Non sono bastate le garanzie fornite da FIA ed ACO circa l’arrivo di nuovi competitor nella classe regina del WEC. Non sono bastate le modifiche regolamentari proposte per contenere i costi delle nuove LMP1 ibride a partire dal 2020. Non sono bastati i risultati, che continuano ad essere eccezionali e che continuano ad accumulare trofei nella bacheca della Casa di Stoccarda. Porsche, al termine della stagione in corso, seguirà il cammino tracciato da Audi solo pochi mesi fa.
La Casa di Zuffenhausen infatti, come la cugina dei Quattro Anelli, abbandonerà il World Endurance Championship, direzione Formula E. La notizia era nell’aria da mesi, e come nel caso di Audi le voci si erano fatte man mano sempre più insistenti, ma solo il comunicato diramato da Porsche questa mattina ha definitivamente dato l’ufficialità della notizia. “A partire dal 2019, un team ufficiale Porsche gareggerà in Formula E“ – recita il comunicato – “Di conseguenza, l’azienda concluderà la sua partecipazione nella classe LMP1 del FIA WEC alla fine della stagione 2017“. Un anno sabbatico dalle competizioni dunque per preparare al meglio l’approdo in una categoria che al proprio interno raccoglie sempre più costruttori, promettendo un notevole salto di qualità nel corso dei prossimi anni. Anni che, dal punto di vista della strategia commerciale di Porsche, saranno decisivi. L’ingresso in Formula E infatti è visto come una conseguenza della direzione intrapresa dall’azienda con la “Strategia 2025”, che vedrà Porsche impegnata nello sviluppo di una combinazione di vetture GT e vetture sportive esclusivamente elettriche, come ad esempio la Mission E, la prima auto stradale di Zuffenhausen alimentata a batteria.
“Entrare in Formula E ed ottenere il successo in questa categoria è una logica conseguenza della nostra scelta con la Mission E. Il crescente livello di libertà negli sviluppi tecnologici rende la Formula E un campionato particolarmente allettante”, ha dichiarato Michael Steiner, membro del CDA e responsabile del settore R & D di Porsche AG. “Porsche sta lavorando con concetti di propulsione alternativi ed innovativi” – ha proseguito Steiner – “Per noi, la Formula E rappresenta l’ambiente competitivo più avanzato nel quale portare avanti lo sviluppo di vetture ad elevate prestazioni in settori quali la compatibilità ambientale, l’efficienza e la sostenibilità”. E a conferma dell’impegno che Porsche ha intenzione di profondere in Formula E, la Casa di Stoccarda conferma che dei primi test sono già stati svolti nel corso di questa stagione. Stagione che, se segnerà l’addio delle 919 Hybrid, non sarà invece l’ultima per le nuove 911 RSR. “La varietà dei costruttori ed il livello di qualità delle gare del WEC e dell’IMSA ci hanno indotto a rafforzare il nostro impegno e a concentrare le nostre energie nell’impiego della 911 RSR“, ha infatti aggiunto Steiner nel comunicato. “Vogliamo essere i numeri uno. E per riuscirci dobbiamo investire di conseguenza”.
Fa eco alla fiducia e all’entusiasmo di Steiner anche quello di Fritz Enzinger, vice Presidente del programma LMP1. “Formare il team di Le Mans da 0 è stata una grande sfida” – ha detto il principale fautore del ritorno di Porsche nel WEC nel 2014 – “Nel corso degli anni abbiamo composto una squadra incredibilmente professionale e di successo, e questa sarà la nostra base per proseguire. Sono certo che in Formula E continueremo a mantenere il nostro livello più alto: siamo molto fiduciosi e non vediamo l’ora di iniziare“.
E ora il WEC sarà costretto a reinventarsi. Ed a reinventarsi anche con una certa velocità, visto che nella classe LMP1, all’inizio della prossima stagione, il Mondiale Endurance rischia seriamente di ritrovarsi senza nessuna vettura della classe regina in griglia. E’ vero, pochi mesi fa Toyota aveva confermato il proprio impegno nel WEC, ma ora l’assenza di un competitor adeguato potrebbe indurre i nipponici a cambiare idea. Perché se l’abbandono di Audi era stato dettato dalle necessità economiche del Gruppo VW conseguenti al famigerato DieselGate, quello di Porsche non è figlio della stessa motivazione. Erano mesi infatti che i vertici della Casa di Stoccarda lamentavano un’assenza di stimoli in classe LMP1, dove hanno vinto la 24 Ore di Le Mans negli ultimi tre anni, hanno trionfato in 2 campionati su 3 e si stanno avviando alla conquista del terzo, ed è evidente che le garanzie offerte da FIA ed ACO non siano state sufficienti. Soprattutto perché si paventava, in ottica di una riduzione dei costi, un ritorno a dei prototipi dotati di sistemi di propulsione più…”tradizionali”, dotati quindi di sistemi ibridi più rudimentali rispetto a quelli che le 919 H e le TS050 hanno messo in mostra nel corso di questi ultimi anni. Un qualcosa che, dal punto di vista del trasferimento di tecnologie dal mondo delle competizioni a quello stradale, a Porsche non sarebbe andato assolutamente a genio. Di qui dunque la necessità di guardarsi intorno, volgendo lo sguardo verso serie più appetibili dal punto di vista tecnologico, come appunto la Formula E. Che però a Porsche, marchio coinvolto da sempre ai massimi livelli del Motorsport e da quel punto di vista brand di punta del Gruppo VW, potrebbe non bastare. E chissà se questa recente apparizione della Casa di Stoccarda nel Board Tecnico della F1, con tanto di presenza alla riunione tenutasi alla vigilia del GP d’Austria e di placet ad un eventuale arrivo di un nuovo sistema ibrido dedicato alle sole ruote anteriori, non sia un segnale…
Quello che sembra certo, comunque, è che l’era dei prototipi ibridi – per come li abbiamo conosciuti nelle ultime stagioni – è giunta in una maniera inaspettata ad una fine prematura. In pochi mesi abbiamo visto svanire le R18 prima e le 919 Hybrid poi, con la sola Toyota TS 050 Hybrid-Hybrid che non può reggere da sola il peso della categoria. Ora il WEC dovrà necessariamente aprire le porte ai DPI, i prototipi che si stanno facendo largo nell’IMSA, per potersi assicurare la sopravvivenza del campionato. Che però, avendo assistito impotente alla scomparsa di Audi e Porsche, due dei suoi marchi più rappresentativi, dovrà lottare non poco per mantenere appeal sul grande pubblico che aveva imparato a conquistare.