiera a scacchi è chiamata bandiera rossa, con il tempo che continua a scorrere.

“Fine della prima parte, inizio della seconda parte”

60 minuti al termine della 6 Ore di Spa, ancora bandiera rossa esposta; i lavori di riparazione sono molto lunghi e delicati. Va tagliata la porzione danneggiata, rimossa e sostituita con profilati nuovi.

La situazione, al momento, vede la Ferrari #51 (Pier Guidi/Giovinazzi/Calado) davanti alla #50 (Fuoco/Molina/Nielsen) e alla Porsche di Proton Competition #99 (Jani/Andlauer).

La Direzione Gara decide per la ripartenza, la 6 Ore di Spa diventa la 7 Ore e 44 minuti di Spa. Sorride Porsche, si arrabbia Ferrari

Ma attenzione, alla ripartenza la situazione sarà critica: si ricomincia a girare sotto Safety Car con 1 ora e 44 minuti ancora da correre, con la Ferrari #50 che è al 5% del Virtual Tank di energia! Dovrà subito tornare ai box, dopodiché fermarsi un’ulteriore volta in virtù dell’autonomia delle Hypercar che permettono stint di massimo 55′ a velocità “di crociera”.

Alessandro non manca di esprimere il suo disappunto alle telecamere, nel momento in cui è richiamato in macchina assieme ai colleghi/avversari. Chi si è fermato – e quindi d’ora in poi è avvantaggiato – prima della bandiera rossa è stato Lotterer (Porsche #6, scesa ), assieme alla Hertz Team Jota #12 e alla Alpine #35 (però doppiata). E infatti la Ferrari #51, leader della 6 Ore di Spa fino a questo momento, è costretta a effettuare un pit-stop di emergenza 8″ per tornare a 24% di Energy Tank; purtroppo lo fa mentre il gruppone passa a La Source, e quindi è costretta a rientrare in 9a posizione di Classe Hypercar ma con parecchie GT da dover superare e con la vera sosta da effettuare non appena la Safety Car tornerà ai box. Attenzione anche alle strategie della Ferrari #50 (nuova leader) e Porsche Proton #99 (2a con Jani): su quest’ultima, che si ferma al giro 100, torna Julien Andlauer, mentre sulla 499P di Maranello (che si ferma un giro dopo) rimane Fuoco. Rientrano rispettivamente 8a e 4a.

In LMGT3 non sono messe male le Iron Dames, che avevano effettuato la sosta poco prima della bandiera rossa e che ora si trovano alle spalle della leader #91 di PureRxcing con il 75% dell’energia nei confronti del 18% della 911 GT3.R. Non ci mette molto la danese a riprendersi l’agognata testa della corsa a bordo della Lamborghini #85 colorata di rosa.

A 43 minuti dal termine si ferma la Porsche #6 con Kévin Estre per compiere la sua ultima sosta della 6 Ore di Spa, che lo spedisce in una temporanea in 3a piazza alle spalle della Ferrari #50 di Fuoco (che però dovrà ancora fermarsi). Un passaggio dopo si ferma la leader di Classe Hypercar, ossia la Porsche 963 Team Hertz Jota #12 di Callum Ilott: sosta con ultimo rifornimento (87% dell’energia per i restanti 41′) e sostituzione delle Michelin del lato sinistro. La cosa più importante? I 12′ di vantaggio maturati dopo la sosta del giovane inglese nei confronti della principale inseguitrice, la ufficiale #6 di Penske!

A 35′ dalla conclusione si ferma per l’ultima sosta anche Alessandro Pier Guidi sulla #51, che rientra 8°. Un giro dopo tocca anche alla #50 di Fuoco, che lascia temporaneamente strada alla Toyota #8 e rientra 4a. Manca solamente mezz’ora alla fine della infinita 6 Ore di Spa, ed inizia il Pier Guidi Show: alle spalle della Toyota #7, insidia Kobayashi che, sportivamente, non rende complicato il sorpasso dell’italiano che sale in 4a posizione.

Non ci scordiamo della Classe LMGT3 dove, dopo l’interruzione forzata e il giro di soste, la Lamborghini Iron Lynx #60 di Perera/Cressoni/Schiavoni si va a guadagnare la 2a posizione ai danni della Porsche Manthey PureRxing #91, andando all’inseguimento della leader di Classe McLaren #59. Gregorie Saucy si deve guardare bene negli specchietti, ma a 17′ dal termine Franck Perera affonda il colpo a La Source per prendersi la prima posizione in LMGT3 che varrebbe la prima vittoria della compagine italiana nel WEC! Sfortuna nera invece per le Iron Dames, che all’ultima sosta perdono 10 secondi per un problema al dado posteriore destro e scendono in 4a posizione dietro alla Porsche #91 (Leader di Campionato). Michelle Gatting però non molla, e si lancia all’inseguimento di Klaus Bachler a cui mangia 2″ al giro! Podio comunque non ancora concretizzato, perché avendo effettuato l’ultima sosta a più di 50 minuti dal termine si prefigura uno Splash & Go.

© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

Ultimi 10 minuti che in Hypercar non regalano ulteriori colpi di scena, ma che in LMGT3 delineano il podio a causa dello Splash & Go della Lamborghini #85 delle Iron Dames che riconsegna la 3a posizione alla Porsche #91 di PureRxcing che addirittura si trova in testa all’ultimo giro dopo essere stata lasciata passare dalla gemella #92 di Bachler, a corto di energia e già leader – comodamente – della classifica nel Campionato. Ma attenzione: la #92 è arrivata allo 0% sulla linea del traguardo, è plausibile un’investigazione. Iron Lynx conquista comunque un podio, con la 3a posizione della Lambo #60 (che replica il risultato della 6 Ore di Monza 2023) ma che perde una grande occasione con la #85 delle Iron Dames, ancora sfortunate.

Ci siamo: terminano le 7 ore e 44 minuti di Spa, e Callum Ilott entra nella storia tagliando il traguardo in 1a posizione! Assieme a Will Stevens, sulla vettura preparata dal Hertz Team Jota ottengono così la prima vittoria assoluta per una Hypercar privata. In seconda piazza la Porsche Penske #6 di Vanthoor/Lotterer/Estre, davanti alla Ferrari #50 di Fuoco/Molina/Nielsen che, partita 19a, limita i danni ma mastica amaro per la fregatura derivata dall’interruzione.

6 ore di spa
© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

Un eccitante – e infinito – weekend a Spa-Francorchamps si conclude così con un risultato storico per il mondo dell’Endurance. La tavola è ben apparecchiata per il piatto più gustoso dell’intero calendario: l’appuntamento è per il 15-16 giugno, quando si correrà la 92a edizione della 24 Ore di Le Mans!





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Lorenzo Mangano

The author Lorenzo Mangano

Classe '97, appassionato di motorsport dal 2004. Con la tastiera scrivo di F1, IndyCar, GT World Challenge, nonché FIA WEC e FIA Formula E per cui sono accreditato FIA. Con il microfono commento campionati come European Le Mans Series, DTM e Intercontinental GT Challenge.