A più di un anno di distanza dall’inizio della pandemia, la Formula 1 mantiene alto l’impegno nella lotta al Coronavirus. Negli ospedali di Leicester, in Inghilterra, le comunicazioni tra il personale medico sono state facilitate dalla tecnologia del Circus.
Era ancora la primavera del 2020 quando il mondo della Formula 1 ha archiviato la rivalità in pista per far fronte all’emergenza COVID: gli ingegneri di ciascun team hanno collaborato per fornire agli ospedali in tempo record dei preziosissimi respiratori e ventilatori, segnando così la nascita del ‘Project Pitlane’. Ad un anno di distanza, l’impegno del Circus continua a dimostrarsi cruciale nella lotta al COVID. Lo conferma l’Università di Leicester che segnala l’adozione della tecnologia della F1 negli ospedali cittadini. In particolare, uno degli elementi di difficoltà affrontati dai medici era la comunicazione in reparto: i vari dispositivi di sicurezza indossati per proteggersi dal virus attutivano il volume della voce, costringendo il personale sanitario ad urlare, il che rischiava di portare a incomprensioni potenzialmente dannose per i pazienti.
Per ovviare al problema, gli ingeneri dell’associazione no-profit Project Pitlane hanno unito le forze con Tim Coats, Professore dell’Università di Leicester. Il risultato è la creazione del nuovo dispositivo MedicCom. Il prototipo, ora adottato nei reparti ospedalieri della città, sfrutta un microfono che amplifica i suoni all’altezza della gola e li trasmette ai cellulari in chiamata tramite Bluetooth, permettendo così a medici e pazienti di comunicare senza problemi.
Il Professor Coats ha dichiarato: “A causa delle protezioni full-body che bisogna indossare, è necessario urlare anche per parlare con chi è accanto a te. Non è solo sfiancante, ma sappiamo che può causare incomprensioni potenzialmente dannose per il paziente. Lavorare con degli ingegneri di Formula 1 è stato fantastico. Siamo riusciti a sfruttare la loro conoscenza nel campo dell’ingegneria elettronica e le loro strutture per produrre in sei mesi un dispositivo che normalmente avrebbe richiesto anni di sviluppo“. Finora nove prototipi sono stati realizzati grazie ai macchinari di Alpine, nella loro sede di Enstone.
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