close
4 RuoteIndycarSu pista

Tre titoli in cinque anni: Alex Palou è campione Indycar 2024





Alex Palou ce l’ha fatta: sull’ovale di Nashville il pilota spagnolo di Ganassi ha conquistato il suo terzo titolo in Indycar, in appena cinque anni in cui gareggia nella categoria. E se la certezza matematica è arrivata con un colpo di fortuna, un problema alle cinture di sicurezza di Will Power che gli ha fatto perdere cinque giri, l’intero campionato è stato in controllo da parte dello spagnolo, che oramai inizia sempre di più a poter essere annoverati tra i grandi piloti del panorama a stelle e strisce.

Palou Indycar
© Penske Entertainment

Un campionato sempre in gestione

Non è stata forse la sua migliore gara della carriera quella di Nashville: partito 23esimo per via di un cambio di motore, lo spagnolo nelle prime fasi è risalito come una furia, conscio del fatto che, con 33 punti di vantaggio su Will Power e con questo che scattava dalla seconda fila, dovesse cercare quantomeno di rientrare in top 10. Quando però dopo una ventina di giri l’australiano è stato costretto ad un improvviso pit stop per sistemare le vetture di sicurezza che si erano sganciate, lo spagnolo si è rilassato. A quel punto Power aveva accumulato cinque giri di ritardo, e anche se Palou si fosse ritirato sarebbe comunque dovuto arrivare almeno terzo. La lotta al titolo è di fatto finita lì, e il pilota di Ganassi si è semplicemente accontentato di portare la macchina a casa in undicesima posizione.

Se si guarda il numero di vittorie, si potrebbe pensare ad un campionato meno dominato del 2023, quando vinse con una gara d’anticipo: appena due successi, a Indianapolis e a Laguna Seca (oltre a quella nella gara fuori campionato di Thermal), meno dei tre conquistati da Mclaughlin, Power e da O’Ward e lo stesso numero di quelli ottenuti da Herta, Dixon e Newgarden: eppure, questi successi sono arrivati come due mazzate a metà stagione, a spezzare le ambizioni degli avversari. E mentre gli altri sbagliavano e alternavano prestazioni scialbe a grandi giornate, lui è sempre rimasto costante, raccogliendo il massimo anche in giornate no, come a ST Petersburg, a Barber e a Road America. Ha la fortuna dei vincenti, quella sensazione per cui anche quando gli va male gli va bene, ma forse è semplicemente lui artefice di questa sua fortuna.

Tre titoli in cinque anni in Indycar, e se nel 2020 correva con Dale Coyne, che non poteva certamente permettergli di aspirare al campionato, da quando è in Ganassi ha perso solo nel 2022, anno in cui era in causa con il team e in cui, appena finite le beghe legali, dominò l’ultimo appuntamento stagionale a Laguna Seca. Due titoli consecutivi, come non accadeva da tredici anni, quando Dario Franchitti, sempre con Ganassi, fece back to back nel 2010 e nel 2011.

Il futuro di Palou adesso sembra essere roseo, anche se l’ipotesi della F1 sembra essere purtroppo tramontata: innanzitutto, c’è ancora la Indy 500 da conquistare, poiché, nonostante ci sia arrivato vicino nelle ultime tre edizioni, non ha ancora vinto la gara più prestigiosa del calendario. Ma anche fuori la Indycar le opzioni sono immense, a partire dal mondo endurance. Quest’anno ha debuttato alla 24 ore di Le Mans con Cadillac, chiudendo settimo e dimostrando grande ritmo, conducendo la gara negli ultimi tratti. E poi c’è l’IMSA, con la 24 ore di Daytona, senza contare che potrebbe pensare di allargarsi in Nascar o magari tornare in Giappone, dove ha costruito la sua fortuna tra Superformula e SuperGT. Prospettive immense per un ragazzo di appena 27 anni, che forse, in questo momento, è il più forte al mondo a non essere in Formula 1.

Power, una sconfitta che non meritava

L’altro lato della medaglia è quello di Will Power, che a Nashville ha subito una mazzata terrificante. Le possibilità di vittoria non erano moltissime neanche alla vigilia, con quei 33 punti da recuperare, ma l’australiano era partito a testa bassa, deciso a vendere cara la pelle. Il problema alle cinture gli ha privato non solo di una resa onorevole, ma anche di chiudere sul podio del campionato: Colton Herta, vincitore della gara, ha infatti chiuso secondo, mentre Scott McLaughlin è giunto terzo in extremis.

Power non meritava questa sconfitta, soprattutto per ciò che aveva passato: dopo il titolo conquistato nel 2022, lo scorso anno era stato sottotono, deconcentrato da problemi di salute avuti dalla moglie, che fortunatamente sembra essersi ripresa. L’immagine dei due coniugi Power abbracciati in lacrime a Road America, gara del ritorno alla vittoria del pilota Penske dopo due anni, resta la foto più bella del campionato, e da lì era iniziata una risalita che l’aveva portato a giocarsi il titolo fino alla fine. Non è bastato, e adesso le primavere sulle spalle iniziano ad essere tante: a 43 anni questa potrebbe essere stata l’ultima possibilità, anche se va detto che in un campionato come la Indycar, dove l’esperienza conta più della velocità, non si può mai dire mai.





Tags : alex palouindycarNashvillenasvhille superspeedway
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.