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Giornata magica per Ferrari che vince anche nel WEC con la #83 di Kubica/Shwartzman/Ye in volata sulla Toyota #7 nella 6 Ore del COTA





Come definire la 6 Ore del COTA ad Austin? Gara tesa, sfida di nervi; corsa incerta, a diverse facce, mai chiusa fino all’ultima curva dell’ultimo giro. La spettacolare stagione del WEC 2024 ci offre un’altra perla, resa ancor più preziosa dal fenomenale duello che ha visto protagoniste la Toyota #7 di Kamui Kobayashi e la Ferrari 499P AF Corse #83 di Robert Shwartzman negli ultimi 45 minuti. Pochi ma decisivi colpi di scena hanno deciso le sorti della Lone Star Le Mans, al ritorno nel WEC dopo 4 anni di assenza e promossa a pieni voti.

6 ore austin cota
© FIA WEC / DPPI

La domenica iniziata con la vittoria di Cherles Leclerc a Monza in Formula 1 si chiude con lo spettacolare trionfo della 499P di Maranello gestita privatamente dal team piacentino AF Corse nel WEC, arrivato dopo una lunga sfida con la sorella ufficiale #51 prima e con la Toyota Gazoo Racing #7 poi. Per la prima volta nella storia, Ferrari vince nella stessa giornata un evento F1 e uno WEC.

Una domenica che avrebbe potuto rasentare la perfezione, se solo la LMH #51 di Pier Guidi/Calado/Giovinazzi non fosse stata costretta al ritiro mentre era 2a a causa di un problema tecnico alla trasmissione nato dopo un contatto con una vettura LMGT3 all’ingresso dello Snake del tracciato texano. Messa da parte la cocente delusione per la Hypercar candidata al Premio Sfiga 2024, per la compagine guidata da Amato Ferrari quella a stelle e strisce è sicuramente stata una trasferta soddisfacente e ricca di note positive, a partire proprio dalla gestione della privata #83 già velocissima – e in lotta per la vittoria sino al ritiro – alla 24 Ore di Le Mans 2024 e diventata così, con lo storico risultato d’oltreoceano, la seconda Hypercar privata a vincere una gara in classifica assoluta; la prima era stata la Porsche #12 del Hertz Team Jota in occasione della rocambolesca 6 Ore di Spa 2024.

Era solo questione di tempo: i piloti li conosciamo, e compongono un equipaggio solido e, in situazioni come quella di Austin, affidabile. Il veloce Yifei Ye, nella sua carriera talvolta autore di piccole ma determinanti sbavature, è apparso in una forma strepitosa che gli ha consentito di chiudere il suo turno in maniera egregia, soffrendo solo nel finale del secondo stint con le stesse gomme ormai molto usurate ma senza commettere facili errori. Un Robert Shwartzman glaciale è stato necessario per resistere anche solo psicologicamente al rientro di Kamui Kobayashi negli ultimi 45′ di gara, corsi senza intoppi e “solo” con il rischio di penalità per track limits. E c’è davvero bisogno di scrivere qualcosa su Robert Kubica? Non credo, ma se proprio ne fossi obbligato sottolineerei l’importanza della sua esperienza nelle fasi della partenza e delle decisioni strategiche; il tutto mentre tiene un ritmo forsennato che lo porta addirittura a scavalcare la 499P ufficiale di Antonio Giovinazzi a metà del primo stint.

Robert Kubica, grazie alla prestazione di Austin, diventa in un colpo solo il primo polacco a vincere la classifica assoluta di una gara valida per il World Endurance Championship e il terzo pilota (oltre a Mark Webber e Fernando Alonso) a vincere sia un Gran Premio di Formula 1 che una Endurance WEC. Non ditelo a Nico Hulkenberg.

Un quadretto giallo-rosso che non si è composto nel totale solo per casualità, e di cui comunque la Ferrari ufficiale #50 di Molina/Nielsen/Fuoco ha fatto da soggetto principale ma mai sopra le righe; la parola d’ordine è stata consistenza, ed il 3° posto per la vettura vincitrice della 24 Ore di Le Mans 2024 è stato segno di ciò. Ma, a ben vedere, anche di nessun particolare guizzo.

Guizzo arrivato invece da una rediviva Toyota che, da metà gara in poi, ha trovato nelle sue GR010 #7 e #8 il giusto passo per tornare verso la cima della classifica dopo delle qualifiche disastrose. Bene con la #7 di Kobayashi/De Vries/Conway, meno bene con la #8 di Hirakawa/Hartley/Buemi con quest’ultimo autore di una scellerata manovra sulla Porsche #6 di Kevin Estre lungo il rettilineo di ritorno e per questo fortemente penalizzato. Le vetture nipponiche hanno dimostrato una volta di più di poter lottare per la vittoria anche quando le condizioni (e, se vogliamo, il BoP) le danno per sfavorite, e solo un Drive Through comminato a meno di un’ora dalla fine per infrazione sotto bandiera gialla ha impedito ai vincitori della 6 Ore di Imola 2024 di tagliare il traguardo al primo posto anche a Austin. Onore al merito per Kamui Kobayashi, eterno guerriero fermato nella sua rincorsa a Shwartzman solo da una leggera sbavatura in Curva 1 a 5′ dal termine, figlia di un maltrattamento – necessario – della propria GR010 #7 e delle gomme Michelin imploranti pietà.

Non si può invece dire che anche Porsche fosse della partita nonostante condizioni e BoP non eccezionali, dato che le LMDh di Stoccarda hanno vissuto il loro peggior weekend della campagna WEC 2024: la meglio piazzata è la #6 di Estre/Vanthoor/Lotterer (contendente al Titolo Mondiale) che, dopo una gara rocambolesca condizionata da uno start arretrato, un contatto pesante e un Drive Through per infrazione in regime di bandiera gialla, è riuscita a rimontare non più in alto della 6a piazza. Sia le ufficiali di Penske che le clienti di Hertz Team Jota e di Proton Competition hanno mostrato in generale un passo mai competitivo, reso ancora più in ombra dalle buone prestazioni delle altre LMDh come la Alpine A424 #35 (Chatin/Milesi/Habsburg) e Cadillac V.Series-R (Bamber/Lynn), rispettivamente 5a e 4a al traguardo.

6 ore austin cota
© FIA WEC

Lontana dai punti e mai a suo agio la Peugeot 9X8, mentre Lamborghini rialza la testa grazie ad una prestazione finalmente convincente di Mortara (autore di una partenza eccellente), Bortolotti e Kviyat; una penalità nel finale per eccesso di track limits purtroppo rende vani gli sforzi che l’avrebbero portata in zona Top-10, ma il dato portato a casa è quello che dà una SC63 LMDh sicuramente della partita rispetto agli scorsi appuntamenti.

In Classe LMGT3 è dominio Aston Martin, con la #27 gestita da Heart Of Racing (Ian James/Alex Riberas/Daniel Mancinelli) mai messa in difficoltà e trionfante davanti alle due Porsche del Team Manthey (#92 e #91) che, in questo modo, danno la zampata decisiva per il Titolo LMGT3 WEC 2024. La sfortuna non accenna invece a mollare le Iron Dames, in lotta per il podio con la loro Lamborghini #85 ma costrette al ritiro dopo un contatto avvenuto in battaglia tra Rahel Frey e Rui Andrade, su Corvette di TF Sport. Anche l’equipaggio della BMW #46 del Team WRT non se la passa benissimo, visto il ritiro – purtroppo determinante ai fini del Mondiale – di Valentino Rossi, Ahmad Al Harty e Maxime Martin a pochi minuti dalla bandiera a scacchi sul 6° appuntamento del Mondiale Endurance 2024.

Riassunto e risultati completi della Lone Star Le Mans di Austin | 6 ore del COTA

1a ora

Ad Austin, Texas fa caldo. Talmente caldo che anche il caldo ha caldo; 33°C nell’aria e 50°C sull’asfalto non sono sicuramente uno scherzo da sopportare durante una Endurance di questa portata. Ma ciancio alle bande: parte la Lone Star Le Mans – 6 Ore del CoTA!

Così come in Qatar, Miguel Molina è autore di una spettacolare in partenza che lo porta al 3° posto in curva 1 per comporre una tripletta di 499P con la combinazione #51 (Giovinazzi) – #83 (Kubica) – #50 (Molina). Start positivo anche per Edoardo Mortara che, con la sua Lamborghini SC63, è 10° al termine del secondo giro dopo essere scattato 18°. Brivido alla fine del lungo rettilineo per la Alpine #35 di Habsburg, la BMW #15 di Wittman e la Cadillac #2 di Bamber: il pilota della vettura francese scarta a sinistra non accorgendosi di Bamber e tampona Wittmann, finendo lungo. L’austriaco si piglia dunque un bel Drive Through a causa del contatto causato; in Alpine persero le battaglie grazie alla loro…foga. Rientra ai box la Porsche #5 guidata da Makowiecki, richiamata dalla Direzione Gara per competere nel Mondiale dei Pit-Stop non aver rimosso il cono verde dal tubo di Pitot prima dello start.

In LMGT3 è buona la partenza di Ian James che tiene la leadership di Classe con la sua Aston Martin #27 davanti alla Lamborghini #85 delle Iron Dames; Sarah Bovy, dopo il problema all’idroguida patito nelle qualifiche, si guarda negli specchietti dall’arrivo della Ferrari 296 #55 di Francois Heriau con cui si sfida dopo 10′ in curva 1. L’alfiere di Vista AF Corse cerca dunque di sfruttare al meglio l’ottima 3a posizione ottenuta in qualifica, migliore prestazione dall’inizio del Mondiale WEC 2024 per la GT di Maranello.

Volano le BMW M Hybrid V8! La #15 di Marco Wittmann è 4a e minacciosa dieto alla Ferrari #50 di Molina, mentre la #20 con Rene Rast nell’abitacolo è 5a a meno di un secondo dalla gemella tedesca di casa WRT. La situazione dei contendenti al titolo vede Mike Conway scatenato sulla Toyota #7 in rimonta (7a piazza dopo 20′), Brendon Hartley in difficoltà 12° con la sua Toyota #8 e Laurens Vanthoor appena dietro, 13° con la Porsche Penske #6.

Cambio in testa alla corsa dopo 35 minuti! Robert Kubica è costante e rapido con la Ferrari 499P #83 privata, e in Curva 12 va a scavalcare Giovinazzi a cui viene detto di continuare sul proprio ritmo senza forzare. Ingegnere della #51: “Anto’, te dico fidate”.

Dopo 55 minuti il divario tra il leader Kubica (Ferrari #83) e Giovinazzi (Ferrari #51) è oltre i 4 secondi, con quest’ultima che ne vanta 6 sulla gemella #50. Si fermano le prime Hypercar, ossia la #94 (18a e ultima) e la Cadillac #2 (scesa dalla 3a alla 6a posizione) sulla quale sale Alex Lynn. Dopo 3 minuti è il turno del leader Kubica, che effettua rifornimento e monta una posteriore destra a mescola dura, l’unica rispetto alle medie (usate) montate. Ecco anche la #50 di Molina (3a prima della sosta) per il primo pit della 6 Ore del COTA ad Austin, che cambia solo le gomme di sinistra (ancora mescola media) mentre sulla #51 di Giovinazzi sono entrambe le posteriori ad essere sostituite, di nuovo a mescola media.

© FIA

2a ora

Dopo 60 minuti si riaccende la lotta per la 1a posizione di Classe LMGT3, con la Lamborghini #85 delle Iron Dames che si porta a solo 1,8 secondi dalla #27 Heart of Racing (James/Mancinelli/Riberas), che però rimane in testa respingendo gli attacchi.

Interessante dialogo tra Robert Kubica e il suo ingegnere di pista, che gli chiede di valutare un doppio stint sulle gomme attualmente in uso; ecco il riassunto del pensiero del polacco:

Da sottolineare che dopo 1 ora e 30 minuti i primi 10 in Classe Hypercar sono racchiusi in 33 secondi. Da sottolineare anche che 5 secondi vengono aggiunti sul tempo della Ferrari #51 di Giovinazzi/Calado/Pier Guidi (attualmente 2a a 4″ di distacco dalla #83 di Kubica) a causa di un contatto del pugliese sulla Lexus di Arnold Robin in Curva 7.

Marco Wittmann non è pago della vista del Circuit of The Americas nel classico senso di marcia, dunque decide di compiere un piacevole 360° panoramico per apprezzare i saliscendi delle curve 7-8-9. Finito il momento di relax, torna in pista (perdendo la 4a posizione in favore della gemella #20 di Rast) solo per ricevere una penalità di 5″ per aver sorpassato oltre i limiti della pista. Entra dunque ai box, con le gomme posteriori completamente usurate.

Sul cronometro stanno per essere segnati i primi 120 minuti di gara quando, in Curva 12, matura il primo – enorme – colpo di scena: Antonio Giovinazzi, sulla Ferrari #51 partita in pole-position e attualmente 2a, affonda la staccata per sopravanzare la più lenta LMGT3 McLaren ma colpisce la Peugeot #94 di Vandoorne con la parte anteriore destra, finendo in testacoda. Il pugliese è girato contromano, prova a girarsi ma non completa la manovra a causa di qualche difficoltà tecnica; la 499P di Maranello si ferma, non riparte. Nel frattempo, innumerevoli scomuniche pervengono ai tifosi della Rossa di tutto il mondo; se l’equipaggio della #51 andasse a Lourdes si fermerebbe dopo 40 Km per un guasto elettronico.

La vincitrice della 24 Ore di Le Mans del Centenario riparte lentissima, spinta solo dalla parte ibrida; almeno fino all’ingresso della Pit-Lane. Finisce qui la 6 Ore del COTA di Austin per Pier Guidi/Calado/Giovinazzi. I pochi tifosi che non erano ancora stati scomunicati vengono ora raggiunti da simpatiche letterine con sigla mittente VAT.

Siccome i problemi “sono come gli Gnu: si muovono in branchi” (F. Catalano, 2022 c.a.), il momento sportivamente drammatico per Ferrari AF Corse è amplificato dalla #50 di Molina che, incalzata dalla BMW #20 di Rast, vien tamponata da una Corvette LMGT3 appena doppiata ed è costretta a cedere la posizione al tedesco della Casa bavarese. Qualche istante più tardi (a 4 ore dal termine della 6 Ore del CoTA) si ferma la AF Corse #83 gialla di Kubica, che monta 4 gomme nuove dure e scende lasciando spazio a Yifei Ye. Si ferma anche la Ferrari ufficiale #50, con Molina che cede il volante a Nielsen che ora può sfruttare 3 gomme a mescola media e una posteriore destra a mescola dura.

© FIA

3a ora

Momento storico, con la BMW M Hybrid V8 #20 che si porta in testa alla 6 ore del CoTA di Austin! Immagine storica che dura 4 minuti, fino al pit-stop che vede il cambio pilota tra Rast e Frijns e che ne determina il ritorno in pista in 5a posizione (2a virtuale); queste diventano subito 6a (e 3a virtuale) a causa dell’efficacia dell’undercut della Ferrari #50 che balza davanti approfittando delle gomme fredde della vettura bavarese. In testa, dunque, torna la naturale leader Ferrari privata #83, con Ye nell’abitacolo.

Dopo 2 ore e 25 minuti di gara la situazione in Hypercar vede 2a la rediviva Toyota #7 (Kobayashi/Conway/De Vries), 3a la Cadillac #2 (Bamber/Lynn), 4a la Ferrari #50 (Molina/Nielsen/Fuoco), 5a la BMW #20 (Rast/Frijns/S. Van Der Linde), 6a la BMW #20 (Vanthoor/Wittmann/Marciello), 7a la Porsche #6 (Lotterer/Estre/L. Vanthoor), 8a la Toyota #7 (Hirakawa/Buemi/Hartley), 9a la Porsche #38 Hertz Team Jota (Button/Hanson/Rasmussen), 10a la Peugeot #93 (Jensen/Nuller/Vergne). Si ritira la Porsche Hertz Team Jota #12, incredibile vincitrice nella 6 Ore di Spa Francorchamps e in lotta per la Coppa Costruttori dedicata ai privati assieme alla gialla #83 di AF Corse.

La sfortuna è dotata di una vista perfetta ed ha un mirino colorato di rosa: collisione tra la Corvette TF Sport #81 di Rui Andrade e la Lamborghini Iron Dames #85 di Rahel Frey, che tenta un sorpasso che comporta danni al bodywork della vettura a stelle e strisce e grossi problemi a quella di Sant’Agata Bolognese; per la squadra delle ragazze quello della 6 Ore del CoTA ad Austin si tratta dell’ennesimo zero in un Mondiale WEC 2024 che pare stregato.

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4a ora

In Classe LMGT3 ecco il momento di Valentino Rossi: il Dottore subentra a Ahmad Al Harty, tornato in auto dopo i 53′ di stint di Maxime Martin che ha aiutato la compagine della BMW M4 #46 a risalire sino alla 10a posizione. Gran bel rodeo con la McLaren #59 di Saucy, con Rossi addirittura di traverso all’ingresso del Ferro di Cavallo; per il sorpasso effettivo sulla GT gestita da United Autosport, però, dovrà aspettare ancora 5 giri.

A 2 ore e 55 dalla bandiera a scacchi sulla 6 Ore del COTA ad Austin torna ai box Yifei Ye sulla #83 che esegue solo rabbocco di carburante e torna in pista 4°. 2 giri dopo è la volta della #50 che, oltre al rabbocco, monta gomme medie nuove solo sul lato sinistro. A 2 ore e 25 dal termine, però, è il momento della sofferenza per la Gialla di Maranello; con gomme usurate dopo 2 stint il cinese subisce il rientro della Toyota #7 con De Vries alla guida.

In Classe LMGT3 il 1° posto è invece piuttosto saldo nelle mani della Aston Martin #27 di Heart of Racing; l’italiano Daniel Mancinelli, pilota Silver dell’equipaggio, cede il volante – a 2 ore e 15 minuti dal termine, dopo 2 ore di guida eccezionali – al compagno Riberas.

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5a ora

Allo scoccare della 5a ora della 6 ore del COTA si accende per davvero la sfida per la 1a posizione di classe Hypercar: Toyota lancia i dadi e, con la #7 di Nyck De Vries/Mike Conway/Kamui Kobayashi anticipa di un giro la sosta nei confronti della Ferrari privata di AF Corse #83 di Ye/Kubica/Shwartzman. Gli uomini del team piacentino montano 3 medie e una dura (posteriore sinistra) e cambiano Ye con Shwartzman, mentre in Gazoo Racing tocca al fenomenale Kobayashi. L’undercut riesce perfettamente, con la GR010 nipponica che – in maniera del tutto insperata – si dimostra ancora una volta una gran spina nel fianco per tutti anche quando le condizioni le sono sfavorevoli; 5a posizione in pista ma 1a virtuale ottenuta, proprio mentre va a quel paese in fumo la trasmissione della Peugeot #94 che causa la seconda – breve – Full Course Yellow di giornata.

Il giovane pilota Ferrari riduce il gap a 2,3″ e prova l’attacco al leader Kobayashi, ma attenzione! Kevin Estre, risalito in 7a posizione dopo una gara davvero problematica per la LMDh di Stoccarda, affonda una bella staccata in curva 11 ai danni della Toyota #8 di Buemi e tenta l’incrocio. Cosa che evidentemente non pare gradire l’elvetico, che si dirige verso sinistra chiudendo ogni spiraglio – ma davvero ogni singolo spiraglio – fino ad arrivare alla scornata con la Porsche #6 del francese. Il karma punisce Seb, costretto a tornare ai box senza posteriore sinistra e con bodywork danneggiato; non è comunque la parte più complicata della sua giornata, che con tutta probabilità sarà invece quando Kevin Estre andrà a fare un giretto nel retrobox Toyota.

Sono 30 i secondi di Stop & Go comminati alla Toyota #8, e 2 sono i punti decurtati dalla patente di Sebastien Buemi.

Scende di 3°C la temperatura dell’asfalto (ora a 47°C), sale quella dell’aria (34°C). Stiamo osservando l’assestamento delle forze in campo ad Austin, con una Toyota risorta dalle proprie ceneri dopo una qualifica che l’aveva vista solo in 9a (con la #7) e 12a (con la #8) ed un inizio di 6 Ore del COTA non eccezionale. Nuovamente una prestazione – per ora – che spiega il motivo per il quale si trovino in testa al Mondiale nonostante una Hypercar non sempre nelle posizioni di testa e capace di sfruttare il potenziale.

Situazione Ferrari Hypercar: male. Penalità per la Lambo SC63 di Mortara/Bortolotti/Kvyiat e per la BMW #20 di S. Van Der Linde/Frijns/Rast per infrazioni durante FCY, con un DT che spedisce quest’ultima dietro alla Porsche Penske 963 #6 che può così rosicchiare ulteriori punti alla #50, ancora 3a ora con Antonio Fuoco e non in grado di impensierire la sorella #83 né tantomeno la Toyota #7 in testa alla corsa.

© FIA

6a ora

Comincia la 6a e ultima ora che ci porta verso la conclusione della 6 Ore del COTA ad Austin. Ultime soste sia per le contendenti alla vittoria Toyota #7 di Kobayashi (che cambia solo quelle sinistra) e Ferrari privata AF Corse #83, che fa la stessa cosa montando medie solo sul lato sinistro, il più sollecitato. Un giro dopo entra anche Antonio Fuoco a bordo della LMH italiana, che ripete la stessa procedura; la corsa è plafonata nelle prime posizioni, e anche in Classe LMGT3 la situazione è piuttosto lineare.

“Le gare endurance sono noiose”

Qualcuno che non capisce un ca***

Mancano 45 minuti alla bandiera a scacchi, ma la 6 Ore del COTA ad Austin non è ancora finita: sugli schermi appare una visione sicuramente gradita agli uomini “in giallo”. La Toyota #7 attualmente in testa si prende un Drive Through per non aver rispettato le bandiere gialle esposte per la Peugeot ferma dopo Curva 11! Ma non è finita qui, perché ad essere penalizzata è anche la Porsche Penkse #6 di Estre/Vanthoor/Lotterer che scende in 7a posizione! Entrambe sono vetture in lotta per il Titolo WEC 2024 con la Ferrari #50, attualmente 3a!

Kobayashi entra come un matto in pit-lane per scontare la penalità e perde la prima posizione ai danni della Ferrari AF Corse #83 guidata da Robert Shwartzman, che torna a guidare la corsa a 43 minuti dalla conclusione. Ma sarebbe da incoscienti chiamare fuori dai giochi i giapponesi, che tornano sotto cercando di recuperare lo svantaggio di 10″ creatosi. Antonio Fuoco, su Ferrari #50, è 3° a 20″ proprio da Kobayashi. Full Course Yellow causata dal problema tecnico sulla Ford Mustang #88 ferma nello snake che, una volta terminata, lascia di nuovo i piloti liberi di sfidarsi per gli ultimi 30 minuti della Lone Star Le Mans 2024.

Si ritira per noie tecniche la BMW M4 #46 del Team WRT guidata Valentino Rossi/Ahmad Al Harty/Maxime Martin, mentre Kobayashi si avvicina minacciosamente alla Hypercar #83 gestita privatamente dalla squadra di Amato Ferrari; mancano 11 minuti e il distacco è di soli 3,5 secondi!

Beffa atroce per la BMW #20, penalizzata di 100″ di Stop & Go per Technical Infringement a pochi istanti dalla fine! Male per la classifica della Ferrari #50, bene per la Porsche #6 che guadagna la 6a posizione.

SBAGLIA KOBAYASHI! Lungo per il giapponese in Curva 1, quando ormai mancano solo 2 giri al termine della 6 Ore del COTA 2024; Shwartzman guadagna 1,5 secondi in un colpo solo aumentando a 3″ il vantaggio, può tirare un mezzo respiro ma…che tensione! E ormai ci siamo, inizia l’ultimo giro in Texas.

Dopo una gara sul filo del rasoio, caparbia e consistente è la Ferrari #83 a vincere la 6 Ore del COTA ad Austin con i magnifici Robert Kubica/Robert Shwartzman/Yifei Ye di soli 1,78 secondi davanti alla Toyota #7! Uno storico trionfo per il Cavallino Rampante e la sua 499P, che si prende il primo posto nella stessa giornata in cui Charles Leclerc vince a Monza in Formula 1.

In LMGT3 vince la dominatrice assoluta del weekend Texano, ossia la Aston Martin #27 gestita dal Team Heart Of Racing con Ian James/Alex Riberas/Daniel Mancinelli. In seconda posizione la solita Porsche #92 di Mathey PureRxcing (leader del Mondiale) guidata da Malykhin/Sturm/Bachler ed in terza la gemella #91 con Shahin/Schuring/Lietz.

Ecco dunque i risultati completi della Lone Star Le Mans di Austin | 6 Ore del COTA 2024

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L’appuntamento è ora per casa Toyota: pronti per il 15 settembre, giorno della 6 Ore del Fuji!





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Lorenzo Mangano

The author Lorenzo Mangano

Classe '97, appassionato di motorsport dal 2004. Con la tastiera scrivo di F1, IndyCar, GT World Challenge, nonché FIA WEC e FIA Formula E per cui sono accreditato FIA. Con il microfono commento campionati come European Le Mans Series, DTM e Intercontinental GT Challenge.