Signore e signori, in questo Rally di Svezia abbiamo probabilmente assistito al miglior Ott Tanak da quando l’estone ha iniziato a far segnare vittorie pesanti. Il #8 di casa Toyota non ha semplicemente vinto, ha stravinto, rifilando un distacco veramente ampio a tutti gli inseguitori, e coronando il tutto con una Power Stage letteralmente dominata.
Prima del passaggio del leader, infatti, i migliori erano racchiusi in poco più di 2 secondi. Tanak è riuscito ad abbassare di ben 3.5 secondi il miglior tempo, fatto che gli ha consentito di portarsi ben 30 punti a casa, insieme ovviamente alla vetta del Campionato del Mondo.
Esapekka Lappi (+53.7) riesce infine a mantenere il secondo posto, che rappresenta il suo miglior piazzamento dai tempi della vittoria come outsider al Finlandia 2017. Si tratta del secondo podio in altrettante gare per la rinata Citroen, che trova nel giovane finnico un’ottima seconda guida per aiutare Ogier quando questi è in difficoltà, come è successo proprio in questo weekend.
Il pilota della casa francese riesce infatti a rubare qualche punticino a Thierry Neuville (+56.7), giunto anch’egli al secondo podio su due Rally disputati, al quale tuttavia non riesce il sorpasso in extremis. Il belga, pur avendo spinto al massimo in Power Stage (conclusa al secondo posto) non è riuscito a guadagnare abbastanza per issarsi in seconda piazza. Il sorpasso in classifica su Ogier è stato comunque compiuto, e ora l’obiettivo da inseguire si identifica nella forma di Ott Tanak.
Nulla da fare per Andreas Mikkelsen (+1:05.4), che nell’ultima giornata di gara è costretto a cedere 2 posizioni a piloti evidentemente più veloci di lui. Non una prova da buttare quella del norvegese, rimasto la miglior Hyundai in classifica per buona parte dell’evento, ed in grado di concludere la corsa appena dietro al più quotato Neuville. Che il #89 stia finalmente superando le difficoltà di adattamento alla vettura che tanto lo hanno fatto penare nell’ultimo anno?
Quinta la migliore delle Ford, pilotata da un Elfyn Evans (+1:08.2) che ottiene anche un lusinghiero terzo posto in Power Stage. Non una brutta prova per il gallese, che è infine giunto a poco più di 10 secondi dalla zona podio. Servono altre prestazioni simili a questa, per sperare di portare qualche soddisfazione a un team in difficoltà.
Kris Meeke (+1:38.8) conclude al sesto posto una gara dai due volti: il nordirlandese è stato molto discontinuo, rivelandosi molto più veloce nella seconda metà di gara rispetto a quanto non lo sia stato nella prima. Chissà che le cose non possano migliorare in Messico, laddove il #5 riuscì a vincere roccambolescamente nel 2017.
Una prova fortemente condizionata da una scelta di gomme non ottimale relega Sebastien Loeb (+1:49.7) in settima posizione. Il Cannibale francese, diversamente da quanto accaduto al Montecarlo, non è stato in grado di far valere la sua esperienza, risultando spesso lontano dal ritmo dei migliori. Un qualcosa di indubbiamente imputabile alla scarsa conoscenza della Hyundai, unita ad un evento che non ha mai amato particolarmente come quello svedese (in cui Loeb è stato in grado di imporsi solo nel 2004).
Pontus Tidemand (+3:37.7) chiude la lista delle WRC ufficiali a punti: lo svedese è stato sfortunato venerdì con quel problema all’acceleratore, e di lì in poi ha condotto una gara in cui ha alternato ottime PS ad altre con tempi meno lusinghieri. Non è tutto da buttare per il 2 volte campione di WRC-2, che ha dimostrato di non cavarsela male anche sulle più grandi WRC.
Fuori zona punti Jari-Matti Latvala, Teemu Suninen e Sebastien Ogier, con il solo francese in grado di racimolare 2 punti tramite il quarto posto in Power Stage.