Messa alla prova in tre occasioni quest’anno (Silverstone, Monza e l’imminente Interlagos), la Sprint Race – all’anagrafe Sprint Qualifying – è il nuovo format di weekend ideato dalla Formula 1. Nel 2022 saranno sei gli eventi ad ospitarla a seguito di una campagna autocelebrativa dei vertici del Circus che fa acqua da tutte le parti.
Partiamo dal presupposto che questo sarà un pezzo opinionistico e che la mia opinione è assai dura nei confronti della Sprint Race (poi Qualifying). A mio parere la trovata non aggiunge nulla allo spettacolo del fine settimana e, anzi, va a ledere il fascino del Gran Premio vero e proprio. Abbracciata questa tesi critica sin dal momento dell’annuncio, sono personalmente rimasto sulla stessa linea a seguito dei due test di Silverstone e Monza. Ma, giustamente, la Formula 1 non deve stare ad ascoltare soltanto me.
L’opinione dei fan è cruciale per la riuscita del business di qualsiasi impresa e il pinnacolo del motorsport non fa eccezione. È con questo intento che la F1 il mese scorso ha allestito un questionario da sottoporre agli appassionati, il quale richiedeva di esprimere giudizi su diversi aspetti riguardanti lo sport attuale e quello che potrebbe essere il suo futuro. Uno di questi era, per l’appunto, la Sprint Qualifying.
A distanza di alcune settimane gli esiti del survey sono stati pubblicati e, per curiosità, sono andato a leggere l’articolo sul sito ufficiale. Ogni passaggio del questionario riportato veniva descritto con precisione quasi chirurgica: Verstappen il più tifato con il 14.4% delle preferenze, ma Hamilton rimane ancora in cima alla classifica per gli inglesi e gli over-35; Baku che nella graduatoria del GP più apprezzato passa dall’1% del 2017 al 13% del 2021; e via discorrendo. Alcune righe più tardi si arriva al tema Sprint Qualifying, prontamente liquidato con un vago riferimento al feedback comunque positivo da parte degli appassionati, per poi passare nella stessa frase all’argomento dei carburanti sostenibili. Insospettito da tanta frettolosità, sono andato a cercare il documento originale in cui venivano riportati i dati specifici, ovviamente non allegato all’articolo.
Con mia poca sorpresa, in uno spettro che copre da -100% al +100%, la domanda “la Sprint Qualifying aumenta lo spettacolo del weekend” ha ricevuto un misero +6%. Il secondo quesito sulla gara del sabato chiedeva se sarebbe stato opportuno disputarla ad ogni evento: -43%. Il peggior riscontro dell’intero questionario, secondo solo alla griglia invertita (-51.5%) e al congelamento dello sviluppo delle vetture (-63.5%).
Nonostante questo palese e diffuso scetticismo, tuttavia, la Formula 1 continua a nascondersi dietro un dito e a celebrare la piena riuscita del nuovo format, tanto sui social, quanto nelle dichiarazioni. I vertici del Circus hanno infatti tutto l’interesse (economico) a promuovere questa trovata, con circuiti ed emittenti televisive disposti a pagare di più in vista di una maggiore audience complessiva. Questo era il piano sin dal concepimento e, salvo sorprese, la F1 continuerà imperterrita per la sua strada. Il sondaggio altro non era che un pro forma, magari nella speranza di venire effettivamente sostenuti. Un po’ come funziona con i questionari che si compilano prima degli esami universitari.