Anche il secondo giorno di prove libere è andato. Questa volta il più veloce è stato Marco Andretti, in una giornata che ha sancito il grande spolvero dei motorizzati Honda. Ma c’è poco da gioire, perché il team Penske si è nascosto.
Dicevamo che l’oro è andato al figlio e nipote d’arte Marco, alfiere un po’ trascurato dell’Andretti Autosport. Il #98 (numero che ha ereditato da Rossi) ha fissato la sua velocità media a 227,053 miglia orarie (oltre 365 chilometri l’ora). È stato l’unico ad abbattere il muro delle 227 miglia orarie e ha insaccato un bottino di 117 giri. Il suo tempo si attesta a 0’39”6383.
«Abbiamo affrontato una tonnellata di cose oggi» ha commentato a caldo Andretti «ed è stata una giornata piuttosto produttiva. Abbiamo avuto quasi sempre la macchina nel traffico, ma non siamo ancora al 100%. Sono sicuro che tutti stanno affrontando gli stessi problemi, ma noi abbiamo una direzione, e questo è positivo».
Al secondo posto troviamo quella vecchia volpe di Scott Dixon, che ferma le lancette su uno 0’39”7651 (alla velocità di 226,329 miglia orarie). Il neozelandese mette a referto 115 giri per il Chip Ganassi Racing. Il veterano in giornata ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime il suo scetticismo sulle chance di sorpasso. «Sì, credo sia dura» ha confermato Andretti. «Le prime due auto sembrano in grado di scambiarsi facilmente le posizioni» ha osservato Dixon, «ma se sei terzo o più indietro, specialmente se sei dal quinto in giù, le difficoltà sembrano maggiori quest’anno».
Seguono poi Takuma Sato (0’39”8039 a 226,108mph, segnato negli ultimi 40 minuti) e il frizzante deb Robert Wickens (0’39”8078 a 226,086mph). Questo rende la Top 4 tutta in mano a motorizzati Honda: il primo Chevy infatti è Charlie Kimball, al volante della Carlin, col tempo di 0’39”8430, in quinta piazza. Buono il sesto posto di Tony Kanaan, che quest’anno guida per il team di AJ Foyt. Il brasiliano è stato però il responsabile dell’unica bandiera gialla non dovuta a detriti o a una ispezione della pista.
Dicevamo che il team Penske si è nascosto. In effetti le prestazioni di mercoledì potrebbero deludere i più appassionati. Josef Newgarden, cocco di Roger, si classifica 11° (0’40”0417) ed è il primo della squadra. Castroneves (18°), Power (21°) e Pagenaud (24°) si attestano nella metà bassa della classifica nonostante le buone performance di ieri. Ma la squadra più titolata di Olteatlantico ha impostato tutti i tempi cronometrati senza valersi della scia. Anche se non ha rinunciato – specie nel pomeriggio – a testare gli effetti aerodinamici della guida “di gruppo”.
Oltre al team Penske, segnaliamo altre prestazioni anomale. Insospettisce tantissimo la 34^ (cioè penultima) posizione di Graham Rahal, che in passato ha dimostrato di saper correre sugli ovali. Insolitamente bassi anche Sebastien Bourdais (30°), Conor Daly (31°), Ryan Hunter-Reay (22°). L’ex vincitore di Indy 2016, Alexander Rossi, si attesta in 19^ piazza. Le due donne in corsa, Danica Patrick e Pippa Mann, si fermano in 12^ e 25^ posizione.
La giornata di lavoro è stata proficua per molti. Su 35 piloti in pista, 15 hanno messo a verbale più di 100 tornate (pari a 250 miglia, ovvero oltre 400km). Solo Matheus List (16°) ha percorso meno di 60 giri – che poi, per pochissimo: ha chiuso con 59 tornate all’appello. Il maratoneta di giornata è stato James Hinchcliffe per lo SPM, con 129 tornate all’appello.