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Quello andato in scena domenica sull’asfalto di Shanghai è stato un GP piuttosto caotico, con parecchi capovolgimenti di fronte. A trionfare è stato Daniel Ricciardo, inarrestabile dopo l’ottima strategia ideata dal box RedBull, con il podio che è stato completato da un ottimo Bottas e da un Raikkonen con ancora troppi alti e bassi. Peccato per Vettel, mentre hanno deluso Lewis Hamilton e, soprattutto, Max Verstappen. Ecco dunque i voti di tutti i protagonisti del Gran Premio della Cina!

© Scuderia Ferrari Press
© Scuderia Ferrari Press

DANIEL RICCIARDO – 9. La parte meno entusiasmante del weekend dell’australiano è la prima parte di gara, quando sembra non averne per impensierire chi lo precede. Poi, con indosso le Soft a seguito dell’ingresso della Safety Car, sembra trasformarsi: non sbaglia più nulla, ed armato di gomme più fresche è semplicemente inarrestabile. Attacca con una facilità disarmante chiunque gli capiti a tiro, ed ottiene una vittoria meritata anche per come era uscito da un sabato complicatissimo.

VALTTERI BOTTAS – 8. E’ davanti ad Hamilton in qualifica, e sembra persino avere la vittoria in pugno ad un certo punto del GP, dopo essere riuscito a sopravanzare Vettel grazie all’undercut e, soprattutto, ad un giro velocissimo. L’ingresso della SC gli scombussola totalmente i piani lasciandolo assieme alle sue Medium in balia di Daniel Ricciardo, che lo sopravanza nonostante una buona difesa. Nel finale resiste a Raikkonen conquistando così una seconda posizione che, per l’andamento del weekend, aveva meritato.

KIMI RAIKKONEN – 7. Recrimina in partenza per il trattamento quasi brusco che gli riserva Sebastian Vettel, ma per assurdo è forse proprio l’attacco al via nei confronti del compagno di squadra il momento in cui il #7 mostra il piglio più aggressivo. Non si registrano infatti tentativi di sorpasso né nei confronti di Hamilton, né di Verstappen, né di Bottas, ed il podio sembra quasi cadergli tra le mani. Va detto però che la sua gara era stata compromessa dalla strategia “sacrificale” che il muretto Ferrari gli aveva riservato.

LEWIS HAMILTON – 5. AAA Hamilton del giro da Pole in Australia cercasi. Il #44 stecca anche in Cina, con una qualifica sottotono ed una gara priva di acuti, con la rocciosa difesa su Verstappen come unica perla. Vede sfumare il podio quando decide di evitare la carambola tra il #5 ed il #33 passando all’esterno della pista e non al suo interno, ma la sensazione è che mancasse proprio il ritmo. A fine GP ringrazia Verstappen per il suo stile di guida, e ne ha ben donde: Vettel rischiava di allungare ancora in classifica, e invece si ritrova con 10 punti di vantaggio in meno.

MAX VERSTAPPEN – 3. Perché commette un errore marchiano e perché, per la sua inspiegabile irruenza, vede sfumare una possibile vittoria. L’eccessiva fretta di avere la meglio su Hamilton lo porta a perdere la posizione da Ricciardo, quella di avere la meglio su Vettel lo porta a perdere il podio. E se l’attacco sull’inglese era in qualche modo comprensibile, seppure nella sua avventatezza, quello sul tedesco semplicemente non ha ragione d’esistere. E 10″ di penalità per aver rovinato la gara altrui, sia nel suo caso che in quello di Gasly, secondo me sono pochi.

NICO HULKENBERG – 8. Il tedesco porta a casa punti pesanti grazie ad una gara solida e priva di errori, riuscendo ad approfittare dei problemi di Sebastian Vettel per guadagnare una posizione rispetto a quella di partenza. Si tiene dietro Sainz per tutto il weekend, e francamente con la Renault attuale non può fare più di così: la R.S. 18 è in crescita, ma non ne ha ancora per stare con le prime tre della classe.

FERNANDO ALONSO – 7,5. La 13^ posizione in qualifica sembra presagire una domenica difficile, invece l’asturiano vola via dalla Cina con in tasca un altro buon risultato. Risale bene il gruppone sfruttando il caos e la Safety Car, ed agguanta nelle battute finali la settima posizione ai danni di un claudicante Vettel. La chiusura nei confronti del tedesco in ingresso di Curva 3 è decisa, forse anche troppo, ma Nando temeva che il motore della Ferrari potesse riportare davanti il #5 prima di Curva 6: difficile biasimarlo del tutto.

SEBASTIAN VETTEL – 8. La partenza non è delle migliori – Raikkonen, dal lato sporco, scatta meglio -, ma nella prima parte di gara tiene un buon ritmo che non lascia avvicinare Bottas. Tiene alta la pressione sul finlandese – pur senza riuscire a portare un vero e proprio attacco – dopo essergli finito alle spalle a seguito del Pit, dopodiché entra la famigerata SC: a quel punto anche lui è preda delle RedBull, e quello che accade con Verstappen in Curva 14 è storia nota. Con le gomme alla frutta ed il fondo danneggiato, il suo unico obiettivo è portare al traguardo una SF71-H difficile da guidare. Ci riesce, ma perde punti importanti. Ed è un peccato, visto il suo giro in qualifica.

CARLOS SAINZ – 6. Chiude in 9^ piazza una gara senza infamia e senza lode, al termine di un weekend in cui non è riuscito mai ad avere il passo del compagno di team. Non riesce a guadagnare la posizione su Vettel nel finale, e conclude esattamente come è partito. Ce lo si aspettava più vicino ad Hulkenberg in termini di prestazioni, è innegabile.

KEVIN MAGNUSSEN – 6,5. Alla guida di una Haas che non sembra così efficace come nel GP d’esordio, il danese conquista un punticino iridato riuscendo a guadagnare una posizione rispetto alla partenza. Visto il venerdì positivo ci si sarebbe però potuto aspettare qualcosa di più.

ESTEBAN OCON – 6. Sfiora la zona punti con una Force India che era apparsa in crescita prima di naufragare nella domenica di gara. Fa quello che può in un GP parecchio caotico per chi corre nelle retrovie, e forse senza la SC che ha vanificato la sua strategia a due soste avrebbe anche potuto centrare la top ten.

SERGIO PEREZ – 5. L’8^ posizione di partenza aveva raccontato di una VJM11 decisamente più efficace rispetto alle prime uscite stagionali, ma la gara mette in mostra tutta un’altra realtà. Checo lamenta di aver perso alcune posizioni al via a causa di un attacco piuttosto “vigoroso” da parte di una delle Renault, ma il vero problema è che non ha il ritmo per recuperarle. Chiude 13° un weekend che immaginava diverso.

STOFFEL VANDOORNE – 4,5. Alonso parte 13° ed arriva 7°, lui parte 14° ed arriva 13°, adottando per di più la stessa strategia dell’asturiano. Credo sinceramente che basti questo per giustificare il votaccio. Il belga ha dimostrato in passato di essere veloce, molto spesso anche velocissimo, ma il confronto con il #14 in Cina è quasi impietoso, classifica alla mano.

LANCE STROLL – 5,5. Guadagna 4 posizioni rispetto al via, ma continua ad essere in palese difficoltà. Inconsistente sul giro secco, con una FW41 che forse fa ancora fatica a capire del tutto, il giovane canadese si risolleva con una gara quasi dignitosa, che lo riporta davanti ad un compagno di team che lo aveva surclassato in qualifica. Sembra però un lontano parente dello Stroll che ha conquistato il podio a Baku nel 2017.

SERGEY SIROTKIN – 5. Lui, a differenza di quanto fatto da Stroll, disputa una qualifica tutto sommato egregia – vista la velocità messa in mostra finora dalla Williams – per poi perdersi in gara. Chiude 15°, alle spalle del compagno di team che gli partiva davanti e con una sosta in più rispetto a lui. Si fa fatica a definirlo quindi un weekend positivo, anche se è indubbia la sua crescita.

MARCUS ERICSSON – 6. In qualifica Leclerc gli rifila mezzo secondo, in gara la maggior esperienza dello svedese si fa sentire tutta e porta la C37 #9 alla 16^ posizione finale. I punti del Bahrain in Cina sembrano un lontano ricordo, ma va detto che l’Alfa Romeo Sauber a Shanghai non era efficace come ad Al Sakhir. Continua comunque a non demeritare nel confronto con un pilota dipinto come predestinato.

ROMAIN GROSJEAN – 5. Termina 17° una domenica difficile, in cui il team non lo richiama ai Box durante il regime di SC nonostante avesse le Medium già a fine vita. Alla ripartenza perde infatti tantissime posizioni, tornando a montare le UltraSoft solamente nella parte finale di gara, quando è ormai troppo tardi per riconquistarle.

PIERRE GASLY – 3,5. Dopo l’impresa del Bahrain, il francese viene escluso addirittura nella Q1 nel corso delle qualifiche. Cerca di risalire la china nel corso della gara, ma l’incomprensione con Hartley rovina la gara di entrambi e vanifica qualsiasi tentativo di rimonta. Un weekend decisamente da dimenticare.

CHARLES LECLERC – 4. Sbaglia in qualifica e sbaglia anche in gara, ma se nel primo caso riesce comunque rimediare tenendosi dietro il compagno di team, nel secondo non trova il modo per mettere una pezza al suo errore ed è costretto a rimanere a lungo in pista con gomme rovinate. Deve crescere e lo ammette senza remore anche lui, ma è la seconda volta consecutiva che Ericsson gli finisce ben davanti.

BRENDON HARTLEY – 4. Mezzo voto in più perché è davanti a Gasly in qualifica, ma una parte di responsabilità nell’incidente con il francese ce l’ha anche lui, visto che sostiene di non aver visto arrivare una monoposto blu metallizzato larga due metri. Conclude con un ritiro una gara probabilmente più difficile di quanto non si aspettasse in partenza.

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow