E insomma, la Formula E ha preannunciato la svolta. Si entra nella modalità Mario Kart. Ma mi dispiace per noi: purtroppo non assisteremo alla prima competizione reale con cubi oggetto e scorciatoie. La grande rivoluzione annunciata da Alejandro Agag è meno grintosa del previsto.
Il Campionato elettrico conoscerà una serie di innovazioni. Tra cui l’abolizione del cambio vettura e il calcolo della durata degli ePrix in tempo: 45’ più un giro. Questione, quest’ultima, che attanaglia Sebastien Buemi. Il Campione 2015/2016 infatti ha spiegato a Motorsport.com che le strategie dovranno parametrarsi sempre al leader: se passerà sul traguardo a 44’58”, ci saranno due tornate in più da fare. Col rischio palese di rimanere “ a secco” (se così si può dire).
Ma il pezzo forte consiste nella modalità HyperBoost. Cioè alla possibilità, data ai piloti due volte a gara, di impostare una mappa del motore molto più aggressiva per incrementare i cavalli a disposizione. A una condizione però: attraversare una zona specifica della pista. Da un lato, una strizzatina d’occhio alla ricarica wireless di cui molto si parla in ambito elettrico (ma che non ha ancora riscontri sul versante sportivo). Dall’altro, una trovata per scimmiottare i videogiochi e le loro piste più curiose. Impossibile dimenticare, per esempio, il video con cui la Formula E stessa montò i cubi oggetto di Mario Kart in sovrimpressione su uno spezzone di un ePrix…
Secondo quanto riporta Motorsport.com, l’incremento di potenza dovrebbe ammontare a circa 45 Kw, permettendo di raggiungere picchi di 245 Kw. Teniamo presente che in passato vigeva il meccanismo simile del FanBoost, un turbo attribuito ai tre piloti più votati di un sondaggio online aperto fino al 6° minuto di gara. Adesso la strategia cambia: mentre prima il FanBoost si poteva usare solo sulla seconda vettura, adesso l’HyperBoost andrà usato per forza due volte a gara da tutti i piloti. Che nell’usarlo dovrebbero beneficiare di tempi sul giro ribassati di circa un secondo.
Happy birthday Mario Kart! But imagine if it was real… ???? pic.twitter.com/7etN2pBbFq
— ABB Formula E (@FIAFormulaE) August 27, 2018
Negli ultimi mesi si è intanto composta la line-up di tutte le squadre. Con il subentro della Nissan alla Renault, e il divorzio da Nicolas Prost, la squadra dell’e.dams voleva chiudere le danze affiancando Alexander Albon a Sebastien Buemi. La telenovela è andata avanti per un po’, finché poi la squadra giapponese non ha liberato il suo pupillo. Che era appunto in procinto di firmare per la Toro Rosso e rilevare il sedile che era di Brendon Hartley.
Rimane quindi un solo posto disponibile sulla griglia 2018/2019, ed è quella di una delle squadre più prestigiose del lotto. Motorsport.com ritiene che sarà Oliver Rowland a sostituire Albon alla Nissan, anche se il team nipponico ha rivelato che circa 15-20 piloti si erano offerti per correre per loro. Tra l’altro, da giorni va avanti un corteggiamento un po’esplicito dell’intera categoria nei confronti di Fernando Alonso. Che ha liquidato la questione con un: «Non è nei miei piani».
Segnaliamo inoltre il debutto di Stoffel Vandoorne al fianco di Gary Paffett alla guida dell’entrante HWA (la Mercedes mascherata in attesa del debutto ufficiale). Il pilota belga si è detto dispiaciuto di non essersi potuto presentare più preparato al debutto in Formula E: in pratica è dovuto saltare da una vettura all’altra (i test con la Gen2 si sono tenuti a fine settembre) e deve entrare ancora nel mood della serie all-electric. Luca Filippi invece non ha trovato un posto per una seconda stagione completa, mentre rimane in Venturi Edoardo Mortara (al fianco di Felipe Massa).
Tra i debuttanti, oltre ad Alexander Sims e Maximilian Gunther, c’è un altro ex F1 del calibro di Pascal Wehrlein. Correrà in Mahindra dalla seconda gara: nella prima correrà invece Felix Rosenqvist (che invece debutterà in IndyCar nel 2019).