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Ad un orario poco consono, ma tant’è. L’importante, comunque, è che alla fine siano arrivate. Quindi signore e signori, che non si indugi oltre: ecco le Pagelle Rimappate del GP di Baku.

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DANIEL RICCIARDO – 7SATANICHE. Quando parla ai suoi meccanici di “una grande aspirazione” alla vigilia del GP lui intendeva quella per la vittoria. I suoi meccanici però fraintendono e gli piazzano un Folletto sul muso della RB13 per fargli aspirare qualsiasi cosa si trovi davanti sul suo cammino, finendo dopo tre giri con talmente tanto carbonio nelle pinze dei freni da poterci costruire una nuova scocca di una RB13. La gara sembrava persa a quel punto, ma Daniel da buon australiano porta sempre in macchina diversi feticci a forma di Ferrari, Mercedes e chi più ne ha più ne metta. Ci impiega quindi mezzo secondo a prendere degli spilloni infilzandoli qui e là, e grazie a quell’antica magia nera riesce ad eliminare tutti i concorrenti per la vittoria. Era così contento per la vittoria che nel dopo gara lo si sentiva intonare un vecchio tormentone estivo, adattato per l’occasione, che dimostrava a cosa avesse fatto ricorso il #3 per vincere il GP. DANZA VOODOORO

VALTTERI BOTTAS – 8. Se c’è qualcosa che a Baku non fosse azero, quello di certo era il tasso alcolemico del buon Valtteri alla partenza. Prova ne è il fatto che, in preda ai fumi dell’alcool, a causa della somiglianza cromatica riesca a confondere la SF70-H di Raikkonen per un cordolo, decidendo quindi di provare a passarci sopra con tutta la macchina. Finisce così in distantesima posizione, ma poi davanti a lui iniziano a lanciarsi contro le automobili e lui, complice la velocità di punta dello Space Shuttle, costruisce una rimonta talmente bella che persino Renzo Piano pare abbia chiesto una copia del progetto. Termina secondo, e vista la sua nazionalità nel paddock hanno già rinominato quel tipo di arrivo in cui due piloti tagliano il traguardo così ravvicinati tra di loro. PHOTOFINNISH

LANCE STROLL – 6SCOMPARSO. Ci aspettavamo che, durante il weekend, la Heineken querelasse la Martini per la concorrenza sleale causata dalla frequenza con cui avremmo trovato stampato sui muri lo sponsor della Williams per via dei botti di Stroll. E invece il giovane canadese, dopo il test privato ad Austin effettuato prima del GP del Canada, dev’essere rimasto ad Austin. Chiuso in uno sgabuzzino, legato ed imbavagliato, mentre al suo posto è salito un venditore di Hot-Dog abusivo del CoTA appositamente camuffato, che non ha provato ad andare veloce come il vero Lance ma che almeno non ha tentato di trasformarsi in un graffito vivente piantandosi in un muro. Inutile dire che, per la scomparsa improvvisa di Lance, gli uomini Williams siano stati indagati per quel reato che comporta spesso il rapimento della vittima. SEQUESTROLL

SEBASTIAN VETTEL – 1940. Da quando è costretto a rimontare il motore 1 al termine delle FP3 guida con una mano sola, perché con l’altra è troppo impegnato a toccarsi per contrastare le gufate di chi dice che “indubbiamente il motore Ferrari può reggere anche questo GP”. Stava correndo bene, poi il fattaccio: Hamilton, confondendo il cartello della VSC con quello che indica la velocità rilevata, si accorge di essere a più di 50 km/h in un centro urbano ed attiva anche gli aerofreni per evitare di essere beccato dal Velox. Vettel quindi si trova bloccato da lui, ed un tedesco che viene bloccato da un inglese gli riporta alla mente i vecchi tempi andati facendogli salire la Blitzkrieg dirompente. Baffetto nero d’ordinanza, braccio destro teso e ruotata spropositata per provare ad invadere almeno stavolta qualcosa che arriva dall’altra parte della Manica. Si dice che si fosse così calato nella parte che i suoi meccanici non riuscivano a capire per quale motivo chiedesse in radio un cibo tipico del sud Italia, salvo poi rendersi conto che in realtà Seb era solo talmente invasato da chiedere se fosse danneggiato il suo mezzo, che ormai stava utilizzando a mo’ di carrarmato. PANZER ROTTO?

LEWIS HAMILTON – 49KM/H. A Baku il #44 riesce ad infrangere un altro record: diventa infatti l’unico essere umano ad essere stato indagato nello stesso momento dalle Nazioni Unite, dal Senato Galattico e dal Concilio Vaticano per quel look ciabatta – calzino ascellare con cui si presenta al venerdì. Frena più della crescita economica della Grecia nel corso di quel 19° giro, e il contatto con Vettel è inevitabile. Quando però subisce la ruotata iniziano a saltare i nervi anche a lui, e al rientro ai box per la bandiera rossa causa un misunderstanding con i suoi meccanici ripetendo in continuazione “Toglietemi la sicura! Toglietemi la sicura!”. Lui intendeva quella delle granate che portava nell’abitacolo, i meccanici invece sganciano l’unica sicura di cui sono a conoscenza rimandandolo in pista praticamente senza headrest. Ed il fatto che gli fosse rimasta solamente una protezione per la testa, unita alla velocità di punta della sua W08 molto simile a quella del Millennium Falcon, gli è subito valso un nuovo soprannome. HANS SOLO

ESTEBAN OCON – 9,5. Dopo quello che è successo in Canada tra lui e Perez, vederlo arrivare armato fino ai denti nel paddock, con tanto di Kalashnikov e bombe a mano, è il minimo che ci si potesse aspettare. Il Fior di Fragola più aggressivo dell’Azerbaijan attende dunque il momento giusto per restituire il favore al messicano, e non appena gli si affianca gli tira una mina tale da far venir voglia a Celentano di farci un duetto all’istante. Comunque al giovane francese va dato un merito: visto l’accanimento mostrato nei confronti di Perez, dopo la classifica allo Speed Trap la FIA ha deciso di crearne una nuova, consistente nel premiare il pilota che, più rapidamente, ha messo il messicano a muro. SPEED TRUMP

FERNANDO ALONSO – 40. A causa delle 14.876 posizioni di penalità è costretto a partire dalla piazza centrale di Yerevan, la capitale della confinante Armenia, al suono di “Armeno un punto potreste farmelo fare qualche volta!”. E incredibilmente, sfruttando le bandiere gialle, le SC, l’invasione delle forze di Vega e l’arrivo di Silver Surfer, Nando riesce nell’impresa di far guadagnare a quel pesce pagliaccio su quattro ruote punti diversi da quelli fedeltà guadagnati dopo ogni visita all’elettrauto. C’è ancora molto da lavorare, è vero, ma l’asturiano dopo le trasferte in Canada ed Azerbaijan è comunque felice. Vista la poca potenza del suo motore Honda potrà infatti dire di aver visto dopo Huron, Eire, Michigan, Ontario e Mar Caspio, anche quello Turbo. HO VISTO I GRANDI LAG

KIMI RAIKKONEN – 7PIJO. Se domenica sulla terra fosse precipitato un meteorite, state pur certi che avrebbe centrato la SF70-H di Kimi Raikkonen. Probabilmente se avesse comprato la Ferrari delle Lego Technic ed avesse corso con quella avrebbe perso meno pezzi, con Bottas che gli toglie fondo piatto e voglia di vivere, con l’aria che gli stacca via bargeboard e rispetto per l’umanità e con le Force India che gli sgonfiano gomme e maroni in un colpo solo. In più, nelle concitate fasi post bandiera rossa, i meccanici gli fanno salire la Primavera Araba, la Guerra del Vietnam e quella del Golfo messe assieme quando uno di loro decide di trasformarsi nel mago Sylvan facendogli svanire il volante da sotto gli occhi. Il Team Radio successivo di Raikkonen, al cui confronto gli acuti di Bocelli sono dei bisbiglii sottovoce, gli è valso nel Paddock una modifica al suo soprannome, ora più adatto a descrivere questi improvvisi scatti d’ira del #7. ICEBROCCATO

SERGIO PEREZ – 8. Decide di confermare, in un solo weekend, tutti i luoghi comuni sugli indiani e sui messicani andando prima in difficoltà vicino a Latorre e poi venendo fermato da un muro. In gara stava correndo bene arrivando, grazie al suo motore Mercedes, a delle velocità tali da fargli chiedere al team non informazioni sulla gara ma direttamente l’autorizzazione al decollo, ma poi l’arrivo di Estebam lo pialla contro il muro con perizia eccelsa. A fine gara, visto il luogo in cui si trovavano per correre, la sola cosa che potesse fare per mostrare il proprio disappunto era far capire, con un unico dito, che Ocon l’avrebbe mandato volentieri a quel paese. MEDIO ONIENTE

MAX VERSTAPPEN – 18. Ha talmente tanta fretta di rifarsi dopo la cocente delusione subita in Canada che si dice si sia fatto paracadutare direttamente nel paddock del circuito per guadagnare tempo e cominciare a consumare l’asfalto facendo Track Walk con lo stesso passo gara della MCL32 di Vandoorne. Ma anche stavolta, proprio mentre stava iniziando a smascellare per via della scia bianca lasciata da Perez, la sua PU Renault decide di fare il cosplay della sua collega del Sol Levante implodendo di nuovo. A fine gara si dice che fosse così arrabbiato con i motoristi francesi che, vista la vicinanza con la sessione estiva, abbia messo su un vecchio disco di Venditti per creare atmosfera mentre li picchiava selvaggiamente e lucarellamente. BOTTE PRIMA DEGLI ESAMI 

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow