Ha dovuto aspettare un anno e mezzo, ha dovuto sopportare per l’ennesima volta il livore social vomitatogli addosso dagli ingegneri da divano quando è stato accostato a una realtà estranea al Motorsport, ma alla fine Mattia Binotto è davvero tornato in Formula 1.
L’ex team principal della Scuderia Ferrari, da anni considerato unico responsabile dei fallimenti del Cavallino Rampante, dell’innalzamento della temperatura globale e dell’aumento del costo della benzina, è rientrato nel Circus da una porta improvvisamente apertasi in quel di Ingolstadt. A essere accompagnati all’uscio sono stati Andreas Seidl e Oliver Hoffmann, la cui gestione del progetto Formula 1 non deve avere affatto convinto i vertici dei Quattro Anelli. Le voci che parlavano di ritardi diffusi e complessità di diverso tipo si rincorrevano da troppi mesi, e l’assenza pressoché totale di smentite o prese di posizione del marchio faceva legittimamente supporre che non molte di esse fossero campate in aria. Una simile rivoluzione al vertice di un progetto sul cui altare sono stati sacrificati tutti gli altri appartenenti – rectius, appartenuti – ad Audi Sport non ha fatto altro che trasformare le dicerie in realtà: sull’asse Hinwil – Neuburg an der Donau – Ingolstadt non tutto ha funzionato e sta funzionando come ci si attendeva.
Mattia Binotto, che rivestirà il doppio ruolo di Direttore Operativo e Direttore Tecnico, metterà le mani sul timone dell’attuale team Kick Sauber a partire dal 1° agosto. A prescindere da ciò che si pensi in merito all’ingegnere emiliano e alle sue capacità, è opinione piuttosto condivisa il fatto che di fronte a lui, con il nuovo regolamento tecnico che inizia a profilarsi in maniera sempre più nitida all’orizzonte, si prospetti una sfida non facile.
Sul tema si è esposto, nella tradizionale conferenza stampa che si tiene alla vigilia di ogni Gran Premio di Formula 1, anche Valtteri Bottas. Il finlandese, che ha già visto trasfigurarsi il team in cui è approdato a partire dalla stagione 2022, è stato interrogato dai giornalisti su questa nuova riorganizzazione interna della scuderia. Una riorganizzazione che, per bocca di Bottas, persino agli uomini della squadra è stata “inaspettata”.
“È stata una notizia che ci ha colti abbastanza di sorpresa” – ha esordito il #77 – “Credo sia successo tutto molto in fretta, ma quando si tratta di decisioni prese a livelli così alti dell’azienda può capitare che i piloti o altri membri del team non sappiano effettivamente cosa stia accadendo dietro le quinte. Ciò non toglie che sia stata comunque una notizia inattesa, e ci tengo a dare il benvenuto nel team a Mattia. Allo stesso tempo, voglio ringraziare Seidl e Hoffmann per il contributo che hanno dato alla squadra”.
“Si tratterà di affrontare nuovamente una sorta di reset” – ha aggiunto Bottas, rispondendo a chi domandava in che modo un simile cambiamento potesse influenzare il team e gli uomini che vi lavorano – “Non è un segreto che quando c’è una modifica a livello di leadership serve sempre un po’ di tempo per adattarsi, innanzitutto. Mattia dovrà capire quali sono i punti deboli, quali quelli forti, quali sono le priorità da tenere a mente per miglioramenti sul breve e sul lungo periodo: tutto questo richiederà del tempo”. “È la terza volta in tre anni che il team subisce un simile cambiamento, non è una situazione nuova e quindi non credo che andrà a impattare più di tanto sulla squadra” – ha proseguito il finlandese, parlando di una situazione che non può e non deve in alcun modo essere considerata ideale o ottimale – “Penso che riguarderà soprattutto ciò che accadrà in futuro, e chiaramente solo il tempo saprà dirci cosa succederà”.
“Alcune questioni restano riservate, ma sappiamo al momento che rispetto ai top team siamo lievemente carenti sul fronte della… forza umana. Potremmo avere più persone rispetto a ora, ma sappiamo anche che di recente ci sono state molte assunzioni. Ci sono sicuramente alcune aree sulle quali dovremo concentrarci, non solo nella factory ma anche sul fronte della performance della macchina. Ora non siamo dove avremmo bisogno di essere, e servono alcuni aggiornamenti che possano spingerci nella giusta direzione”, ha infine concluso Valtteri Bottas.
Il finlandese, ancora non certo del fatto che il suo futuro sia legato a Hinwil, ha dunque confermato quanto a più riprese detto e scritto negli ultimi mesi: Audi, semplicemente, ha finora faticato ad attrarre a sé persone di peso, talento ed esperienza con cui costruire solide fondamenta alla base di un progetto sul quale tanto si è investito e si investirà. In più, il 34enne di Nastola ha sottolineato un altro fattore destinato ad avere un ruolo chiave nella seconda avventura in Formula 1 di Mattia Binotto: il tempo. Elemento, quest’ultimo, che deve essere sempre considerato nell’equazione utilizzata per calcolare i risultati ottenuti da chi è al timone di una realtà complessa come un team di Formula 1 e che invece, in modo assolutamente inspiegabile, viene sempre più spesso ignorato. Soprattutto da chi fa il tifo per una certa scuderia di rosso vestita.