Quando il nostro Carlo Ferraro, pochi giorni fa, è partito lancia in resta per intervistare Luca Ghiotto, il 22enne pilota di Arzignano era “solo” pilota di Formula 2, attualmente 5° assoluto in campionato, in forza al team Russian Time. Poi, nel mentre veniva stesa questa intervista e veniva sistemato il video, Luca Ghiotto è improvvisamente diventato uno dei due piloti impegnati con la Williams FW40 durante i test in-season della F1 sull’asfalto dell’Hungaroring. E dunque si è passati dall’avere “un’intervista” all’avere “la prima intervista”: perché nella seconda, ovviamente, ci sarà da parlare della F1 non più come semplice sogno, ma come concreta esperienza…
FUORI TRAIETTORIA: Luca, tu hai vissuto in prima persona il cambio da GP2 a Formula 2. Per ora hai trovato utili i tentativi di Liberty Media di avvicinare questa categoria alla F1 ed al grande pubblico?
LUCA GHIOTTO: Chiaramente in così pochi mesi è difficile realizzare grandi cambiamenti. Per ora, concretamente, a noi piloti di F2 hanno fornito pass per il Paddock della F1 in modo da poter entrare ancora più in contatto con i tifosi del Circus. Però parliamo ancora di iniziative che sono totalmente estranee a quella che è la parte propriamente “racing”.
FT: E da questo punto di vista invece? Cosa miglioreresti tu?
LG: Beh, tanto per cominciare metterei a disposizione dei piloti qualche set di gomme nuove in più. Poi sinceramente io introdurrei delle qualifiche separate per Gara 1 e Gara 2 – l’inversione della griglia non mi entusiasma in maniera particolare – e magari penserei ad approntare un pacchetto di aggiornamento per la macchina, che pur essendo piuttosto prestazionale ha ormai sei anni. Per il resto credo che possa andare bene così: la visibilità è già al massimo, le basi di partenza della serie sono buone. Basterebbero piccoli cambiamenti.
FT: Il tuo rivale nella lotta per il titolo di GP3 del 2015, Esteban Ocon, ora è in F1 e sta positivamente impressionando tutti. Come ti vedi tu da qui a qualche anno? Ti vedresti bene anche in qualche altra categoria, magari a ruote coperte?
LG: Beh, inutile negare che a 22 anni, per un pilota, la F1 resta l’obiettivo principale (Luca era già a conoscenza del test ma non poteva rivelarci nulla, ndr), ma adoro anche il DTM ed il WEC, che sono le due categorie dove è più semplice diventare piloti professionisti a tutti gli effetti, visto che nel DTM i piloti sono pagati dal primo all’ultimo. Per quanto riguarda Ocon, è chiaro che un po’…”rode” non essere lì con lui, ma spero di raggiungerlo presto. Aver perso il campionato nel 2015 è stata una delusione, ma tutto sommato l’anno è stato positivo perché nel complesso ho conquistato più Pole e vittorie di quanto non abbia fatto lui. Ad Esteban ha pagato la costanza, e credo di aver fatto tesoro di quest’esperienza: se dovesse ricapitarmi una situazione simile, sicuramente farei meno errori.
FT: Torniamo alla tua categoria attuale, la Formula 2: è più difficile interpretare Gara 1 (la Feature Race, la più lunga, ndr) o Gara 2, la Sprint Race?
LG: Sicuramente Gara 1, dove c’è il pit stop e quindi anche la strategia riveste un ruolo molto importante. In Gara 2 è un po’ diverso, ce la si gioca leggermente di più “a ruotate”, e in più c’è l’inversione della griglia. Diciamo che è un po’ una gara a sé.
FT: E per quanto riguarda i tuoi allenamenti? Come ti prepari sia a livello fisico che a livello mentale?
LG: Gli allenamenti variano da pilota a pilota, e dipendono molto dal budget che hai a disposizione, grazie al quale ad esempio puoi organizzare test con altre automobili. Io personalmente vado in palestra, ho realizzato un piccolo simulatore a casa, giro ogni tanto in kart e faccio una sessione di simulatore con Dallara prima di ogni evento. Per quanto riguarda invece l’allenamento “mentale”, uso strumenti di mind-training trovati su internet, anche se in passato ho avuto la possibilità di collaborare con grosse aziende del settore e diciamo che di quell’esperienza porto con me ancora parecchi benefici.
FT: Della GP3 invece cosa pensi? La trovi una categoria formativa?
LG: Sì, la trovo molto formativa. Tra l’altro la nuova macchina, che non ho però mai avuto occasione di provare, mi sembra molto più vicina alle F2 di quanto non sia accaduto in passato. Approvo anche l’introduzione del DRS nella serie: una GP3 ora è il giusto compromesso tra alte velocità ed un’aerodinamica nel complesso piuttosto semplice, l’ideale per preparare i piloti al salto in Formula 2.
FT: Chiudiamo con una domanda sul tuo recente passato e sul tuo presente: perché hai cambiato team? E come ti trovi ora con Russian Time?
LG: E’ piuttosto semplice: Russian Time ha voluto fortemente che entrassi nel team, ed io sono stato felice di accettare la loro proposta. Anche perché quest’anno, a differenza della scorsa stagione in cui eravamo due compagni di squadra rookie, posso collaborare con un pilota esperto come Markelov, cosa delle quale sono molto contento perché può insegnarmi molto.
FT: Tutto molto chiaro Luca. Grazie mille per la disponibilità, sei stato davvero gentilissimo.
LG: Figuratevi, grazie a voi. Ed un saluto ai fan di Andare a pesca con un’Audi R18 ed ai lettori di Fuori Traiettoria!
Infine, un gentilissimo d’obbligo va anche ad Umberto Dalla Verde, che ci ha messo in contatto con Luca e ha fatto sì che potessimo organizzare l’intervista.
In bocca al lupo per i test Luca! E a presto…