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500 Miglia di Indianapolis: Info, orari, record e latte





Questa domenica si correrà ad Indianapolis la 106esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis, la corsa più iconica del pianeta. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Chris Owens

Il circuito

La 500 Miglia di Indianapolis è considerata una delle corse più iconiche e leggendarie del globo, e non a caso vincerla vuol dire conquistare uno dei tre tasselli di quella che viene definita “Tripla Corona”, ossia il riconoscimento simbolico che viene attribuito a chi vince la Indy 500, il Gran Premio di Montecarlo e la 24 Ore di Le Mans, impresa finora riuscita solo a Graham Hill nella storia delle corse. Il circuito è uno dei più antichi del mondo: inaugurato nel 1909, inizialmente solo come circuito da test, è il terzo tracciato più antico del globo, dopo quello di Brooklands (caduto in disuso) e quello di Milwaukee, e il secondo attualmente in attività. Inizialmente era composto da circa un milione di mattoncini (i Brickyards), ma questi sono stati poi sostituiti dall’asfalto, rimanendo solo sulla linea del traguardo. La prima edizione è stata disputata nel 1911, e da allora ha visto solo sei interruzioni, nel biennio 1917-1918 e nel quadriennio 1942-1945, per via delle due guerre mondiale. Dal 1950 al 1959 la 500 Miglia di Indianapolis è stata anche una prova valida per il mondiale di F1, anche se i piloti europei quasi mai vi partecipavano.

Il tracciato è lungo 2,5 miglia (4,023 km), è composto da quattro curve da 90°, che presentano un’inclinazione di 9°12″, e va percorso per 200 volte, per un totale di (ma guarda un po’) 500 miglia, ossia 804,672 km. La lunghissima distanza di gara la rende “la più lunga delle gare sprint e la più corta delle gare endurance”, come definita da Michael Andretti. Per quanto riguarda il record della pista, questo è stato stabilito nel 1995 dal leggendario pilota olandese Arye Luyendyk, che nel singolo giro arrivò a toccare la stratosferica media oraria di 237.498 mph (382.216 km/h), pari ad un tempo di 37.895 secondi, mentre nei quattro giri di qualifica, in un tempo di 2:31.908, percorse la pista ad una media di 236.986 mph (381.392 km/h); il record sulla distanza in gara è stato invece stabilito proprio lo scorso anno da Helio Castroneves, che in una gara stranamente con poche interruzione vinse in 2 ore, 37 minuti, 19 secondi e 3846 decimillesimi di secondo, ad una media di 190.690 mph (306.885 km/h). Per fare un esempio, il GP più veloce della storia della F1 fu il Gran Premio d’Italia 2003, con Michael Schumacher che vinse ad una media oraria di 247.586 km/h.

Chris Owens

Piloti e team

Passando adesso alle formazioni, ci saranno solo 33 vetture al via della Indy 500, record minimo e numero massimo di vetture ammesse. Non c’è stato quindi il classico Bump Day, la sessione in cui i piloti esclusi si giocano l’accesso all’ultima fila dello schieramento. Sarà sicuramente presente il vincitore della scorsa edizione, Helio Castroneves, che a 47 anni correrà con la freschezza di un ragazzino alla ricerca della quinta vittoria sulla Brickyard, che lo porterebbe direttamente nella leggenda. Il pilota brasiliano correrà per i colori di Meyer-Shank Racing, e al suo fianco ci sarà Simon Pagenaud, anche lui un altro che sa bene come si vince nel circuito dell’Indiana. I due team più sovrarappresentati saranno però Andretti e Ganassi, con cinque macchine a testa: il primo vedrà schierati, oltre ai titolari stagionali Colton Herta, Alexander Rossi, Devlin De Francesco e Romain Grosjean (questi ultimi due rookie), si aggiungerà anche Marco Andretti, figlio del proprietario del team Michael e nipote del leggendario Mario; per Ganassi, invece, correranno Marcuss Ericsson, Scott Dixon, Jimmie Johnson (rookie), Alex Palou e la wildcard Tony Kanaan. Un altro team che schiererà un pilota in più a quelli che schiera normalmente sarà la Arrow Mclaren, che oltre a Pato O’Ward e a Felix Rosenqvist darà una vettura anche a Juan Pablo Montoya, anche lui incurante dell’età e pronto a dare una lezione a qualche ragazzino. In Ed Carpenter Racing, oltre a Rinus Veekay e Conor Daly, si aggiungerà anche il patron del team, Ed Carpenter. Per quanto riguarda poi la Penske, il team del capitano, uno dei favoriti, presenterà la formazione “classica” del campionato, un team di assoluto livello: Josef Newgarden, Scott Mclaughlin e Will Power. Tre vetture anche per Rahal Letterman Racing, con Graham Rahal, Christian Lundgaard (rookie) e Jack Harvey. Anche AJ Foyt Enterprises porterà tre macchine, con Dalton Kellett e Kyle Kirkwood che saranno affiancati da J. R. Hildebrand, in sostituzione di Tatiana Calderon. Due macchine invece per Dale Coyne Racing, con a guidarle David Malukas (rookie) e Takuma Sato, così come per Dreyer Reinbold Racing (team che non partecipa al campionato), con Santino Ferrucci e Sage Karam. Infine, porteranno una sola macchina Juncos Racing con Callum Ilott (rookie) e DragonSpeed (quest’ultima macchina preparata all’ultimo con l’aiuto degli altri team), con Stefan Wilson (fratello del compianto Justin).

Per quanto riguarda le qualifiche, la pole è stata ottenuta da Scott Dixon, che ha preceduto Alex Palou e Rinus Veekay. Se volete conoscere tutte le posizioni, QUI potete trovare il resoconto.

Albo d’oro

Per quanto riguarda l’albo d’oro della 500 Miglia di Indianapolis, ci sono quattro piloti appaiati a quattro vittorie: A J Foyt (1961, 1964, 1967, 1977), Al Unser (1970, 1971, 1978, 1987), Rick Mears (1979, 1984, 1988, 1991) ed Helio Castroneves (2001, 2002, 2009, 2021). Proprio lo Spiderman brasiliano questa domenica può entrare nella leggenda, perché se riuscisse a vincere la quinta edizione (e, per di più, se lo facesse a quarantasette anni), entrerebbe nell’Olimpo delle corse. Oltre a lui, i piloti attualmente in attività ad aver già bevuto il latte in Victory Lane sono sei: ci sono riusciti due volte Juan Pablo Montoya (2000, 2015) e Takuma Sato (2017, 2020), mentre vantano una “sola” affermazione Scott Dixon (2008), Tony Kanaan (2013), Alexander Rossi (2016), Will Power (2018) e Simon Pagenaud (2019). Oltre a loro, ci sono una serie di piloti che sicuramente possono provare a fregiarsi per la prima volta del Warner Borg Trophy: sicuramente, Alex Palou vorrà rifarsi dello scorso anno, quando fu beffato dal “vecchio” Castroneves; i sono poi trai giovani poi Rinus Veekay e Pato O’Ward. Anche Josef Newgarden (che quest’anno ha vinto l’unica gara corsa su un ovale, in Texas) avrà le sue carte, così come il suo compagno di squadra McLaughlin. Ci sono poi i rookie, con Grosjean che finora è andato bene, mentre ovviamente Johnson potrà far valere tutta la sua abilità sugli ovali acquisita in Nascar. Insomma, trovare un favorito è sicuramente complicato. E forse, è questo il bello di questa corsa.

Latte

La particolarità forse più famosa della 500 Miglia di Indianapolis è quella inerente alla celebrazione del vincitore. Paesi arabi a parte, infatti, tradizione vuole che al vincitore venga dato dello champagne sul podio. Qui, invece, dal 1936 viene distribuito latte al vincitore, fornito dalla Indiana Dairy Association. Qui potete trovare la storia di questa curiosa tradizione. Qui di seguito, invece, ecco la lista delle preferenze di trentadue piloti (manca Stefan Wilson).

Classifiche

Sicuramente, il campionato Indycar (così come il WEC con Le Mans) è decisamente meno prestigioso che vincere la singola corsa di Indianapolis, ma è opportuno rinfrescare la memoria sulle classifiche. Si arriva sul catino dell’Indiana. Will Power comanda la classifica piloti con 170 punti, ma grazie agli 11 punti conquistati nelle qualifiche di Indy Palou si è riportato a sole tre lunghezze di distacco, a 167. Terzo è McLaughlin con 152, mentre Dixon si è portato in quarta posizione con 147 punti, davanti a Newgarden a 140. Sesto e settimo sono Herta e O’Ward, entrambi a 132 punti, con Ericsson molto vicino a 125, avanti di due soli punti rispetto a Veekay a 123 e di sette rispetto a Grosjean, a 118. Ricordiamo che a Indianapolis viene assegnato punteggio doppio rispetto al solito.

Joe Skibinski

Orari

La gara sarà visibile su Sky Sport F1, con collegamento che inizierà subito dopo il GP di Montecarlo.

Domenica 29 maggio

106esima 500 Miglia di Indianapolis: 18.45





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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.