Il Mondiale Endurance non sta vivendo un momento facile, tra elenchi iscritti sempre più striminziti e dubbi consistenti sui regolamenti futuri. Una situazione sempre più critica, alla quale ha contribuito anche l’ultimo round disputato sul “campo”, la Lone Star Le Mans di Austin. Perché sì, Toyota non ha vinto, ma solo grazie ai sistemi di EoT e success balance che definire penalizzanti per le TS050 Hybrid sarebbe riduttivo. E lasciando, ovviamente, dubbi, strascichi e scontentezza generale. A partire da quella di Kamui Kobayashi.
Il pilota giapponese, infatti, ne ha avute per tutti al termine della sei ore americana che ha sancito il successo dell’unica Rebellion in gara e quella che, con tutta tranquillità, potrebbe essere definita un’umiliazione per le Toyota. Se la TS050 #8 ha chiuso con cinquanta secondi di ritardo, ancor peggiore è stata la situazione della gemella #7 (proprio quella di Kobayashi-Conway-Lopez), addirittura attardata di due giri. Troppo a parere del nipponico – e non solo -, ed è per questo che il pilota del Sol Levante a fine gara ha voluto esternare tutta la sua frustrazione verso questo sistema di handicap nei confronti dei prototipi ibridi. Che, in occasione di Austin, ha raggiunto il massimo livello di penalizzazione verso le Toyota.
“Dicono che si tratti di un handicap, ma di fatto è stato deciso chi doveva vincere ancor prima della partenza” – ha infatti dichiarato il furibondo giapponese – “E’ la gara peggiore che abbia mai corso, con questo Balance of Performance si fa scappare la gente dalle corse. Teoricamente nel Motorsport la tecnologia dovrebbe potersi esprimere ai massimi livelli, ma chiunque abbia visto la nostra auto avrà pensato che fosse la più lenta. Rebellion ha vinto, ok, ma nemmeno loro mi sono sembrati soddisfatti di quanto ottenuto. Penso che alla fine siamo tornati a casa tutti frustrati“.
Impossibile poi non fare un confronto con l’IMSA e la sua recente 24 Ore di Daytona, una corsa disputata e vinta proprio da Kobayashi. Confronto che, ovviamente, ha visto il WEC uscire con le ossa rotte. “A Daytona mi sono divertito molto“ – prosegue Kobayashi – “E’ stata una gara tosta, con molte vetture pronte a giocarsela. Nel WEC il divario è enorme, derivato dalla diversa tipologia di auto. Sono sicuro che chiunque abbia visto la corsa abbia cambiato canale dopo un’ora e mezza. Stiamo facendo il contrario di quel che serve a creare una serie di successo“.
Parole pesantissime, che non fanno altro che gettare ulteriore negatività su tutto il movimento del WEC. Dall’altra parte della medaglia, però, è impossibile non pensare che quando a dominare era la sola Toyota i problemi erano i medesimi, ma a parti invertite. Ora per la prossima 1000 Miglia di Sebring dovrebbe esserci una situazione migliore in termini di equilibrio, venutasi a creare proprio in virtù dei risultati texani. Ma questo spettacolo “artificiale” pare davvero non piacere a nessuno: né a piloti, né a squadre né agli appassionati.