A due giorni di distanza dalla Regina è arrivata anche lei, la monoposto che più di ogni altra nel corso delle ultime due stagioni ha cercato di insidiarne il dominio. E’ stata infatti svelata pochi minuti fa la Ferrari SF90, la monoposto con cui la Scuderia di Maranello tenterà di riportare a casa gli iridi che mancano ormai da oltre 10 anni.
Presentata nel corso di un evento trasmesso in diretta streaming al quale hanno partecipato tutti gli attuali vertici del marchio Ferrari, la SF90 – il cui nome è un tributo ai 90 anni di vita della Scuderia – si è mostrata al mondo al termine di una cerimonia che ha ripercorso i fasti del Cavallino Rampante tornando indietro fino agli anni degli esordi. Sotto lo sguardo vigile di Louis Camilleri, John Elkann, Mattia Binotto e dei due piloti ufficiali Sebastian Vettel e Charles Leclerc, la SF90 si è palesata priva delle ampie aree bianche che hanno caratterizzato la SF70-H e la SF71-H, facendo nuovamente spazio a delle zone nere nella parte posteriore della monoposto, in modo tale da nascondere ad occhi indiscreti soluzioni tecniche.
A spiccare in maniera evidente è l’ala anteriore, totalmente diversa rispetto ai disegni di Mercedes e Red Bull e decisamente più simile a quanto fatto vedere dall’Alfa Romeo Racing, mentre molto semplice è il fondo, palesemente mostrato in questa versione “base” per evitare di scoprire le carte troppo presto rispetto alla prima giornata di test in quel di Barcellona. Qualcosa di certamente più veritiero da quel punto di vista si evince invece dai render diffusi pochi minuti dopo il termine della presentazione: lì si notano infatti un soffiaggio posto parallelamente al bordo d’entrata e due binari doppi “tagliati” da due appendici trasversali.
Con uno schema di sospensioni simile a quello che ha caratterizzato la SF71-H – push-rod all’avantreno ma pull-rod con il terzo elemento idraulico al retrotreno -, la Ferrari SF90 riprende diverse soluzioni adottate dalla sua recentissima antenata. E’ simile alla monoposto del 2018 la disposizione delle bocche dei radiatori, con l’airbox che vede svanire l’ormai diffusa “tripartizione” per tornare ad avere – almeno ad una prima occhiata dall’esterno – un’unica apertura dalla forma triangolare: lecito dunque supporre che la Power Unit 064 del Cavallino Rampante abbia subito un rimaneggiamento dal punto di vista del packaging, cambiando in maniera piuttosto radicale quelle che erano le sue esigenze di raffreddamento. Nella zona posteriore si notano poi il doppio supporto a collo di cigno dell’ala – il cui profilo principale mostra per il momento un disegno per ora molto basilare – e la doppia T-Wing, piazzata a breve distanza dagli scarichi che, come su Alfa Romeo Racing ed Haas, sono disposti “a cascata” con i due terminali della wastegate piazzati sopra quello principale.