E’ stato un GP davvero avaro di emozioni, quello di Abu Dhabi che ha decretato la fine della stagione 2017 di F1. Nel corso dei 55 giri della gara è successo davvero poco in pista, con le due Frecce d’Argento di Bottas ed Hamilton che hanno imposto il loro dominio come non le si vedeva fare da tempo. Sarà stato dunque uno dei piloti delle W08 a meritare il voto più alto oppure qualcuno avrà fatto meglio di loro?
VALTTERI BOTTAS – 10. Finisce alle spalle di Hamilton solamente nel corso delle FP. Poi, dal momento in cui il cronometro inizia a contare davvero, sfodera una grinta che sembrava perduta nel corso della stagione e diventa imprendibile per chiunque. Pole, ottima partenza, concentrazione nel resistere senza sbavature alla pressione del #44, gran ritmo e giri veloci sfoderati al momento del bisogno. Chiude in crescendo questo 2017, ma bisognerà capire se sarà in grado di reggere il confronto anche con un Hamilton affamato di vittorie.
LEWIS HAMILTON – 7,5. Ci prova, ma semplicemente Bottas in questo weekend ne ha di più. Perde il confronto diretto sia in qualifica che in gara, arrivando all’errore mentre cercava di indurvi il #77, e termina 2° con 4″ di ritardo. Non è un weekend negativo, questo è certo, ed è corso con la scusante dell’appagamento conseguente alla conquista del 4° titolo, ma da un pilota come Hamilton ci si aspetta sempre qualcosa in più rispetto all'”ordinario”.
SEBASTIAN VETTEL – 8. Anche lui prova a dare il massimo, con la differenza – rispetto ad Hamilton – che non ha la macchina per vincere. La Ferrari ad Abu Dhabi soffre probabilmente più del previsto, accusando un gap importante sia in qualifica sia in gara, dove i consumi eccessivi costringono i due piloti del Cavallino Rampante a tirare i remi in barca ben prima del previsto. Promette di lavorare sodo durante l’inverno in vista del 2018, e visto quanto abbia sofferto la sconfitta di questa stagione non facciamo di certo fatica a credergli.
KIMI RAIKKONEN – 6,5. In qualifica fallisce l’obiettivo minimo della seconda fila facendosi sopravanzare da Ricciardo, in gara non riesce a dare battaglia come vorrebbe per via di un consumo eccessivo del carburante che lo costringe a fare “fuel saving” per tutta la gara. Si difende bene da Verstappen, che non era però particolarmente in forma sul circuito arabo, ed ancora una volta non regge il confronto diretto con Vettel. Il 2018 dovrà essere necessariamente diverso, altrimenti puntare ad un eventuale doppio titolo potrebbe diventare un’utopia.
MAX VERSTAPPEN – 6. Sufficienza stiracchiatissima per il giovane olandese, più lento di Ricciardo in qualifica e poco incisivo anche in gara. Sfrutta i problemi di consumo occorsi alle SF70-H per rimanere a contatto almeno con la Ferrari del finlandese, eppure non riesce a tentare neppure un affondo nei suoi confronti. Una gara incolore, ben diversa da quelle a cui ci ha abituato.
NICO HULKENBERG – 8,5. Il weekend del tedesco è ottimo, soprattutto perché questa volta vince in maniera netta il confronto con un compagno di squadra che non è più Palmer. Si qualifica bene, corre con un ritmo costante, senza commettere errori e risultando anche deciso nei sorpassi delle vetture più lente che potrebbero ostacolarne il passo gara. La penalità di 5″ che gli viene inflitta rovina e allo stesso tempo valorizza la sua gara: il taglio della chicane lo agevola non poco a liberarsi di una Force India, velocissima in rettilineo, ma nonostante il tempo perso ottiene un’ottima 6^ posizione, che oltre a fare morale regala punti fondamentali alla Renault. Che non si capisce bene cosa avrebbe fatto quest’anno senza di lui.
SERGIO PEREZ – 7,5. Alla guida di una Force India che sfrutta bene la propria elevata velocità di punta, il messicano chiude ampiamente nei punti un’altra gara concreta, corsa senza errori e tenendo un ottimo ritmo. Chiude davanti all’ostico compagno di squadra sia la gara che il mondiale, permettendo con i suoi punti di blindare ulteriormente il 4° posto costruttori della scuderia anglo-malese. Ormai è una costante della top ten.
ESTEBAN OCON – 7. Non corre affatto male, ma il mezzo voto in meno rispetto al compagno di team è d’obbligo quando si perde il confronto diretto sia in qualifica che in gara. E’ comunque uno dei giovani più interessanti della F1 attuale, e non basta certo l’essere finito alle spalle del ben più esperto Perez in classifica piloti a mettere in dubbio ciò.
FERNANDO ALONSO – 8. Saluta l’era Honda con un 9° posto che, su una pista che valorizza le doti velocistiche delle monoposto, assume una valenza ancora maggiore. Guadagna con il coltello tra i denti la posizione su Massa, che bene lo aveva preceduto in qualifica, mettendo una pezza dove e come può ai limiti ancora evidenti della MCL32 e vincendo ancora una volta il confronto con il compagno di squadra. Si prepara ad un inverno fitto di eventi, in attesa che una fresca ventata transalpina possa dare nuova linfa alla sua carriera.
FELIPE MASSA – 6,5. Il suo weekend d’addio alla F1 non è assolutamente uno dei peggiori in termini di rendimento, soprattutto se paragonato a quello di Stroll. Centra la top ten sia in qualifica che in gara, dove non riesce a tenere a freno gli attacchi di Alonso ma dove riesce a portare a casa un altro punticino.
ROMAIN GROSJEAN – 7. La partenza dalla 16^ casella dello schieramento non lasciava presagire nulla di buono, e invece il francese dopo diverse prestazioni incolori porta a termine una bella gara, che per poco non lo porta addirittura in zona punti. Termina 11°, rendendosi anche protagonista di un duello all’arma bianca con Stroll nelle prime fasi della corsa, stravincendo il confronto interno con Magnussen. Se corresse sempre così…
STOFFEL VANDOORNE – 5,5. Esce clamorosamente sconfitto dal confronto diretto con Alonso, ma quello che incide di più sulla sua valutazione finale è il distacco accusato in qualifica. In gara il belga è infatti parzialmente giustificato dai danni subiti all’inizio del GP dalla sua MCL32, che a suo dire si trasforma in una macchina da rally diventando pressoché inguidabile. Alla luce di ciò, e visto quanto la McLaren subisse il confronto sul dritto con le altre monoposto dello schieramento, è già tanto che sia riuscito a tenersi qualcuno alle spalle.
KEVIN MAGNUSSEN – 5. L’errore con cui rovina il suo GP alla prima curva è marchiano, ma ha il merito quantomeno di provare a risalire la china dall’ultima posizione in cui era piombato grazie anche ad una Haas che in gara va decisamente meglio di quanto non faccia in qualifica. Ma questo, unito al fatto che si prenda qualche libertà di troppo nell’ignorare le bandiere blu, non riesce a garantirgli la sufficienza.
PASCAL WEHRLEIN – 7. Rimasto quasi con certezza senza un sedile per l’anno prossimo, lui che fino allo scorso anno veniva proposto come uno dei talenti più interessanti della F1, si toglie lo sfizio di tenersi alle spalle, a bordo della solita C36 equipaggiata con la PU Ferrari dello scorso anno, due Toro Rosso, il compagno di squadra e la Williams. Chiude 14° una buona gara, che però non sembra che possa valergli come garanzia di un posto in griglia per il prossimo anno.
BRENDON HARTLEY – 6. Purtroppo per lui, non ha bisogno delle 10 posizioni di penalità in griglia che gli vengono inflitte per partire dall’ultima casella dello schieramento. Nonostante ciò, il neozelandese non si perde troppo d’animo e corre una gara da onesto mestierante, tenendosi fuori dai guai in balìa di una STR12 che ad Abu Dhabi aveva davvero poco da dire. Confermato per il 2018, la speranza è che l’anno prossimo possa correre almeno un GP senza dover partire dalle ultime posizioni per via di penalità. Certo è che dover confidare in Honda per raggiungere questo obiettivo è qualcosa che fa riflettere sull’attuale condizione di Renault.
PIERRE GASLY – 4,5. Finisce dietro ad Hartley pur partendogli davanti, ma la cosa più “grave” è il come ci finisca. Sbaglia infatti in maniera grossolana per ben due volte, prima finendo in testacoda in totale autonomia all’altezza dell’ultima curva e poi arrivando davvero troppo lungo in staccata, sporcando le gomme e perdendo ulteriore tempo. Anche lui preda di una Toro Rosso davvero poco competitiva, chiude tenendosi dietro solamente una Sauber ed uno Stroll in serissima difficoltà: e questo non basta di certo per assicurarsi la sufficienza.
MARCUS ERICSSON – 5. Esce sconfitto in maniera evidente dal confronto con Wehrlein eppure, per le strane ed a volte ingiuste regole della F1, è lui quello che ha più probabilità di rimanere a bordo di una monoposto di F1. E non di certo per quello che ha fatto vedere durante il GP di Abu Dhabi.
LANCE STROLL – 4,5. Sconfitto da Massa in qualifica, si rende protagonista di un bel duello con Grosjean nelle prime fasi della corsa, lasciando presagire un GP corso con il coltello tra i denti in cerca di una rimonta. Invece, dopo aver subito il sorpasso dalla Haas, scompare inspiegabilmente dalla corsa effettuando ben 3 soste nel disperato tentativo di trovare delle gomme che vadano in temperatura, senza ovviamente trovare una soluzione al problema. Chiude ultimissimo, mentre il compagno di squadra con la stessa macchina va a punti. Decisamente un modo poco entusiasmante di chiudere la stagione.
CARLOS SAINZ – 5,5. Il suo ritmo, così come la sua velocità nel giro secco, non era alla pari di quella di Hulkenberg. Stava cercando di ritagliarsi un posto nella zona punti quando, dopo il pit stop, i suoi meccanici lo lasciando andare via con l’anteriore sinistra non avvitata, costringendolo al ritiro con largo anticipo. Attende con ansia il 2018 per poter correre un’intera stagione in tranquillità.
DANIEL RICCIARDO – 7,5. Artiglia la seconda fila in qualifica, regolando la Ferrari di Raikkonen ed il compagno di team, ed in gara prima si difende da Raikkonen e poi cerca, anche con l’undercut, di sopravanzare Vettel. I suoi sogni di podio si infrangono però di fronte ad un problema idraulico, che lo costringe ad alzare anticipatamente bandiera bianca in un GP in cui non stava affatto demeritando, neppure di fronte al compagno di team.