Una dimostrazione di forza senza precedenti. Fernando Alonso conquista l’accesso alla Fast Nine, alla sessione di qualifica in cui i migliori si giocheranno la pole position della 500 miglia di Indianapolis del 2017. Il pilota della McLaren ci riesce con una prestazione che batte Ryan Hunter-Reay, Tony Kanaan, Helio Castroneves: i pesi massimi della serie americana.
Il sabato era la giornata in cui si dovevano determinare le 33 automobili che avrebbero preso il via della storica corsa. Una formalità, quest’anno, perché gli iscritti sono proprio 33: non c’è bisogno di nessun filtro, non c’è bisogno di scartare nessuno. C’è solo il bisogno di staccare il biglietto e prenotare un posto in griglia.
I primi nove della giornata di oggi andranno direttamente a giocarsi la pole position e le prime tre file da tre macchine in generale. Chi sono questi nove? La notizia è che c’è anche Fernando Alonso, in settima posizione con quattro giri percorsi alla spaventevole media di 230,034 miglia orarie, equivalenti a ben 370,2 chilometri all’ora.
Gli altri otto sono Ed Carpenter, capoclassifica con una media di 230,468 miglia orarie (370,9 km/h); poi nell’ordine: Takuma Sato, Scott Dixon, JR Hildebrand, Alexander Rossi, Will Power, e dopo Alonso troviamo Tony Kanaan e Marco Andretti. Saranno quindi 6 motori Honda e 3 motori Chevrolet a giocarsi le prime tre file della corsa più veloce del mondo.
Le qualifiche sono state molto travagliate. Un temporale che si è abbattuto sulla pista tra la mattina e il pomeriggio ha infatti ritardato l’inizio della sessione fino alle 16.00 locali, costringendo l’organizzazione a posticipare la fine delle qualifiche ben oltre le 18.00.
In più si è aggiunto un incidente terrificante per Sebastien Bourdais. Il francese ha perso il controllo della propria vettura in curva 1, sbandando col posteriore. È andato quindi dritto contro il muro, si è avvitato più volte in aria con la sua vettura e ha anche preso fuoco. Nonostante le orribili immagini che testimoniano questo crash, il #18 ha alzato la visiera: segnale in codice per dire che sta bene. Subito dopo è stato condotto all’ospedale di Indianapolis per accertamenti. Il transalpino ha riportato fratture multiple, anche al bacino: per lui la stagione è finita. La buona notizia è che sta bene e non ha mai perso conoscenza.
Il problema dell’incidente è anche spotivo, perché manca il 33° qualificato per la corsa. Il che metterebbe a rischio il numero magico: i 33 partenti, tradizione sul catino da decenni. L’ultima volta che la 500 Indy ha ospitato un numero diverso di partenti è stato vent’anni fa, quando nel 1997 furono ammessi in 35 alla gara sull’ovale. Una deroga dovuta a una disputa regolamentare (a dei piloti più lenti la qualificazione era stata garantita perché partecipavano al campionato collegato). Ma bisogna risalire fino al 1947, quando ci furono solo 30 partenti per mancanza di fondi, per trovare l’ultima griglia più corta di 33 caselle.
La mancanza di partecipanti ha ripercussioni notevoli. Anzitutto perché nella classifica ufficiale di fine qualifiche la macchina di Bourdais risulta qualificata d’ufficio perché ci sono solo 33 iscritti. In più, come specifica una nota, la #18 è posizionata davanti alla #40 [cioè quella di Zach Veach, che non è nemmeno sceso in pista, ndr] perché appunto ha potuto girare sul catino. Questo significa che Veach e Bourdais sono ammessi al gruppo per le posizioni 10-33 ma solo Veach avrà chances di girare. Al via ci saranno quindi solo 32 auto.
Una cosa è sicura: la giornata è stata densa di emozioni e giunge solo adesso a compimento. Accanto al dominio Honda, di cui tutti eravamo sicuri, bisogna rilevare la delusione di vedere piloti del calibro di Hunter-Reay, Castroneves, Montoya, Rahal e Newgarden fuori dalla Fast Nine.
Questo è anche dovuto al fatto che siccome l’incidente di Bourdais ha ulteriormente ritardato la fine della qualifica, è scattata quello che in gergo si chiama Happy Hour. La pista si è raffreddata, garantendo maggiore aderenza e meno consumo di gomme. Nel contempo l’aria si è fatta più densa e perciò le medie si sono alzate, garantendo agli ultimi un boost in più.