Si muove il mercato piloti della IndyCar Series. E anche se tutti aspettano di vedere cosa farà Alonso, i primi tasselli già si affastellano sulla griglia di partenza del prossimo anno. Il 2019 sarà una stagione impegnativa e i primi colpi d’artificio iniziano a brillare già da ora.
«L’attrattiva maggiore per me al momento è la IndyCar»: con queste parole Marcus Ericsson ha ammesso che sta parlando con la Carlin per un volante nella serie americana. «Per ora stiamo parlando con diverse squadre» ha aggiunto ai microfoni di Racer.com. La squadra inglese ha per ora confermato il solo Max Chilton, sulla vettura 59 (ricordiamo che Chilton ha corso con la Carlin in GP2). Più complicata la situazione di Charlie Kimball, che deve ancora chiudere il suo budget. Anche Ericsson ha corso con la Carlin, al GP di Macao del 2008.
La vera bomba però è che Scott Dixon avrà un nuovo compagno di squadra: non più Ed Jones ma, come preannunciato, Felix Rosenqvist. Il pilota svedese – che quest’anno ha fatto faville in Formula E – era da tempo accreditato per un volante nella serie americana. È però riuscito a firmare il miglior debutto cui potesse aspirare: la seconda guida in un top team come il Chip Ganassi Racing.
«Non vedo l’ora di cominciare» ha ammesso ai microfoni di Motorsport.com. La testata internazionale riporta inoltre, per bocca di David Malsher, che il pilota scandinavo parteciperà a tutti i 17 appuntamenti della IndyCar Series benché continuerà a correre in Formula E con Mahindra. Questo significa che si libererà il suo sedile nel campionato elettrico negli ePrix di Hong Kong, Sanya, Roma, Montecarlo, Berlino e Zurigo (6 corse su 13). Grandi aspettative si scaricano sulle spalle di Rosenqvist: Marshall Pruett, firma top di Racer.com, titola un suo articolo così: «Rosenqvist potrebbe essere un altro Wickens»…
Inoltre è importante segnalare che l’Hardin Racing, la squadra che tempo addietro era data come “scuderia civetta” che doveva favorire il debutto McLaren, ha subito un’evoluzione. Alla IndyCar 2019 è infatti iscritta la «Harding Steinbrenner Racing», nata dalla fusione con la squadra di George Steinbrenner IV (il più giovane team principal della griglia, con soli 22 anni).
La nuova squadra cresce all’insegna della gioventù: due le macchine allineate per l’intero anno, affidate alla coppia meno esperta della griglia. Saranno infatti Patricio O’Ward e Colton Herta, i due giovani rampanti che hanno concluso 1° e 2° nella IndyLights di quest’anno, a pilotare le vetture dell’Harding Steinbrenner. Riporta Motorsport.com che il team riceverà il supporto tecnico di Andretti Autosport: un’indiretta conferma del flirt tanto sussurrato tra le due scuderie.
Un’altra notizia è il rinnovo di Spencer Pigot con Ed Carpenter. Il campione 2016 della IndyLights ha maturato grande esperienza quest’anno, accedendo alla Fast Nine alle Indy 500 e cogliendo un quarto posto a Sonoma. Lo rivedremo quindi a tempo pieno sulla #21 di Carpenter, mentre resta da scoprire chi si alternerà col buon Ed sulla #20. Alcune voci di corridoio sussurravano che anche l’ECR volesse schierare una seconda vettura per l’intera stagione, ma non ha senso speculare su dati ancora troppo vaporosi per essere davvero credibili.
Un’altra conferma per il 2019 è Santino Ferrucci, che si impossessa della vettura #19 del Dale Coyne per tutto l’anno prossimo. È la prima volta da tempo che Coyne riesce a confermare l’intera line-up presto anziché a post-stagione inoltrato. Un vantaggio non indifferente, che questa volta è stato dettato dalle buone prestazione di Ferrucci nelle ultime quattro corse del campionato 2018. Niente male, per un ragazzo cacciato a pedate dalla Formula 2. Tramontano così le speranze di Pietro Fittipaldi, che voleva correre a tempo pieno l’anno prossimo proprio con Coyne.
Si consolida, a detta di Racer.com, anche la posizione del team Juncos. La piccola squadra in realtà non naviga nell’oro ma ha confermato che «avrà due macchine alla Indy 500», anche perché sta preparando la seconda vettura «nel caso un altro pilota si faccia vivo». Ricardo Juncos ha ammesso che sta cercando un pilota con la valigia, perché al momento sponsorizzazioni e investitori scarseggiano. «Vorrei almeno una macchina, magari con due piloti, uno per gli ovali e uno per gli stradali come fa Ed Carpenter».
Il mercato comunque non si ferma qui. Non tramontano le chances di vedere un debutto di Alonso nel 2019 (anche se scarseggia materiale fresco dopo il collaudo di inizio settembre). Oltre ai sedili bollenti della #23 di Carlin e della #32 di Juncos, bisogna ancora individuare il pilota “stradale” che affiancherà Carpenter sulla #20 e chi sostituirà Robert Wickens sulla #6 dello SPM. Per tacere di terze eventuali macchine che (pare) vorrebbero schierare sia il Rahal Letterman Lanigan (autore di un colpo di mercato tra gli ingegneri: l’ingegner McDonald) sia la Carlin. DragonSpeed e Scuderia Corsa potrebbero essere della partita: il che porterebbe la IndyCar a una griglia superiore alle 25 unità.
Ricordiamo adesso le date dei collaudi pre-stagionali della IndyCar Series 2019, durante i quali avremo modo di monitorare l’inizio del nuovo campionato a stelle e strisce (e delle love stories tra i team e i nuovi piloti).
Austin 22-24 febbraio
Indianapolis 24 aprile
Laguna Seca 22 settembre
I team potranno effettuare test privati dal 1° ottobre di quest’anno all’11 settembre dell’anno prossimo, salvo sotto Natale e la Festa del Ringraziamento. Non potranno collaudare, inoltre, nella settimana precedente i Gran Premi (eccetto l’inaugurale corsa di St. Petersburg). In ogni caso, non più di tre giorni di test privati pre-stagionali (da completare entro l’11 marzo) saranno tollerati per ciascuna squadra. I debuttanti avranno a disposizione due giorni in più (sia i team sia i piloti). Un giorno in più è concesso alle squadre che hanno piloti full-time sia in IndyCar sia in IndyLights, e un giorno è concesso ai motoristi.