Che fine farà Pastor Maldonado? È una domanda che sembra non trovare mai risposta. Il pilota venezuelano ha perso in posto in F1 e tenta con tutte le sue forze di ritornarci. «Ovviamente devo avere un piano B». Ma a quanto pare non riesce a fabbricarselo per bene.
Facciamo un passo indietro. Autosport riporta le parole che il sudamericano ha consegnato alla stampa la scorso giugno. «Ho buone chances di ritornare» diceva allegro riferendosi al Circus. «Ma in quanto professionista, ho bisogno di un piano B. Ci stiamo guardando intorno e in Europa ci sono molte serie interessanti e anche in America c’è qualche opzione».
America significa IndyCar. Già l’anno scorso si parlò di Maldonado in procinto di debuttare nella serie a stelle e strisce. L’idea era di approfittare della fusione tra Herta e Andretti e assicurarsi la quarta vetture del top team Honda. Ma le cose andarono in modo diverso e quella vettura divenne di Alexander Rossi. Il #98 che quest’anno ha vinto la 500 miglia.
Solo che le pretese di Maldonado sono molto particolari. Il pilota «rifornito» (di benzina e soprattutto di dollari) dalla PDVSA non è interessato a correre sugli ovali. Questo significa che cerca un incarico part-time per correre solo su stradali e cittadini. Due terzi dell’anno in pratica.
Perché? Be’, è probabile che Pastor non abbia intenzione di fare carriera in IndyCar. Il che spiega come mai non abbia mai debuttato in questa serie l’anno passato (pur avendo di certo i soldi per farlo). Di conseguenza poco gli interessa fare esperienza su un tipo di circuiti che in Europa non esiste per niente. Anche perché l’obiettivo rimane soltanto uno: rientrare in F1.
Ora, a quale team ha proposto le sue prestazioni? All’unico che abbia un sedile ancora da riempire. La KV Racing, squadra sgangherata e orfana di Sebastien Bourdais. Il team americano per mesi ha flirtato con la Carlin Racing, squadra britannica che nel 2016 ha debuttato in IndyLights. Ma Autosport riporta che Trevor Carlin abbia dato per irrealistica questa partnership.
Un bel problema. Il team è così non solo disorientato, senza pilota, e privo dell’iniezione di risorse umane di Carlin: ha anche il budget aperto. Ecco allora che arriva Maldonado con la PDVSA, e i dollaroni necessari a chiuderlo.
Per entrambe le parti si tratterebbe di una soluzione a breve termine. Di certo ai vertici della KVSH non piacerà, specie se non riescono a trovare un ragazzo disposto a correre sugli ovali (e a correre veloce). Qualche nome sul mercato c’è ancora, ma finora le voci non partono. Anche perché i pochi giovani ancora a spasso (Urrutia e Filippi, per esempio) non sono specialisti di ovali. Eppure almeno la 500 miglia il team vorrebbe correrla.
Ma Motorsport.com ritiene che questo affare con Maldonado sia vitale: «dovesse Kalkhoven fallire nel concludere l’affare con Maldonado, è presumibile che la 14^ stagione della squadra in IndyCar appena conclusa sia stata davvero l’ultima».
La notizia sta rimbalzando un po’ ovunque ma di ufficiale non c’è ancora niente. Ma se il KV Racing sarà al via con Pastor Maldonado, si preannuncia un’ondata di visibilio per tutto il web tra i tifosi. Per non parlare della frenesia tra i giovani ancora sul mercato, ansiosi di giocarsi la propria valigia per le sei gare sugli ovali.