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Come il COVID ha permesso a Pietro Fittipaldi di correre in Formula 1





In sostituzione del convalescente Romain Grosjean, ancora alle prese con le conseguenze del terribile schianto avvenuto al via del Gran Premio del Bahrain, il team Haas ha annunciato il debutto di Pietro Fittipaldi. Il curriculum del ventiquattrenne brasiliano risulta spoglio e senza particolari note di merito. Com’è possibile quindi che il “nipote d’arte” sia allineato alle stringenti regole per l’ottenimento della superlicenza? In estrema sintesi la risposta è: una grave frattura e il Covid-19.

pietro fittipaldi

A seguito del precoce esordio in Formula 1 di Max Verstappen, la FIA ritenne opportuno rivedere i requisiti minimi per ottenere il permesso di correre nella massima serie. Tutti i piloti presenti in griglia devono infatti presentare la cosiddetta superlicenza, documento che certifica l’idoneità a prendere il via alle gare di F1. Fino a qualche anno fa, tutto ciò che era necessario per correre all’apice del motorsport era un semplice chilometraggio minimo che il pilota avrebbe dovuto percorrere prima di scendere in pista. Niente vincoli di risultati, solo 300 km corsi al volante di una monoposto F1. Meno di un singolo Gran Premio.
Negli ultimi tempi, una graduale evoluzione e revisione dei requisiti ha portato all’iter richiesto odiernamente: 40 punti-superlicenza accumulati negli ultimi tre anni ed assegnati proporzionalmente al posizionamento conquistato nelle categorie a cui si è preso parte. Ma Pietro Fittipaldi negli ultimi tre anni non ha mai vinto neppure una gara. Com’è possibile che sia in possesso della superlicenza? Tutto grazie ad una serie di (s)fortunate coincidenze, ma partiamo dal principio.

L’ultimo risultato rimarcabile conseguito dal nuovo pilota Haas risale al 2017, quando il brasiliano conquistò la Formula V8 3.5. Grattando sotto la superficie però si scopre che quell’anno solo otto piloti presero continuamente il via alle gare, permettendo ad un campionato scarno e poco competitivo di attribuire la sproporzionata cifra di 35 punti-licenza.
Nel 2018 Pietro si volle dedicare all’Indycar e al WEC. Oltreoceano prese il via ad una sola corsa, nell’ovale di Phoenix, in cui si classificò ventitreesimo. Una sorte ancora più nera si abbatté su di lui nel mondiale endurance quando, nel corso della 6 Ore di Spa, un guasto alla sua Dragonspeed lo spedì contro le barriere ad Eau Rouge. Dal terribile botto Fittipaldi ne uscì con entrambe le gambe fratturate e una stagione conseguentemente trascorsa a bordo pista.

Per il 2019 Haas annunciò il Brasiliano come test driver, ma i risultati in pista continuavano a non brillare. Il giovane intraprese un’anonima campagna nel DTM, conclusa al quindicesimo posto assoluto e senza punti-superlicenza aggiuntivi.
A fine anno Fittipaldi si recò al Consiglio Mondiale del Motorsport chiedendo che i 35 punti ottenuti nel 2017 fossero conteggiati nel 2018, per compensare la stagione passata da spettatore a causa dell’infortunio. Il WMC approvò la richiesta, posticipando di un anno, ossia al 2020, la scadenza di quei preziosi punti.

Fittipaldi si ritrovò dunque a inizio 2020 con cinque punti ancora da conquistare e con in mano un contratto per correre nella F3 Series Asia. Ciò di cui necessitava era un semplice quinto posto finale. La stagione però cominciò male e la scalata alla superlicenza di Pietro sembrava ormai compromessa. Per salvarlo era necessario un miracolo o… una pandemia. Nel corso del campionato, due piloti che precedevano in classifica il rampollo Haas, Devlin Defrancesco e Sebastian Fernandez, abbandonarono la F3 Asia per motivi legati al Coronavirus. Nonostante ciò, Fittipaldi riuscì a colmare il distacco dagli altri due solo all’ultima gara, quando venne in compenso superato da Jamie Chadwick, campionessa della W-Series. Ma il piazzamento così conseguito era lo stretto indispensabile: quinto posto e 6 agognati punti-superlicenza, per il totale che salì in tal modo a 41.

La serie di (s)fortunate coincidenze si è chiusa domenica pomeriggio, al primo giro del Gran Premio del Bahrain. Il -miracolosamente- lieve infortunio che costringerà Romain Grosjean a disertare il GP di Sakhir darà la possibilità a Pietro Fittipaldi di esordire in Formula 1 per il rotto della cuffia. Magari tra qualche anno questa storia verrà tramandata come l’incredibile debutto di un campione. Magari no. Certo è che se il Drake Enzo Ferrari davvero preferiva un pilota fortunato ad uno bravo, a quest’ora il buon Pietro avrebbe avuto già un cavallino rampante sul musetto della monoposto.





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Carlo Ferraro

The author Carlo Ferraro

Classe tanta e '96, comincio a seguire la Formula 1 all'età di sette anni. Da lì la passione per le corse non smette di crescere, fino a far diventare il motorsport parte integrante della mia quotidianità. Ad oggi, tramite FuoriTraiettoria, sono accreditato Formula 1 e Formula 2.