E’ mercoledì mattina. Sono trascorsi ormai più di due giorni dall’epilogo, amarissimo per i colori Ferrari, del GP d’Italia, 14^ prova del Mondiale 2018 di Formula 1. Sarebbe tempo, in quel di Maranello, di provare a fare dei bilanci, di tentare di analizzare cause e concause di un weekend che avrebbe potuto essere trionfale e che è invece è stato tremendamente al di sotto delle aspettative. E’ probabile però che in questi giorni, nel Reparto Corse della Scuderia Ferrari, non ci sia molto tempo da dedicare alle riflessioni. Perché a quanto sembra ci sono delle grane ben più grosse da risolvere.
Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, infatti, sembrano essere arrivati ormai ai ferri corti. Una delle coppie apparentemente più affiatate dell’intero Circus, con il #7 scudiero di lusso di un #5 proposto sin dal 2015 come prima guida della Scuderia, pare essersi improvvisamente e – forse – irrimediabilmente spaccata. Quel “Thank you” molto freddo pronunciato in radio da Raikkonen dopo il giro che gli era valso la Pole a Monza aveva fatto scattare un campanello d’allarme. Il “We’ll speak after” addirittura glaciale detto da Vettel a Riccardo Adami dopo aver scoperto di essere in seconda posizione ne aveva iniziato a far suonare un altro. Le dichiarazioni rilasciate a Ziggo Sport dal tedesco della Ferrari una volta concluso il GP, tuttavia, hanno letteralmente acceso tutte le sirene possibili ed immaginabili.
“Non sono stato contento di come siano andate le cose sabato” – sembra infatti che il tedesco abbia detto all’emittente olandese, che trasmette la Formula 1 nel paese dei tulipani – “Avrei dovuto esserci io in pole position”. Una frase secca che non lascia spazio a dietrologie o interpretazioni di comodo. Ma una frase che, per quanto dura possa essere, appare come una carezza in confronto al diretto sferrato da Vettel di lì a pochi secondi. “Ormai per me è piuttosto chiaro” – ha chiuso infatti la propria intervista il tedesco – “Corro contro tre auto. E una è quella del mio compagno di squadra”.
I giorni in cui il clima idilliaco regnava sovrano a Maranello sembrano essere solamente un lontano ricordo. E ormai conta davvero poco il vantarsi di assumere solamente piloti piuttosto che piloti e maggiordomi. In Ferrari, se davvero si vuole ancora avere una speranza di lottare per la vittoria di questo mondiale, qualcuno dovrà prendere in mano la situazione, e dovrà farlo anche piuttosto in fretta. Perché i punti di distacco da Hamilton sono 30, e i km che ci separano dai fuochi d’artificio di Yas Marina diminuiscono. Molto rapidamente.