Toyota domina con una sola auto, mentre la GR010 gemella accusa alcuni problemi. Inaffidabilità tecniche un po’ per tutti, con una sola Hypercar per top team che non ha incontrato inciampi. Comunque un grande spettacolo a Portimao, alla fine ci sono cinque diverse auto nei primi 5 posti. In LMP2 grandiosa gestione di United Autosports, che segna una doppietta regolando WRT e Prema. Sfida fino all’ultima curva in GTE-Am, con Catsburg sulla Corvette che riesce a resistere agli attacchi di Rovera su Richard Mille AF. Terze le Iron Dames.
Non siamo neanche partiti e subito c’è un problema per la Peugeot #93, che non riesce a schierarsi in tempo e trova la pitlane chiusa. Failure al servosterzo, che è stato cambiato, la 9X8 partirà dalla corsia box con un giro di ritardo. Tutte le altre auto partono come da risultati della qualifica. Dopo i canonici (da quest’anno) due giri di formazione, luce verde, si parte! Le Ferrari ci provano sulle Toyota, con la #51 che alla seconda curva riesce a infilare all’esterno la Toyota #8, superata pure dalla GR010 gemella. Dietro ai primi quattro c’è la 963 #6, seguita dall’altra Porsche, numero 5, che spinge fuori pista la Peugeot #94. L’auto francese non chiude il gas, allarga e riprende la pista mantenendo la sesta piazza, con la Cadillac alle spalle, che si è infilata davanti alla LMDh di Stoccarda. Glickenhaus e Vanwall partono fin troppo cautamente, venendo sfilati da qualche LMP2. È addirittura 17esima la Vandervell 680. Tra le LMP2 Doriane Pin, alla guida della Prema #63, perde la testa della corsa in favore di Gelael su WRT #31. Brutta partenza per la Vector #10, con Cullen che dalla seconda posizione si trova quinto, sopraffatto dalle due United Autosports, con la #22 davanti alla gemella. In partenza anche Ben Keating su Corvette Racing #33 non è riuscito a mantenere la prima piazza di categoria, essendo stato superato da Alessi su AF Corse #21. Terze le Iron Dames. Si chiude il primo giro, con la 499P #51 che mantiene la seconda posizione sulla Toyota, mentre la GR010 #7 prende margine. Nel frattempo parte dalla pitlane la Peugeot #93. Prova Buemi a riprendersi la posizione su Calado, il francese cerca di infilare il muso della Toyota nel tratto guidato a metà pista, poi si accoda e dopo il rettilineo affonda il colpo in ingresso curva 3. Terza la Ferrari, mentre l’altra 499P viene a sua volta attaccata, Vanthoor sulla Porsche 963 #6 è passato. Al settimo giro, dopo 10 minuti dallo start, si lancia dentro Nielsen e riporta la 499P in quarta piazza, mentre l’altra Ferrari è a 12 secondi dalla prima delle GR 010, già in fuga. All’undicesimo giro, 15′ dalla bandiera verde, si risveglia anche Westbrook, che dopo aver messo pressione a Cameron sulla Porsche #5, passa al giro 11 attaccando alla prima curva. Prendono coraggio anche le United, con Hanley e Van der Garde che superano Doriane Pin sulla Prema #63, ora quarta. Pla su Glickenhaus è ancora disturbato dalle LMP2 in questa fase, ad esempio da Hanley che si era lanciato dentro appena visto un minimo impuntamento della Hypercar americana. Non ci sono stati grandi errori in questa prima mezz’ora di gara, oltre a qualche leggero contatto al via ci son stati solo due testacoda indipendenti per Hardwick sulla Porsche #88 di Proton Competition e Hoshino sulla Aston Martin D’Station #777. Marciano fortissimo le United Autosports, che raggiungono Gelael su WRT #31 e gli prendono la prima e la seconda posizione. In LMP2 cambia quindi il leader, al comando Hanley sulla United #22, seguito dalla gemella #23. Situazione Hypercar alla mezz’ora con 23″ di margine di Conway, leader assoluto su Toyota, contro Calado in terza posizione. In mezzo a loro la GR010 #8 di Buemi, a 7 secondi di distacco. A metà gruppo Vanwall, che ha ancora quattro LMP2 da superare per ottenere almeno la 10° posizione assoluta, mentre la Peugeot #93 è nelle retrovie, 23esima. La 9X8 è riuscita a superare tutte le GTE, ma è ora dietro alle LMP2, attardata di un giro a causa della partenza dalla pitlane.
Tra le GTE-Am ha 2″ di margine Alessi (AF Corse #21) su Keating e Bovy, con quest’ultima che prova a mettere pressione all’americano sfruttando le LMP2 che stanno doppiando e costringendo ad andare larghe le GT. Soli 35 minuti dal via, inizia già il valzer dei pit stop per le LMP2, dentro subito United #23, Prema #63, Vector #10, Inter Europol #34, WRT #41 e Jota #28. Rientrano tutti gli altri al giro successivo, tra i quali Gelael su WRT #31 e Correa sulla Prema #9. Rimane fuori solo Da Costa sulla Hertz Team Jota #48, più lungo nello stint di due e uno giri rispetto a tutti gli avversari, sorprendente. Ci sono problemi invece per la Vector #10 che si era fermata poco fa, avanza lentamente in pista, e torna ai box.
40′ dal via, circa il 30% di virtual energy tank per tutte le Hypercar, un leggero vantaggio per la Porsche quinta, Toyota e Ferrari praticamente pari. La nuova grafica vuole equiparare la riserva di energia delle varie auto come somma di serbatoio e sistema ibrido, nel totale di MJ di energia allocati per stint. L’energia per stint è uno dei vari parametri costituenti il BoP. La 499P #50 chiede di passare, Nielsen ha chiuso il gap con Calado e si sente più veloce. L’inglese sulla #50 rifiuta di concedere il sorpasso, urlando che “non è più veloce” il compagni di marca. Gli viene chiesto allora di aprire un gap, cosa che sembra non riuscire a fare. Al giro successivo Nielsen si affianca e forza il sorpasso, è terzo ora, vedremo se almeno lui riuscirà a guadagnare qualcosa sulle Toyota. Alla fine di questo giro la Bovy (Porsche Iron Dames) passa su Keating (Corvette Racing) e si prende la seconda piazza. Con 26 giri in 45 minuti è Alessi di AF Corse a comandare la GTE-Am, 5 secondi di margine sugli inseguitori. Cambio di posizioni anche per le Toyota, Buemi sulla #8 viene fatto passare da Conway sulla GR010 gemella, che ha perso molto e forse ha qualche problema, mentre Nielsen sulla 499P sta spingendo molto in questa fase, a 50 minuti dallo start, e si trova a meno di 20″ dalla vetta. 57′ di gara, la Bovy ha raggiunto la AF Corse #21 di Alessi, chiudendo 5″ di margine che l’italiano aveva duramente conquistato. Nel frattempo entrano ai pit le prime Hypercar, dentro Toyota #7 e le due Ferrari, oltre a Glickenhaus e Peugeot #94. Ai box anche Cadillac #2 e Porsche #5, con la V8 americana che arriva al bloccaggio rischiando il contatto. Al giro successivo rientrano GR010 #8, Vanwall e la 963 rimanente, la n°6 di Vanthoor. Non rientra ancora la Peugeot #93, che è partita di fatto un giro dopo, e infatti pitta alla tornata successiva. Ferrari cambia le gomme sinistre, mentre gli avversari sembrano andare tutti su un doppio stint. Inizia anche il giro di pit stop per le GTE-Am, dentro tutti insieme in chiusura del giro 36, mentre la #98 AMR Northwest si becca un drive through per violazione dei track limits.
Superata l’ora di gara, girano insieme le due Toyota, neanche un secondo di distacco tra loro. La Porsche #6 ha superato entrambe le Ferrari durante i pit stop, mentre la 499P #51 che aveva perso la posizione dalla Cadillac è riuscita a rimettersi in coda alla gemella. Quarta e quinta le Hypercar del Cavallino Rampante, che si sono messe a spingere, con le gomme nuove a sinistra, per recuperare il podio. Oltre 30 secondi di margine per le Toyota su tutti gli altri, mentre in LMP2 ha ottenuto un margine enorme Van Der Garde su United #23, con Prema #63 e Hertz Jota #48 a inseguire a distanza, 17 secondi di ritardo. In GTE-Am 18″ di margine per Alessi, mentre si giocano la seconda posizione Iron Dames, Richard Mille e Corvette. Attacco della rediviva Peugeot #94 sulla Cadillac per la sesta posizione, passa facile la francese sulla statunitense, che ha grossi problemi di vibrazioni sulle gomme ora, dopo l’inchiodata in ingresso pitlane di poco fa. Dopo un’ora e 17′ dal via, mentre Ferrari #50 con Nielsen si riprende il podio, inizia il secondo valzer di pit stop per le LMP2, all’incirca con le stesse turnazioni viste in precedenza. Allunga lo stint Da Costa su Hertz Team Jota, un’altra volta. WRT #31 si becca 5″ di penalità per non aver dato precedenza in pitlane a un’altra auto. Cambi di gomme e piloti per tutti, alla fine al comando come al solito le due United #23 e #22 con Pierson e Lubin. Problemini nel frattempo per la Toyota #7, che lamenta perdite di potenze. “Driveshaft” dicono in radio, necessario rientrare. Si capisce poi che cos’è successo, quando viene spiegato a Conway che non sta rispondendo il sensore di coppia sul semiasse. “Rear left corner” dicono dai box, la GR010 viene portata dentro il garage, per cambiare tutto il blocco mozzo-sospensione sinistro posteriore, dove c’è il sensore di coppia che deve inviare alla FIA i dati dell’auto, per verificare che la macchina rispetti i parametri del BoP. Proprio un delegato della federazione ha infatti chiesto ai giapponesi di sostituire il sensore per non incorrere nella squalifica. La GR010 #7 rientra molti minuti dopo, con 7 giri di ritardo dalla gemella leader, gara finita. Superata l’ora e mezza, sempre in fuga Alessi su AF Corse #21, inseguito dai soliti tre: Wadoux (Richard Mille), Bovy e Keating. Le United sono ancora saldamento al comando in LMP2, poi Kvyat su Prema #63 a podio, inseguito da Hertz Jota #48 e Frijns su WRT #31. La sola Toyota GR010 a pieni giri è agilmente al comando in Hypercar, 37 e 43 secondi di vantaggio sulle 499P, mentre inseguono a breve distanza le due Porsche, intervallate da una discretamente prestante 9X8 (#94) che occupa la quinta piazza. Poco più lenta, ma un giro indietro, la Glickenhaus al 7° posto, davanti all’altra americana, la Cadillac che è stata costretta a un secondo pit per cambiare le gomme. Chiudono le Hypercar la Vanwall 9°, quasi indietro di un ulteriore giro, e la Peugeot #93, attardata di un’altra tornata. 33esima assoluta la GR010 #7 dopo l’intervento nel garage.
Incredibile lavoro di Lilou Wadoux, che recupera un distacco siderale e raggiunge Alessi, superandolo facilmente e prendendosi la prima posizione in GTE-Am. Gran passo mostrato dalla giovanissima pilotessa, un secondo e mezzo al giro più veloce dell’ex leader di classe. Nel frattempo, mentre ci si avvicina alle due ore di gara, la Cadillac si riprende la 7° posizione sulla Glickenhaus. Ancora problemi per Vector, colpita dalla Prema #63 e mandata in testacoda. 4h 5min alla fine, pitstop per le Ferrari 499P, mentre Toyota sta arrivando al doppiaggio della Porsche #6 che occupa la quarta posizione. Giovinazzi e Molina prendono il volante delle due rosse, con gomme nuove, rientrano anche Glickenhaus e la Peugeot #94. Dentro anche Toyota e Porsche, mentre Vanwall, che deve ancora pittare, riceve una penalità di 5″ di stop and go per infrazione del regolamento, precisamente per “troppe persone che operavano sulla macchina” in contemporanea. Hirakawa passa al volante della GR010 #8 che resta leader, mentre sulla LMDh Porsche #6 sale Estre. Posizioni immutate dopo il valzer di pit stop, mentre iniziano a rientrare anche le LMP2 per il terzo intervento. È la chiamata anche per le GTE-Am, dentro le varie Ferrari, la Corvette, le AMR. Smonta dalla #83 dopo un solo stint la Wadoux, che era salita in macchina da poco, mentre finisce il suo doppio stint il grande Ben Keating, che cede la Corvette a Varrone. Pit stop anche per Vanwall, che sconta la penalità e deve rientrare di nuovo al giro successivo, e la Peugeot #93 che sta risalendo la china. Arriva la penalità per la #63 per “causing a collision”, 5 secondi aggiunti al prossimo pit. Potrebbe perdere il podio LMP2. Freni caldissimi per Giovinazzi dopo 2 ore e 15′ dallo start, dal muretto consigliano un reset del Brake By Wire, e di fare maggior coasting prima delle staccate. Hanson sulla United #22, inspiegabilmente finito a centro gruppo, cerca di recuperare passando la Prema #9 per la 5° posizione, ma si ritrova invece settimo dopo l’attacco di WRT #41 con Deletraz alla guida. Riesce poi a riprendersi la sesta piazza e a riavvicinarsi nuovamente alla Prema. Cadillac va già al terzo pit stop, staccata da tutti gli altri a causa del mezzo stint sacrificato un’ora fa a causa del flat spot sulle gomme. Mantiene la quinta posizione. “Multi10 e ok, SoC” ancora problemi per Giovinazzi, a cui viene chiesto di provare a gestire i malfunzionamenti di recupero e spinta della parte ibrida all’anteriore, che non sta rispondendo come dovrebbe. Chiesto un altro reset del BBW, oltre al lift and coast prima delle frenate, i freni sono a temperature allucinanti in questo momento. Manca mezz’ora alla metà gara, torna ai box la Toyota #7, che riparte regolarmente. Nel frattempo Giovinazzi, che sembra non avere più il passo necessario a mantenere il podio, viene attaccato e superato molto facilmente dalla Porsche #6 con Estre alla guida. Ancora richieste all’italiano di aumentare il lift and coast prima delle frenate, mentre dal muretto viene anche detto che interverranno sulle prese d’aria dei freni per aprire i condotti maggiormente. Anche la Peugeot #94 si mette alla caccia della Ferrari #51, viene detto a Menezes che il suo passo è migliore di quello di Giovinazzi.
In GTE-Am intanto Rigon sulla AF Corse #54 è pronto ad attaccare la Corvette per il secondo posto, mentre sono le Iron Dames al comando nella classe. Rientra Giovinazzi, a 3 ore 22 min dalla fine, i freni anteriori sono fumanti! Intervengono i meccanici aprendo le prese d’aria, la 499P torna in pista in quinta posizione, davanti a Porsche e Cadillac. L’auto tedesca, guidata da Makowiecki, riesce poi a superare la Ferrari pochi giri dopo. Quarta serie di pit stop per le LMP2 a 3h 20min dalla fine, cambiano il blocco posteriore le Alpine, per una differente configurazione aerodinamica. Beckmann, al volante della Hertz Team Jota, rientra per ultimo, poco dopo Hanson sulla United #22. Sale Ye sulla Hertz #48, che si trova quinta dopo questo pit stop. Al comando la United #23, guidata da Jarvis. Secondo il nostro Bortolotti sulla Prema #63 che ha scontato penalità 5″, mentre Hanson sulla #22 è terzo. Sempre le Iron Dames regine di classe GTE-Am, Corvette e Rigon su AF Corse #54 a inseguire a 8 secondi. 3h 4min alla fine, dentro Molina sulla Ferrari #50, lascia il secondo posto alla Porsche #6, che rientra al giro successivo. Ai box anche la Toyota #8 leader, e la Peugeot #94 sesta. Quest’ultima esce appena davanti alla Cadillac, che è su strategia completamente diversa. Makowiecki sull’altra 963 rientra al giro successivo. Bellissima sfida tra Cadillac e Peugeot, Bamber e Menezes danno vita a una gran serie di manovre offensive e difensive, con il pilota della V-Series.R che riesce poi a completare il sorpasso e prendersi la quinta posizione. Superata la metà gara, terzo giro di pit stop per le GTE-Am, inizia la Corvette questa volta, con Varrone che rinuncia alla sfida con Rigon di AF Corse #54 per la testa. Rientra al giro successivo l’italiano, che lascia il volante a Flohr. In testa alla categoria si issa Cressoni sulla Porsche di Iron Lynx, anche se deve ancora rientrare per il pit stop. Un’altra penalità di Drive Through per la #98, Northwest AMR, sempre per mancato rispetto dei limiti del tracciato! Sarebbe il caso di tenere la macchina in pista e perdere qualche decimo al giro piuttosto che continuare a beccarsi passaggi obbligati in corsia box, ma i piloti sono loro, sapranno quel che stanno facendo… dubbi.
Rientra anche Cressoni, molto allungato questo stint, e lascia la testa delle GTE-Am alla Corvette. Giovinazzi sta provando una incredibile rimonta, sembra che il nuovo settaggio delle prese dei freni effettuato dai meccanici abbia sistemato alla grande l’auto. Comunque non si sente granché il fischio dell’ibrido, probabilmente il sistema non è stato ripristinato completamente. In ogni caso la 499P #51 è alla caccia della Porsche #6, per riprendersi il meritato terzo gradino del podio. 2 ore e 35 alla fine, quinto turno di pit stop, full service per la #23 United con Jarvis alla guida. Rientrano anche gli inseguitori per il podio, in particolare Prema #63 e United #22, seguite dalle Jota e le WRT. Pit stop regolare per la GR010 #7, che è riuscita a smarcarsi di un giro dalla gemella leader. Sono comunque 6 giri di ritardo, ultimo posto di classe, zero punti oggi.
Due ore e mezza alla conclusione, Ferrari sempre a caccia, sta forzando, ma il pit stop obbligato la costringe a rientrare quando la Porsche e il terzo posto erano ormai lì a vista, alla portata. La strategia sarà incrociata con i tedeschi, il problema potrebbe essere che senza interruzioni (SC o FCY) non ci sarà modo di evitare di rientrare una volta di troppo in corsia box. Arriva infatti il pit a 2h 24min dalla fine, passa Pier Guidi al volante, quattro gomme nuove per lui, riparte la rincorsa. Esce settima la 499P #51, sono passate Peugeot #94, Cadillac e Porsche #5. Dopo neanche dieci minuti la Ferrari arriva sulla prima preda, la 963 guidata da Makowiecki. Ci vogliono però molti giri per superare la Porsche, complice anche la Toyota leader che è arrivata a doppiare i due e disturba l’azione dell’italiano. Alla fine la sfida la risolve Pier Guidi, che forza tantissimo la staccata alla curva 1 dopo aver preso benissimo la scia nell’ultimo settore. Preoccupante fumata di carbonio, anche ma non solo a causa dell’ingresso veramente al limite, la 499P sta iniziando ad avere dei problemi permanenti coi materiali frenanti. Ma nel frattempo la rincorsa può continuare: il sesto posto acquisito diventa quinto quando pitta la Peugeot #94, che da quarta finisce sesta, mentre cambia anche pilota. Due ore e 3 minuti alla fine, pittano anche la Toyota leader e la Ferrari #50 seconda. Gomme nuove a sinistra per quest’ultima, tutte nuove per la prima della classe. La Porsche #6, seconda ma virtualmente terza, torna ai box lasciando il podio provvisorio a Cadillac, con la Ferrari #51 in gran recupero che si piazza provvisoriamente quarta. Strano problema per la 963 #5, che percorre tutto l’ultimo settore a velocità bassissima. Possibile che i tedeschi abbiano finito il carburante? L’auto, dopo l’intervento ai box e la salita di Christensen al volante, riparte effettivamente in maniera completamente normale. Era finita la benzina, incredibile. Sesto valzer di pit stop per le LMP2, sempre allineate come in precedenza. Alla fine rimane in testa la solita United Autosports #23, con Hertz Jota che ancora una volta rimane fuori più degli altri. Pit stop anche per Corvette, ultima a farlo tra le GTE-Am, mantiene la testa della corsa davanti alle Iron Dames. Vanwall, che da parecchio tempo stava avendo problemi con un passo gara disastroso, si pianta in pista a 1 ora e 50 minuti dalla fine. Villeneuve, appena salito al volante, riesce a ripartire ed esclude la chiamata di un Full Course Yellow o una Safety Car. Incredibile che per il momento non ci sia stata ancora nessuna neutralizzazione. Viene poi richiesto a Villeneuve di fare un altro reset, fermandosi in pista e ripartendo, ma il pilota prosegue visto che la situazione sembra essersi risolta da sola. Nel frattempo la Porsche #5 con Christensen alla guida rientra in pitlane per problemi idraulici, viene rimosso il cofano in corsia box e i meccanici intervengono controllando il livello dell’olio su un piccolo vaso di espansione posto in cima al vano motore. Ma l’olio lì c’è, sembra che ci siano problemi più grossi, l’auto viene portata nel garage. Intanto Cadillac va al regolare pit stop, ovviamente sempre sfasato dagli altri a causa del problema con le gomme di inizio gara. La Ferrari #51 torna sul podio provvisorio, inseguita a pochi secondi di distanza da Lotterer sulla Porsche #6. Un’ora e 40 al termine, si blocca in pitlane la Toyota #7 che oggi ha avuto diversi problemi, Prova un reset Kobayashi, l’auto si spegne appena prova a muoversi. Si tenta nuovamente un power cycle, stavolta la GR010 riesce finalmente a proseguire e raggiungere la piazzola dei giapponesi.
Tegola per la United #23, per una penalità saranno aggiunti 5 secondi al prossimo pit stop, praticamente l’attuale margine guadagnato in oltre 4 ore sarà cancellato, lasciando ai britannici pochi decimi di vantaggio sulla Prema #63 di Kvyat. Grande sfida per la seconda piazza della GTE-Am, con Rovera e la Gatting su Richard Mille AF e Iron Dames Porsche a sportellarsi. È il ferrarista a ottenere la P2 dopo un lungo inseguimento, finalizzando il sorpasso in curva 1 dopo essersi affiancato in rettilineo. Lontana la Corvette, in vantaggio di 11″ con Catsburg alla guida. Nel frattempo, cosciente della penalità che dovrà pagare, Van Den Garde di United sta cercando di scavare un margine sulla Prema che lo insegue. A un’ora e mezza dalla fine il vantaggio è passato a 8 secondi, dovrebbe bastare. Rientra Pier Guidi sulla #51, purtroppo in un momento che lo costringerà sicuramente a un ulteriore pit stop entro fine gara. Lascia il podio provvisorio, e lascia anche più di qualche grammo di carbonio sulla pistola dei meccanici, perché quando questi intervengono per il cambio gomme c’è una nuvola di polvere nera che si alza dai cerchioni. Sintomo che i freni sono ben oltre il limite da troppo tempo e si stanno consumando in maniera incontrollata. È chiaro che il recupero elettrico all’anteriore non sta ancora funzionando bene. Meno di un’ora e venti alla fine, settimo ingresso in pitlane per i pitstop tra le LMP2, questa volta entrano prima le seconde linee, mentre i primi di classe sono riusciti ad allungare gli stint, in particolare le United Autosports che questa volta rimangono davanti fino alla chiusura del 172esimo giro per poi rientrare. Il timing è perfetto, entrando al giro successivo ci saranno due stint da circa 36-40 minuti e 23-25 giri da completare ancora, per arrivare con un minimo di margine a fine gara col più basso numero possibile di pit stop. Tutti molto precisi e ordinati nei team LMP2, gara ben controllata e gestita. Bella sfida in uscita dai box tra Inter Europol e Hertz Jota per la quarta posizione. Il team polacco, arrivando con gomme più calde, ha superato il team UK alla staccata della Vip Tower. Pasticcia in piazzola la United #23, che forse per problemi alla radio non si è accordata con Van Der Garde per lasciare il volante a Jarvis. L’auto nonostante le incertezze dei membri del team dovrebbe essere riuscita a servire la penalità ricevuta precedentemente, mentre la sorella #22, a causa del cambio di tutte le gomme, si trova 7 secondi dietro a Kvyat, che sulla Prema ha preso la testa della corsa. 70 minuti alla fine, Toyota al comando con enorme vantaggio, mentre la Ferrari #51 continua la rincorsa: piomba su Duval (9X8 #94) e lo passa fin troppo facilmente, col francese che cede alla sfanalata di Pier Guidi e lascia spazio. Colpo di scena a un’ora e 6 dal termine, a fuoco i freni della Vanwall, esplosi. Villeneuve non può niente, prova a fermare l’auto ma finisce sulle barriere della curva 10. Pilota assolutamente ok, macchina che non si muove, ritiro per il team austro-tedesco. Subito chiamata la Safety Car, anche perché i commissari devono intervenire con gli estintori. Pitlane chiusa per il nuovo regolamento 2023, quindi pit stop non consentiti, a meno di non essere rimasti senza carburante: in tal caso è concesso uno splash and go di 5″, molto svantaggioso, utile solo per non rimanere a piedi.
Si riparte dopo 12 minuti, Toyota #8, le Peugeot e la Cadillac vanno subito ai box senza passare dal via, le due Ferrari sono davanti a fare il passo. La #51 però ha un giro in meno delle inseguitrici, visto che si è trovata incastrata dalla Toyota sotto SC. Al giro successivo rientrano Ferrari #50 e Porsche #6, la GR010 leader ripassa e mantiene un intero giro di vantaggio. Tutte le GTE-Am pittano in questa fase, c’è tanto traffico in pitlane. Ne è vittima la 499P #50, che perde qualche secondo sbagliando piazzola ma correggendo subito. La Ferrari gemella, con Pier Guidi al volante, è l’unica Hypercar che rimane in pista tra quelle là davanti. Mentre la Porsche #6 di Lotterer è in pitlane la Ferrari riesce a riconquistare la terza posizione provvisoria, ma in verità la 963 esce dai box a pochissimi secondi di ritardo. Visto il pit che mancherà alla 499P a circa 30-40′ dalla fine, Porsche sarà a podio dietro la Ferrari #50 di Fuoco. Lineare la strategia delle GT, ora Corvette al comando potrà andare fino alla bandiera a scacchi, con Catsburg che controlla gli inseguitori, Richard Mille e Iron Dames. 40 minuti alla fine, rientra Pier Guidi sulla #51. Freni in situazione tragica, no cambio gomme no cambio pilota, solo carburante per provare il miracolo. L’italiano al rientro in pista è a 57 secondi da Lotterer, impossibile arrivare a podio, anzi bisogna iniziarsi a guardare indietro, i freni emettono nuvole di carbonio a ogni staccata. La Safety Car alle LMP2 invece non ha creato nessun cambio di programma, e a 37 minuti dalla fine inizia l’ultimo valzer dei pit stop. La Prema, che aveva superato le United grazie al mantenimento delle coperture, dovrà questa volta perdere più tempo per l’intervento in pitlane. Si ferma presto questa volta la United #22. Mezz’ora alla fine, passano i minuti, ancora non si son fermati i primi della LMP2, mentre la situazione disperata dei freni in carbonio della Ferrari #51 sta cancellando anche la possibilità di tenersi la quarta piazza. Lynn, pilota della Cadillac, è in avvicinamento, e già da lontano si lamenta delle nuvole di carbonio che la 499P emette. Ecco finalmente il pit della Prema, ci provano gli italiani non cambiando le gomme neanche questa volta! Passa la United #22 che si era fermata in precedenza, la gemella numero 23 è avanti di mezzo giro e sta rientrando solo ora. Pure la Hertz Team Jota è ancora fuori, rientra insieme all’altra auto britannica. All’uscita sono tutti vicini, la United #23 è prima per 5 secondi sull’auto gemella, inseguita da WRT 41 e Prema #63, che sono a 3 e 6 secondi. Primi due posti assegnati sulla carta, si giocheranno invece il podio queste ultime due. 28 minuti alla fine, altro colpo di scena, alla staccata della Vip Tower non riesce a frenare Pier Guidi, i freni sono completamente finiti. “Credo che il freno anteriore destro sia rotto” dice mestamente l’italiano in radio dopo essere finito in fondo alla via di fuga, ma riparte facendo rally sulla ghiaia e tornando sull’asfalto. Decide di non rientrare, l’idea è chiara, vuole passeggiare in pista per cercare di portare l’auto al traguardo, il più possibile in alto nei punti. 21 minuti alla fine, si profila un rischio carburante per la Porsche #6, Lotterer viene avvisato di mantenere un buon passo e prepararsi ad avvisare se compaiono allarmi a schermo. I tedeschi sono veramente al limite. La Cadillac è a caccia, 48 secondi di ritardo per il podio, solo un vero problema per i tedeschi potrebbe dare il podio agli americani, oppure un lungo rifornimento forzato.
Non riesce più a frenare la Ferrari #51, dal muretto chiedono a Pier Guidi di mollare un po’, si sta surriscaldando tantissimo anche il disco anteriore sinistro ora, il destro è morto. Inoltre, mantenendo un passo sufficiente, con lift and coast, solo la Peugeot #94 potrebbe superare gli italiani per il quinto posto, mentre il sesto sarebbe mantenuto, c’è un intero giro di vantaggio sull’altra 9X8. Un quarto d’ora alla fine, continua a non funzionare la radio della #23, i meccanici dal muretto scrivono GAP a mano sulla tabella, per dare a Jarvis un feedback. Bellissimo, poetico. 11 minuti alla fine, dal muretto Porsche dicono a Lotterer di rimanere fuori, nonostante il low fuel warning appena comparso sul volante. Neanche detto, al giro successivo la 963 è costretta a rientrare, un veloce splash e riprende la pista. Lynn arriva come un caccia, il gap è sceso a 11 secondi. Pier Guidi nel frattempo sta riuscendo a gestire la sesta posizione, perdendo solo un paio di secondi al giro, il margine sulla Peugeot #93 è sui 50 secondi, a soli 8 minuti dal termine. Si può fare. Tra le GTE-Am invece il vantaggio di Catsburg, gestito dalla ripartenza fino a poco fa, è precipitato in questa conclusione di stint e gara. Rovera, sulla Richard Mille AF Corse #83, è ormai negli scarichi dell’auto americana. L’olandese cerca di gestire la macchina sulle pieghe più lente, per poi allungare nei rettilinei. La Ferrari dell’italiano è palesemente più veloce in curva, ma non riesce a trovare lo spazio giusto anche a causa del vantaggio di motore dell’americana. Anche in LMP2 non è finita: Jarvis sembrava in vantaggio, ma ora il compare Hanson sta studiando l’attacco fratricida. Le due United Autosports sono a meno di un secondo e mezzo di distanza a 5′ dalla fine. Sono chiusi invece i giochi in Hypercar a una manciata di tornate dalla fine. A 3 minuti dallo 0 del cronometro arriva probabilmente un ordine di scuderia in United, che calma i bollenti spiriti di Hanson, che viene mantenuto a un secondo da Jarvis. Rovera invece, che aveva perso qualche metro, non ha ancora mollato: l’italiano sfrutta la Glickenhaus in doppiaggio per cercare l’incrocio sulla Corvette, che ha dovuto lasciare spazio alla Hypercar. Ma ancora niente da fare al tornante della Vip Tower al penultimo giro, Catsburg dall’esterno esce forte e si trova l’interno nella piega successiva. Dall’altra parte della pista intanto Toyota entra nell’ultimo giro passando sul rettilineo d’arrivo. Lì poco dopo transitano i due matti della GTE-Am, con l’italiano che ci aveva appena riprovato l’ennesima, questa volta all’ultima curva grazie al disturbo dell’Inter Europol in fase di doppiaggio. Troppo lontano alla staccata di curva 1, si torna per l’ultima volta alla Vip Tower, dove ci prova addirittura dall’esterno Rovera, ma Catsburg blocca la traiettoria in pieno stile turismo. Nelle curve successive non riesce a mettere il muso davanti l’italiano, anche perché continua a difendersi benissimo Catsburg, che poi allunga sull’ultimo rettilineo, dove passa con 260 millesimi di vantaggio! La stupenda sfida tra i due finisce qua, perché la Toyota GR010 #8 ha appena tagliato il traguardo dell’ultimo giro, ottenendo una vittoria meritatissima: dominio ieri in qualifica e oggi in gara. Perfetti. Un giro indietro Ferrari e Porsche che completano il podio, mentre lo spettacolo odierno si conclude con un dato che non può che fare piacere: Ci sono cinque auto nelle prime 5 posizioni, fuori dal podio sono arrivate la Cadillac e la Peugeot #94. Più staccati gli altri, per problemi vari.
Ottengono il gradino più basso dei podi di classe le Iron Dames in GTE-Am e la WRT #41, che ha battuto la Prema per il bronzo in LMP2.
Appuntamento ora a Spa a fine mese, con l’ultima gara prima dell’evento del secolo, la 24H di Le Mans del Centenario.