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Porsche Penske mette una mano sul titolo piloti vincendo la 6 Ore del Fuji con la #6 di Estre/Lotterer/L. Vanthoor. Ferrari male in Hypercar, bene in LMGT3





Gara solida e determinante per l’equipaggio della Porsche Penske #6, che nella 6 Ore del Fuji ottiene una vittoria pesantissima in ottica Mondiale piloti; Estre/Lotterer/L. Vanthoor precedono un’eccellente BMW M Hybrid V8 #15 di D. Vanthoor/Marciello/Wittmann e la Alpine #36 di Schumacher/Lapierre/Vaxiviere, entrambe al primo storico podio nel World Endurance Championship. Male Ferrari in Hypercar, bene in LMGT3 con il successo di Flohr/Rigon/Castellacci.

6 ore fuji
© Porsche Newsroom

Una 6 Ore del Fuji che, come prevedibile, non ha mancato di divertire e garantire punti di discussione importanti in vista del gran finale previsto con la 8 Ore del Bahrain; vince meritatamente l’ormai affermata Porsche 963 del Team Penske, ma BMW M Hybrid V8 e Alpine A424 compongono il primo podio tutto LMDh della storia del World Endurance Championship.

Gara partita con il botto (letteralmente) e che ha visto scappar via da subito la Cadillac #2, autrice della pole position con un velocissimo Alex Lynn nella giornata di sabato. Arriveremo all’analisi della prestazione della V-Series.R più avanti, concentrandoci adesso sullo storico risultato ottenuto da due LMDh finalmente competitive.

Partendo da BMW M Hybrid V8 non si può che dire “finalmente”. La Casa bavarese non aveva mai concretizzato, in questa stagione di esordio nel WEC, un risultato degno di nota; ed in Giappone è arrivato proprio con l’equipaggio #15 che, fino a questo punto della stagione, aveva raccolto solamente 6 punti. Una miseria. E invece, nella 6 Ore del Fuji, stando per quanto possibile lontani dai guai, impostando una buona strategia e una condotta di gara magistrale, con un Dries Vanthoor in stato di grazia e con la solidità di Raffaele Marciello e Marco Wittmann, è riuscito a strappare il primo podio in Classe Hypercar sia per la LMDh che per i 3 piloti stessi. Curiosità, i fratelli Laurens e Dries Vanthoor sono per la prima volta sul podio assieme nel Mondiale Endurance.

Sfumato a 20′ dalla bandiera a scacchi il primo podio per la Alpine #35. Ancora una volta il bell’equipaggio Milesi/Gounon/Habsburg non è riuscito a concretizzare il risultato dopo aver dimostrato buone qualità mostrate sin dalla 1812 Km del Qatar (Le Mans esclusa, vero Mecachrome?). Charles Milesi su tutti è apparso in grande spolvero, e a 2 ore dal termine ha intrapreso una grande rincorsa alle prime posizioni raggiungendo e scavalcando la Ferrari #50 di Fuoco e acchiappando la Toyota #8 di Hirakawa a 1 ora e 20 dal termine. Un contatto con una LMGT3, però, mette fine alle speranze francesi a causa del Drive Through rimediato che agisce a mo’ di martellata sul morale e sulla classifica della #35, che scende dal 3° al 10° posto in men che non si dica. Per una Alpine che cede, però, ce n’è una che guadagna; la LMDh A424, dotata rispetto a Ferrari di 18 kW in più e di 7 Kg in meno, sembra aver al Fuji ripetuto quanto fatto dalla Porsche 963 nella passata stagione, con una grande prestazione soprattutto sulla gestione degli pneumatici ed una grande velocità di punta in fondo al dritto principale; queste le qualità che hanno permesso al trio Schumacher/Lapierre/Vaxiviere (alla guida della #36) di fregiarsi del record per il primo podio ottenuto nel WEC in Classe Hypercar per il team d’oltralpe. Che sia di buon auspicio per il prossimo Mondiale così come fu per Porsche nella passata stagione?

E proprio di Porsche è necessario parlare: il Team Penske, già affermatosi nel corso del Mondiale 2024 come temibile corazzata, ha dato nella 6 Ore del Fuji la zampata determinante per la storica vittoria nella classifica piloti del WEC portandosi a 150 punti con Estre/Lotterer/Vanthoor nei confronti dei 114 di Kobayashi/Conway/De Vries di Toyota #7. Nella 8 Ore del Bahrain, con i punti maggiorati grazie al coefficente 1,5 (38 punti al vincitore + 1 per pole position) ce ne sono a disposizione ancora 40 da poter acchiappare, garantendo dunque ai giapponesi di rimanere aggrappati alla speranza del 6° titolo consecutivo nel World Endurance Championship per sole 2 lunghezze.

Per una corazzata che vince, c’è un impero che ne esce sconfitto: parliamo, appunto, di Toyota. Se la #8 di Buemi/Hartley/Hirakawa è stata autrice di una 6 Ore del Fuji abbastanza tranquilla – fino al disastro che ha portato alla determinante penalità – e in cui ha dimostrato il valore della GR010 sul tracciato di proprietà, la #7 di Kobayashi/De Vries/Conway ha vissuto una gara piuttosto travagliata, conclusasi con un raro erroraccio proprio del padrone di casa e capitano Kamui Kobayashi che, troppo fiducioso, ha cercato un pertugio impossibile alla curva Coca Cola ed è finito per spedire la Porsche Penske #5 direttamente a Osaka. Danni ingenti sul posteriore a causa del secondo colpo, gara conclusa a 1 ora e 15 minuti dalla bandiera a scacchi; conclusa anche la rincorsa al Titolo per l’equipaggio vincitore della 6 Ore di Imola. Per la #8, dicevamo, si era prefigurato addirittura un arrivo a podio dopo la penalità inflitta alla Alpine #35 ma, come una mannaia, un Drive Through comminato a 20′ dal termine a causa della foga di Ryo Hirakawa ha tagliato le gambe a Gazoo Racing, che ha chiuso solo 8°

Capitolo Cadillac: si prescriva a Earl Bamber qualcosa per calmarsi; troppe volte, per un pilota del suo calibro ed esperienza, lo abbiamo visto agire di foga e con colpevole errata analisi di traiettorie o spazi. In Giappone non è stato da meno, lanciando la propria V-Series.R in direzione Bahrain con qualche settimana di anticipo. Per la gioia di Alex Lynn. Per il resto, solita gara a gambero per il V8 americano tanto rapido sul giro secco quanto in difficoltà nella gestione dei consumi a fine stint.

Analizzando le 6 Ore del Fuji di Ferrari AF Corseche negli scorsi giorni si è vista respingere il ricorso alla Corte d’Appello Internazionale riguardo la 6 Ore di Spa – non ci si può che domandare cosa abbiano combinato Pier Guidi/Calado/Giovinazzi per meritarsi una serie di sfighe galattiche come quelle che li stanno colpendo in questa stagione WEC 2024. Hanno detto troppe parolacce? Hanno marinato la scuola? Hanno rubato la marmellata dall’hospitality Toyota? Hanno fatto qualche sgarro ad un’industria di caffè? Al lettore la scelta, mentre il trio vincitore della 24 Ore di Le Mans del Centenario bestemmia fortissimo si dispera per un nuovo problema al controllo elettronico dell’ERS che ha colpito la 499P di Maranello a poco più di 1 ora dal termine, mentre viaggiava nella parte bassa della top-10. La #50, dal canto suo, è riuscita ad estrarre una buona prestazione nelle prime parti di stint, salvo poi cedere inesorabilmente verso la fine di ognuno di essi. Il 9° posto finale consente di acchiappare 2 punti, che consentono a Fuoco/Nielsen/Molina di portarsi in 2a posizione in classifica piloti e potersi giocare il titolo in Bahrain con l’imperativo di recuperare almeno 36 punti (dei 39 disponibili) sull’equipaggio #8 di Toyota.

Male, malissimo la #83 privata di AF Corse, reduce da uno straordinario successo nella Lone Star Le Mans di Austin, Texas. Dopo aver con fatica riaperto la lotta per la conquista della FIA World Cup destinata ai privati, spreca tutto in un istante del 2° giro di gara nella 6 Ore del Fuji con una staccata discretamente ottimista di Robert Kubica che provoca un effetto a catena anche fratricida. La Coppa fisce quindi in mano – con merito – alla Hertz Team Jota #12 di Ilott/Stevens/Nato, vincitrice nella clamorosa 6 Ore di Spa di maggio.

© FIA

Si può comunque gioire a Maranello, dato che in Classe LMGT3 il Vista AF Corse trionfa alla grande con la 296 LMGT3 #54 di Flohr/Rigon/Castellacci; soprattutto Davide Rigon è stato protagonista nel finale, inscenando un’intensa battaglia con la McLaren #59 di United Autosport guidata da Costa che, alla 130R, ha dovuto cedere all’attacco del grande pilota di Thiene. Ottima prestazione anche della solita Porsche Manthey PureRxing #92 che, con il 2° posto ottenuto, consegna a Malykhin/Sturm/Bachler il Titolo. Una vera dominatrice in questa stagione 2024, anche grazie ad un Bronze velocissimo e di lusso come Malykhin, che precede sul podio la BMW M4 #46 del Team WRT. E quindi sono Al Harthy/Martin/Valentino Rossi a chiudere il podio della 6 Ore del Fuji in Classe LMGT3, ottenendo il secondo arrivo in Top-3 complessivo nel WEC 2024.

© Porsche Motorsport

Restando ancora un momento sulle Case italiane, ecco che c’è da sottolineare i progressi di Lamborghini che, con la SC63, stava conducendo una gara piuttosto competitiva – che l’aveva portata davanti alle Peugeot, ai margini della Top-10 – fino a poco più di un’ora dalla bandiera a scacchi. Un problema tecnico ha costretto Kvyat a parcheggiare la LMDh di Sant’Agata Bolognese, ritirata ancora una volta.

In che mondo stiamo vivendo se Peugeot è la prima LMH in classifica finale? l’8° posto della #94 di Di Resta/Duval/Vandoorne rappresenta il primo arrivo a punti della stagione di tale equipaggio, con una 6 Ore del Fuji non condizionata da grosse noie tecniche.

Risultati WEC – 6 Ore del Fuji 2024

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© FIA

Appuntamento ora al 2 novembre 2024, data in cui si correrà il gran finale del WEC 2024: la 8 Ore del Bahrain.





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Lorenzo Mangano

The author Lorenzo Mangano

Classe '97, appassionato di motorsport dal 2004. Con la tastiera scrivo di F1, IndyCar, GT World Challenge, nonché FIA WEC e FIA Formula E per cui sono accreditato FIA. Con il microfono commento campionati come European Le Mans Series, DTM e Intercontinental GT Challenge.