Tantissimi colpi di scena, per una delle più combattute 24 Ore di Le Mans della storia recente. Non solo Toyota e Ferrari a gestire la gara, ma a tratti più o meno lunghi anche Porsche, Cadillac e Peugeot! Alla fine la spunta Ferrari dopo una lunghissima sfida con Toyota, senza risparmiarsi i brividi nel finale. In LMP2 la vittoria va a Inter Europol, nelle GTE trionfa Corvette.
Una gara che ha certamente onorato al meglio il proprio Centenario, sono state ventiquattro ore pazzesche, con continui cambi di leadership ed eventi inaspettati. Grandi emozioni, meteo imprevedibile, un afflusso di pubblico mai visto, 325.000 spettatori presenti! Alla fine per la competizione è stata una ottima chiamata il BoP modificato, a questo punto a ragione, da ACO una dozzina di giorni fa. Molti kg aggiunti a Toyota e Ferrari (37 e 24 rispettivamente) che le hanno avvicinate tra di loro e agli avversari. Da oliare il nuovo meccanismo della Safety Car con pass-around, che da infiltrato nel pubblico ho sentito spesso criticato per l’eccessiva durata delle neutralizzazioni. Vero. Va anche detto che però a livello di gara contribuisce sicuramente a tenere vicini tutti gli avversari e infiammare la sfida per ogni singola posizione.
Dopo una partenza più o meno regolare, con Porsche che ha provato una difesa strenua su Toyota che si era fatta avanti, le giapponesi passano la Ferrari #51. La GR 010 #8 prende poi la testa della corsa superando la 499P #50, mentre la Cadillac #311 che si era schiantata in uscita dalla prima chicane sull’Hunaudieres causa la prima Safety Car. La V-Series.R viene ricoverata nel garage, gara per il vertice già buttata. Bene in avvio IDEC Sport e Corvette, che mantengono la testa delle loro categorie alla partenza.
Dopo l’uscita della SC, che per la procedura di drop-back ha permesso a Jota, partita in fondo, di posizionarsi ultima tra le Hypercar, vediamo la prima sorpresa: Peugeot attacca Porsche. Carichissimi i francesi oggi, partiti all’attacco, non perdono la scia del gruppo dei leader. Le Toyota inizialmente ottengono le prime due posizioni, poi Nielsen ribatte a Conway e si riprende la seconda piazza. Entra quindi ai box per differenziare la strategia. La #50 si ritroverà infine al comando, dopo i pit con stint di durata regolare di tutti gli altri competitors. Fa eccezione Cadillac #3, che a sua volta aveva anticipato.
Iniziano i problemi, a partire dall’incidente di Nielsen Racing alla prima curva, dove il pilota esagera nella sterzata per lasciare spazio alla Hypercar Cadillac e perde l’auto in staccata. Botto sul muro, ritiro. Stessa sorte per Ricky Taylor su Tower Motorsport, in una copia dell’incidente di Action Express di inizio gara. Distrazione e crash per la Ferrari di AF Corse #21 che non vede la slow zone sotto il ponte Dunlop, e colpisce la Aston Martin di GMB, che a sua volta impatta sulla Hypercar Cadillac guidata da Bourdais (#3). È ritiro per le due GTE Am. Abbandonano la corsa anche Iron Lynx (Schiavoni) e Proton, che arrivano al contatto fortuito a Tertre Rouge, incrocio inevitabile dopo lo scivolamento della Porsche dell’italiano, che viene colpita dalla RSR di Proton. Problemi sulla Corvette, che viene portata in garage e lascia la testa a Cairoli di Project 1 #56.
Prime fasi di gara molto animate quindi, che poi alzano ancora di più il livello quando uno scroscio di pioggia improvviso allaga la pista nei pressi delle curve Porsche, a circa tre ore dal via. Perde il controllo la Glickenhaus #709 che si gira, pure la WRT #31 va per campi, arriva lunghissima poi la AF Corse #83, che impatta la LMP2 ferma. Errore anche per Cadillac #2 e Porsche #86, tutti in testacoda. Alla ripartenza la 963 di Hertz Team Jota, improvvisamente trovatasi seconda nel valzer di pit stop, attacca la Peugeot #94 e va in testa! Poco dopo, incredibilmente, Yifei Ye sbaglia e manda la sua Jota sulle barriere alle curve Porsche. Buttata la leadership, anzi la gara, il cinese rientra in pitlane per le necessarie riparazioni in garage, ad ala posteriore e bodywork. Passa al comando la Porsche #75, che poi verrà recuperata dalle Ferrari. Poco dopo altro incidente nelle stesse curve, questa volta è la Aston Martin #72 di TF Sport che termina la sua corsa. Incredibile poi, ritiro anche per la stessa Porsche #75 che si era appena ben distinta, cedimento meccanico, deve abbandonare. Le Toyota in questo momento sono indietro, i cambi gomme non le han favorite.
Sbaglia United Autosports a Indianapolis quando si sta facendo sera, sono le 22 circa, e la Prema #9 la segue nell’errore. Sopraggiunge Team Turkey #923, col pilota che che ignaro della pioggia appena caduta arriva a velocità da qualifica e sull’umido va lunghissimo. Botto clamoroso, ritiro immediato per la LMP2 turca e abbandono, qualche giro dopo e per le conseguenze dell’impatto, per gli italiani.
La notte non raffredda i bollenti spiriti, e gli Am colpiscono ancora una volta: fuori la Toyota #7, coinvolta in un incidente multiplo a causa di un’altra incomprensione per una slow zone, con la JMW Motorsport #66 che sbatte sulle LMP2 di Alpine #35 e Graff #39. La GR 010 viene colpita nell’incrocio delle auto e, dopo essersi fermata in rettilineo, deve ritirarsi, visto che nessuna istruzione del muretto pare farla ripartire. “Prova a fare un burnout, prova a fare qualsiasi cosa” chiedono dai box, cercando di far muovere l’auto in ogni modo, niente da fare, non si schioda, ritiro. Durante la serata sbaglia alla prima chicane Jan Magnussen sulla Inter Europol #32 e colpisce il muro: l’auto riesce a tornare al garage, ma i danni sono troppo elevati, lasciano anche per loro.
Ci sono stati più incidenti nelle prime ore di questa Le Mans del Centenario che nell’intera gara dell’anno scorso! E arriva anche l’annuncio di ritiro per la Porsche #77 di Dempsey-Proton coinvolta in un incidente con United nelle prime ore.
L’ultimo shock notturno è dato dalle leader, le Ferrari 499P. Inizia il dramma per la #50, che viene ricoverata nel garage e per riparazioni perde 6 giri. Si scoprirà poi che un sasso ha bucato il radiatore del liquido di raffreddamento del sistema ibrido ERS. Gara di fatto finita qui. Poi problemi anche per la #51, che per scansare la Proton GTE in testacoda alla chicane Daytona fa la stessa fine, girandosi nella ghiaia. Perde la testa Pier Guidi, che fino a quel momento aveva marciato con passo eccezionale. Al comando sale la Peugeot #94, che con la pioggia sta prendendo pure un discreto vantaggio. Che sia merito dei 150 km/h di soglia attivazione 4×4 ibrido? Da BoP le altre auto hanno 190 km/h.
Ancora una pioggia di ritiri, per restare in tema, nelle prime ore del giorno. Alle 5:00 circa sbatte Cool Racing alla Virage Porsche, dove poco dopo si fermerà Vanwall col motore in fumo. Prima e dopo il ritiro della Hypercar ci sono stati due abbandoni, entrambi in zona Indianapolis: la D’Station #777 spenta e il brutto botto di Proton, che in staccata perde il controllo e va a muro a destra. Chiudono la lista dei macelli mattutini Barnicoat su AF Corse LMP2 #80 e Fassbender su Proton #911, entrambi a muro in zona Maison Blanche, e Serra su Car Guy #57, che ha sbattuto a Indianapolis.
Poi la situazione per fortuna si calma, con i non tantissimi sopravvissuti: 40 auto su 62, 13 Hypercar su 16, 17 su 21 le LMP2 e solo 9 di 21 GTE Am, un disastro. Non molla la Nascar, che ha però avuto qualche problema tecnico e ha perso la sua posizione davanti a tutte le GTE. In quest’ultima categoria inizia a prendere il largo Corvette, autrice di un recupero pazzesco, grazie a Catsburg, Varrone e il miglior bronze del mondo, Ben Keating. Mantengono la testa della corsa nelle ultime ore gli americani, nonostante gli incroci di strategia di Ort by TF e GR Racing, che giungono secondi e terzi dopo la sfida podio con le Iron Dames. Molto tranquilli in gestione in Corvette, col garage che quasi inizia a festeggiare prima della bandiera a scacchi. Situazione molto più tesa per Inter Europol Competition, che a sorpresa (e per merito) si è trovata davanti per molte ore ma è incappata, nelle fasi finali, in alcune penalizzazioni per infrazione di SC e pit stop. WRT #41 sta spingendo da ore, ma l’eroe Scherer, con un piede schiacciato (forse rotto!) nella notte da un’altra auto durante un pit stop, riesce nell’impresa. Completa il podio il team Duqueine.
La sfida tra le due favorite sopravvissute, Toyota GR 010 #8 e Ferrari 499P #51, è epica. Parte da lontano, dalla notte, dal risalire la china dopo alcune scelte sbagliate di gomme, eccessi di fiducia e di cautela di italiani e giapponesi, e si conclude dopo un inseguimento lunghissimo, alternato: a ogni stint entra prima Toyota, poi Ferrari, prima le gomme a uno, poi nello stint dopo all’altro. Coi distacchi che variano, col pubblico che non capisce più come la gara finirà. O meglio, potrebbe finire in ogni modo. Lavorano benissimo nelle ultime ore, in doppio stint, Pier Guidi, Calado e Giovinazzi, con il volante che torna nuovamente a Pier Guidi per l’affondo finale. L’eccellente Brendon Hartley, che con quadruplo stint ha recuperato molto svantaggio, ha provato anche l’attacco all’esperto pilota nostrano, venendo respinto. Sale Hirakawa al volante, per 4 stint anch’egli, e il giapponese arriva molto vicino a superare gli italiani. Incappa poi in un piccolo ma tragico errore ad Arnage, finendo lungo e perdendo minuti vitali. Rientrano però in gara i giapponesi poco dopo, complice una grave incertezza della Ferrari in ripartenza dalla pitlane, con l’auto che non si muove per un minuto! Reset, si riparte, Toyota abbastanza vicina. Pier Guidi per recuperare margine inizia a mantenere un ritmo forsennato, i giapponesi provano il tutto per tutto con slick nuove. Al team italiano ora manca solo uno splash and go più breve degli avversari come ultimo mezzo stint. Sembra fatta, si uscirà dalla pitlane per andare a vincere. Ecco la chiamata ai box, si opera con calma, viene imbarcato anche un po’ più carburante del necessario, mentre l’auto viene controllata in ogni punto critico, pulita dai marbles, ispezionata a dovere. Ok, rientrare, c’è margine, si riparte, ma la 499P non si muove! Di nuovo un reset, come in precedenza, mentre il pubblico si ammutuolisce. Mancano una ventina di minuti, quella macchina deve solo avviarsi, c’è margine, basta solo partire per concludere l’opera! Parla col muretto Pier Guidi, fanno gesti dal garage, reset, ok, accenna a muoversi, non va, si pianta di nuovo per un istante, poi sì, ecco, si sta muovendo! La 499P riprende la pista, un minuto di margine sulla Toyota. Il resto è storia, anzi è già Leggenda, Ferrari vince la 24 Ore di Le Mans del Centenario.