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WEC: Alpine vince la 1000 Miles of Sebring! Toyota e Glickenhaus a podio





È di Alpine la prima tappa del Campionato Mondiale Endurance. La bandiera rossa per l’allerta maltempo rovina il finale della gara, comunque dominata dai francesi con un passo insostenibile per tutti. LMP2 ai soliti fenomeni di United Autosports, mentre in GTE la Porsche #92 ha la meglio sulla Corvette. Per la classe GTE Am vittoria di Northwest Aston Martin.

© Alpine

Primo posto di Alpine nelle qualifiche di giovedì sera, marcata a pochi decimi da Glickenhaus. Terza assoluta e prima di classe la debuttante LMP2 Pro/Am di AF Corse, seguita dalla prima delle due Toyota, la numero 8. Parte solo settima l’altra hypercar giapponese, preceduta dalle due United Autosports. Tra le GTE Pro pole position di Porsche, doppietta davanti alla Corvette. TF Sport migliore tra le GTE Am.
Jacky Ickx sventola la bandiera americana per dare il via alla gara, 268 giri previsti, 1000 miglia, con limite di tempo di 8 ore. Subito Toyota alla caccia, mentre Glickenhaus ci prova su Alpine, ma viene invece attaccata dalla United #22 che si ritrova da quinta a seconda in poche curve! Al secondo giro Glickenhaus si riprende la posizione, mentre le Toyota sono già terza e quarta, ma Alpine martella da subito prendendo il largo, 4 secondi di vantaggio in due tornate. Tra le GTE Pro partenza a fionda delle Porsche, mentre sono le Aston di TF Sport e Northwest a lottare per la testa della categoria Am. Dopo 7 giri già i primi doppiaggi, con la Alpine che raggiunge le ultime GTE Am, rischiando nei sorpassi e continuando a mantenere un passo indiavolato. Lontanissime invece le Ferrari in GTE Pro, a causa di un BoP veramente sbilanciato per questo primo appuntamento iridato. Ben 13″ di distacco in 10 giri per il cavallino rampante, mentre le due Porsche e la Corvette sono appiccicate, solo un paio di decimi tra le auto. A mezz’ora dalla partenza continua a marciare imperterrita Alpine, 13 secondi di vantaggio, mentre le Toyota si avvicinano a Glickenhaus e Corvette attacca la #91 e si piazza tra le due Porsche.
United Autosports #22 continua a comandare tra le LMP2 ed è la prima a rientrare per il pit, al giro 19, seguita dalla AF Corse #83. Allunga la compagna di team #23, una delle poche a rimanere in pista, mentre si popola la corsia box. In confronto all’anno scorso sono ben più corti gli stint, a causa della riduzione del serbatoio per le LMP2, e quindi il disturbo alle Hypercar si riduce alla sola fase di partenza. Per la vittoria assoluta c’è quasi certamente un pensiero in meno per la classe regina.
24esimo giro, Toyota accorcia su Glickenhaus incastrata nei doppiaggi, meno di un secondo tra le due. Richiamata al pit la Alpine, mentre a Oliver Pla sulla macchina statunitense viene comunicato che mancano 4 giri al rientro ai box. Rientra Glickenhaus al 27esimo giro, cambio gomme, benzina e pilota, le Toyota invece allungano, con doppio pit al giro successivo senza cambio gomme, ed escono con quasi venti secondi di margine sugli americani. Siamo su stint di 50 minuti circa per le tre Hypercar, che potrebbero riuscire a fare un pit in meno della ex-LMP1 di Alpine, sulla falsariga di quanto visto nella scorsa stagione.

© FIA WEC

Passano ben 31 giri per vedere il primo pit tra le GTE, solo rifornimento sulla Corvette, seguita ai box da Calado su Ferrari. Le Porsche rientrano nel giro successivo mentre ricevono una penalizzazione di 15″ per non aver rispettato la procedura di partenza, da scontare nel prossimo pit. Sarà facile per i tedeschi restare davanti alle Ferrari, invece Corvette può avere una chance per la vittoria.
Europol #34 dopo un contatto ha un problema di spegnimento, si pianta in pista e dopo un reset rientra mestamente ai box, dopo soli 75 minuti dalla partenza della gara, mentre inizia già il secondo valzer di pit stop delle LMP2 con Jota #38 e United Autosports #23 prime a rientrare. Northwest in GTE Am e Alpine in Hypercar fanno il vuoto, oltre trenta secondi di vantaggio sulle inseguitrici in un’ora e mezza di gara, in LMP2 invece scappano le fortissime United Autosports. Corvette passa al comando tra i Pro, con soli 3″ di margine sulla Porsche #92. Le Toyota, che faticano in inserimento con gomme usate, hanno ancora una decina di secondi di margine su Glickenhaus, quarta.
Al giro 50 ancora problemi per la Europol, che si ferma di nuovo in pista causando bandiere gialle e Full Course Yellow, che viene poi annullata quando riparte la #34 con un altro reset. Purtroppo alcuni team non colgono immediatamente la cancellazione del FCY, tra cui Scuderia Cameron Glickenhaus che perde una ventina di secondi. Intanto Alpine rientra per il secondo pit, mentre si ferma per l’ennesima volta in pista la Europol. Forse problemi di elettronica, che causano un quarto e quinto stop poco dopo. Continui power cycle reset, degli “spegni tutto e riaccendi” che non risolvono la questione.
Rientra Glickenhaus al 54esimo giro, la Toyota #7 allunga al giro successivo quando cambia pilota e gomme. L’altra Hypercar giapponese rientra alla 56esima tornata, anche per lei cambio coperture e driver. Torna quindi al comando Alpine, che ha ceduto la testa solo per pochi giri.

© FIA WEC

A quasi due ore dal via Christensen sulla Porsche GTE Pro #92 piomba su Nick Tandy su Corvette, che monta gomme usate. Ne nasce una sfida entusiasmante, con Corvette che chiude tutte le porte possibili sotto la pressione della RSR, mentre i prototipi che sopraggiungono cercano di doppiare i due sfidanti.
Altra serie di pit per le LMP2, dentro Kubica su Prema (terzi di classe) e la solita United Autosports #22, sempre i primi a rientrare in corsia box. Le Ferrari, con BoP svantaggioso e problemi col nuovo carburante ECO, sono a 40″ dai leaders, che continuano a suonarsele ignorando a volte le LMP2 che cercano di superarli. La sfida tra Porsche e Corvette esalta per molti giri, fino al pit stop degli americani a due ore e 63 giri dallo start. La Porsche #92 rientra al 66esimo giro, dopo l’auto gemella, e sconta i 15″ di penalità precedentemente ricevuti. Corvette che si ritrova ora con una dozzina di secondi di vantaggio, e prosegue nella fuga. Due ore e 25 dallo start, giro 76, c’è il terzo pit per Alpine che torna sul tracciato in P3, mantenendo la posizione davanti a Glickenhaus, che rientrerà ai box dieci minuti e cinque giri dopo. Toyota va ai box ancora più tardi, allunga ancora lo stint, scambiando le posizioni tra le proprie hypercar.
Intanto si è registrato un momento storico, quando Seb Ogier si è messo al volante della LMP2 #1 di Richard Mille Racing, debuttando ufficialmente in gara in un evento del WEC. Mentre ci si avvicina alle tre ore di gara Sebastien Priaulx, figlio d’arte, alla guida della Porsche #77 supera Ben Keating su Aston Martin per la piazza d’onore della categoria GTE Am, mentre in top class la Alpine ha ora un vantaggio che sfiora il minuto, passo insostenibile per tutti gli altri.
Sempre le United Autosports al comando in LMP2, con Prema terza e le due auto gestite da WRT a inseguire. In GTE Pro la Corvette resiste a Porsche, tra gli AM la solita Northwest Aston Martin in testa, con al volante Paul Dalla Lana. Nella stessa categoria Leutwiler butta nelle gomme di protezione la propria Porsche #46, per il Team Project 1 è il secondo incidente dopo quello che ha causato la bandiera rossa nelle qualifiche di ieri sera. Procedura complicata per il rientro nel garage dell’auto per sostituire i pezzi, visto il classico muretto presente a lato della corsia box nelle piste americane, che impedisce di ricoverare l’auto in pochi secondi.

© FIA WEC

Raggiunto il traguardo dei 100 giri, pit per le Porsche GTE Pro, con la Corvette che ripassa e continua a marciare forte, allungando il vantaggio in pista. Cambio in testa, con la Toyota #7 condotta da JM Lopez che supera Brendon Hartley sulla #8 con un sorpasso molto profondo, ma facilitato dal neozelandese compagno di marca. Rientro ai box insieme a Glickenhaus, che subisce il doppiaggio dall’auto leader. Nel giro successivo, in una fase di doppiaggio, Lopez si incrocia però con la Porsche Am #88, finendo fuori pista con impatto su guard rail e gomme, che rovina molto il muso dell’auto. Riparte dal prato con foga il pilota argentino, che non sembra voler adeguare la velocità dell’auto alle condizioni della stessa, probabilmente mal informato dal muretto o sottovalutando i danni subiti. Il muso sfortunatamente collassa e tocca l’asfalto, eliminando completamente il carico anteriore e soprattutto la guidabilità e lo sterzo. Il risultato è disastroso, con la Toyota #7 che si schianta cruentemente sulle gomme di protezione alla curva 9, sollevandosi nell’impatto e ribaltandosi. Fortunatamente Lopez esce subito dall’auto, apparentemente illeso. Immediatamente chiamata la bandiera rossa, e anche i soccorsi, visto l’impatto ad alti G-force registrato dai sistemi di sicurezza. Le 4 ore, metà durata di gara, si superano quindi in fase di bandiera rossa, con quasi 40 minuti spesi per ripristinare le protezioni e ricoverare l’auto, dopo lo spaventoso botto della Toyota #7 alla curva 9 del leggendario tracciato della Florida.
A 3:55 dalla fine si riparte, col plotone di auto che rinizia la competizione marciando lentamente dietro la safety car. Dieci minuti circa di riallineamento e riscaldamento ed è green flag, con la Toyota leader di gara che in realtà si sposta appena prima della ripartenza, causa carburante finito. Solo 5 secondi di erogazione, splash and go buono giusto per un paio di giri. È Alpine che inaugura la bandiera verde, avviando la seconda metà di gara, davanti alla Glickenhaus che in realtà è doppiata. Gli americani subiscono pure un drive through, per aver superato un doppiato prima della SC line durante questa ripartenza. Addio sogni di gloria. Ricompattate le GTE Pro, è subito lotta a strettissimo contatto tra la Porsche #92 e la Corvette, che viene infilata tra i bumps di una delle storiche curve in cemento. Tra le LMP2 c’è Prema davanti a tutti, inseguita dalla coppia di United Autosports, mentre è TF Sport a comandare in GTE Am in questa ripartenza.

Si blocca due volte in pista la Ferrari #71, che causa diverse bandiere gialle e un paio di incroci pericolosi, anche nell’ingresso ai box dove si pianta definitivamente, dopo aver costretto la direzione gara a chiamare un FCY, poi abortito. André Negrão continua a spingere fortissimo con la Alpine, con un giro di vantaggio sulle Hypercar avversarie lanciate all’inseguimento. Rientra dopo alcuni giri per il quinto pit dei francesi, trovandosi comunque in testa all’uscita dai box. Stessa scena in GTE Pro dove le Porsche pittano dopo gli avversari e mantengono la testa. Timido tentativo di Ferrari per prendersi l’ultimo gradino del podio, attacco a Nick Tandy che però recupera subito la posizione sulla sua Corvette.
Tre ore alla fine, altro ingresso ai box per Glickenhaus, pit completo e cambio pilota, dentro Pla per Briscoe. GTE che vedono la doppietta Porsche provvisoria tra i Pro e Nicki Thiim leader Am con la Aston Martin Northwest. In LMP2 perde strada la United #22 mentre dietro la macchina gemella al comando si giocano la seconda piazza le due auto di WRT, la #41 “Realteam” contro la #31, in una sfida che vede le auto sfiorarsi per diverse curve. Rientra la numero 41, insieme all’auto leader di classe. Si ripete successivamente il solito valzer di pit stop, che vede alla fine la United #23 in testa alla gara, insidiata dalla WRT #31. Si scatena per diversi giri una sfida tra Jota #38 e Prema #9, con Gonzalez e il nostro Colombo che combattono a strettissimo contatto, e l’italiano alla fine ha la meglio sul messicano per la quarta piazza.
2:47 alla fine, altro pit Toyota, che dopo lo splash and go durante la SC ha più ingressi in corsia box della Alpine, che solitamente è invece costretta a stint più brevi. Stesso numero di pit per Glickenhaus che ha dovuto scontare il drive through a causa della irregolarità in ripartenza. I francesi si trovano ora in testa, con addirittura un giro di margine su entrambi gli inseguitori. Rientra poi anche la Alpine, a meno di due ore e mezza al termine, con Vaxiviere che rimane alla guida e riceve gomme nuove. United Autosports come sempre anticipa i pit in confronto agli avversari, quando ci si avvicina alle due ore, e lascia momentaneamente la prima posizione a Prema e poi a WRT. In ogni caso la #23 torna subito in cima alla classifica LMP2, inseguita dalla #31 di WRT. Seguono a brevissima distanza le due auto gemelle di questi team eccezionali, con la WRT #41 appena davanti alla United #22.

© FIA WEC

Un’ora e 51 minuti alla fine quando viene chiamato un nuovo Full Course Yellow, per ripulire la pista da alcuni detriti. La Project 1, GTE Am #56 seconda di classe, ha perso uno specchietto in un contatto. Approfittano della piccola neutralizzazione diverse auto, tra cui la Porsche ufficiale, l’auto di Iron Lynx e le due United Autosports, che quasi si scontrano in ingresso/uscita dalla piazzola. Col prolungarsi del FCY rientrano anche la Prema LMP2, Project 1 #56 e Glickenhaus, che ne approfitta per un pit stop completo.
Si riparte poco prima dei cento minuti alla conclusione, con la Porsche #92 che ha 35 secondi di vantaggio su Corvette, inseguita a pochi metri dall’altra auto tedesca. In top class è sempre Alpine a comandare, con quasi un giro di margine su Toyota e due su Glickenhaus. Immutata la situazione in LMP2, United al comando con WRT che segue a pochi secondi. Anche in GTE Am situazione stabile, sempre Northwest che gestisce, con mezzo minuto circa su Team Project 1. Un’ora e mezza al termine e nuvole all’orizzonte: il meteo prevede pioggia in serata, forse prima della fine della 1000 Miglia. Qualche team GTE prepara le gomme rain, ma al momento non sembra esserci un rischio concreto, anche se il meteo a Sebring può impazzire rapidamente. Sorpasso di sfondamento per la Aston Martin TF Sport #33 sulla Porsche del team Project 1, mentre in Toyota parlano di pioggia in radio con Buemi, che guardando i nuvoloni neri inizia a sognare l’attacco alla testa della corsa, con Alpine avanti di 1’27” in questo momento.
Viene improvvisamente chiamata una safety car, a un’ora e 9 dal termine, perché ci sono gocce di pioggia in curva 13, forse si teme un mega acquazzone come quello che è arrivato durante il primo giorno del Prologo. Non passa neanche un minuto, con la SC che stava ancora attendendo il leader della corsa, e viene data bandiera rossa! Freitas in radio annuncia “thunderstorm incoming” e per legge della Florida deve essere messo in sicurezza il personale della pista, a causa della tempesta di fulmini in arrivo, e sospesa quindi la corsa. Una mezz’ora di attesa circa, allarme rientrato e si decide di provare a ripartire dietro safety car, quando mancano solo 45 minuti alla fine della gara. Inizia nuovamente la lunga procedura di ripartenza, come dopo il botto della Toyota. Solo splash and go consentiti in pitlane, mentre vengono fatte spostare e riallineare le auto che si trovano in mezzo ai prototipi. Praticamente tutte le LMP2 sono costrette allo splash and go. Purtroppo arriva una nuova bandiera rossa, quando mancano 37 minuti al termine.

© FIA WEC

Mancano le condizioni per ripartire in sicurezza, a causa di una nuova allerta meteo. Arriva effettivamente la pioggia, e cala il buio sulla pista, mentre si vedono i fulmini avvicinarsi. Finisce così la 1000 Miles of Sebring, con la prima vittoria Hypercar di Alpine, guidata da Negrão, Lapierre e Vaxiviere, che regola Toyota #8 e Glickenhaus, al primo podio. In LMP2 dominio di gara di United Autosports con la #23 pilotata da Di Resta, Jarvis e Pierson, che vince davanti alle due auto del team WRT. Grande sfida in GTE Pro, non il classico Ferrari vs Porsche che ti aspetteresti ma una sfida Porsche-Corvette ben combattuta dagli americani. Vince la tedesca #92 con Estre e Christensen alla guida, mentre la gemella #91 è agilmente terza sul traguardo. Chiudiamo con le GTE Am, dove Dalla Lana, Pittard e Thiim portano al successo la Aston Martin del team Northwest AMR. Niente gran finale con l’incognita meteo, a causa dei rischi per la sicurezza del personale di pista e dei team, ma una gara che ha mostrato spunti interessanti e qualche problema. Molto sentito, e apprezzato, il ritorno in una pista storica, che il covid purtroppo ci ha tolto negli ultimi anni. Sicuramente bene, molto bene, la Corvette. Sperando che il BoP (voto 4 per quello che ha subito Ferrari) venga sistemato, potremmo vedere una grande sfida a tre in questa stagione. Non c’è ombra di dubbio che siano state entusiasmanti ed equilibrate le sfide in LMP2 e GTE Am, con tanti ottimi team e auto vicine tra loro, mentre la Hypercar ha deluso. I campionati senza case ufficiali funzionano meglio, vuoi per la LMP2 diventata praticamente monomarca, vuoi per le minori spinte politiche in GTE Am. Riguardo alla classe regina, il BoP ha fallito: Toyota è stata troppo penalizzata, mentre Glickenhaus ha ancora qualche problema tecnico, e dovrebbe forse essere aiutata in questa fase (nonostante teoricamente sia la più favorita dal BoP). La questione Alpine poi è paradossale, dove la “tappabuchi” della situazione si ritrova a essere regina di qualifica, gara e giro veloce. Il mezzo è certamente di prestigio, ex Rebellion LMP1, ma sicuramente le altre due Hypercar, insidiate dalle LMP2 in qualifica e con poco passo gara durante la 1000 Miglia, non possono essere soddisfatte della stato delle cose. Non si può investire in una macchina di nuova generazione e venire umiliati da una ex LMP1 privata non ibrida. Potrebbe anche essere colpa della particolare conformazione di Sebring, ma in ogni caso, visto anche l’ingresso di Peugeot in estate, una seria discussione sul BoP deve essere fatta da ACO e FIA. Appuntamento quindi al prossimo evento: si torna in Europa, per la 6H di Spa, il 7 maggio.





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Tommaso Costa

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