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Nuove linee guida dalla FIA: “Le sospensioni a comando idraulico sono regolari”. Ma siamo sicuri che valga anche per RedBull?





Sì, no, forse. Volendo riassumere nella maniera più concisa possibile il parere della FIA su una delle tematiche tecniche destinate a tener banco per larga parte della stagione 2017 di F1 – ovvero quella delle sospensioni a comando idraulico -, si potrebbero utilizzare quelle semplici tre parole. Perché purtroppo, come sempre più spesso accade nelle stanze “politiche” del Circus, si assiste ad una sequenza confusionaria di decisioni che si susseguono, si accavallano, si contrappongono. Per dare, come unico risultato, un verdetto torbido, con molti punti oscuri e dunque passibile di parecchie – e diverse – interpretazioni.

Tralasciamo tutte le ipotesi sul perché Simone Resta, ormai diverse settimane fa, abbia inviato una lettera a Charlie Withing nella quale chiedeva delucidazioni sulla possibilità di creare una sospensione che fosse in grado, tramite un accumulatore idraulico, di immagazzinare energia per poi liberarla in certi tratti della pista al fine di limitare – o addirittura eliminare – fastidiosi fenomeni di beccheggio e rollio. Potrebbe averlo fatto perché la Ferrari non ha realizzato un simile dispositivo e quindi cercava di sottrarre alle scuderie che invece lo utilizzavano già dalla passata stagione – Mercedes e RedBull, ndr – un importantissimo vantaggio, per di più costringendole magari a ripensare la monoposto in un momento piuttosto avanzato del suo processo di realizzazione. Oppure potrebbe averlo fatto per capire fino in fondo dove potersi spingere con un sistema simile sul Progetto 668 senza correre il rischio di ritrovarsi tra le mani una soluzione innovativa e decisiva ma irregolare. Qualsiasi fosse la sua ragione, comunque, la lettera Simone Resta l’ha mandata.

E Charlie Whiting, posto davanti ad una situazione spinosa che richiedeva una rapida soluzione, stranamente rispose in fretta. Talmente in fretta che si dimenticò di fornire una risposta univoca. Whiting disse infatti che “un sistema di sospensione in grado di alterare la risposta delle sospensioni con un secondo momento, sarebbe in contrasto con l’articolo 3.15 del Regolamento Tecnico della F1” . Non “è”, ma “sarebbe”. Uno di quei condizionali dalle interpretazioni multiple che tanto piacciono a chi, in fondo, un po’ ci gode a lasciar vivere i team nell’incertezza e nel limbo del concesso – non concesso. E chissà, forse forti anche di questa poca chiarezza nel vietare il sistema, sia Mercedes che RedBull si dissero non troppo preoccupate per la lettera inviata da Resta, ed anzi fecero sapere che le loro vetture sarebbero state pronte per il giorno della presentazione senza bisogno di stravolgimenti progettuali. Un bluff? Non ci è dato saperlo.

Certo è che invece possiamo sapere quello che il Technical Regulation Meeting, la riunione tenutasi a Ginevra tra i costruttori della F1 ed i rappresentanti della FIA, ha deciso – in una maniera che sembra definitiva quantomeno per la stagione 2017 – proprio circa il sistema delle sospensioni idrauliche. Se infatti dalla lettera di Charlie Whiting, pur nell’incertezza, era lecito scorgere almeno un orientamento della Federazione verso la dichiarazione di irregolarità delle sospensioni a comando idraulico, il suddetto meeting pare aver di nuovo sparigliato le carte. Serviva infatti l’unanimità dei team per dichiarare irregolare il sistema sviluppato da Mercedes e RedBull, e indovinate un po’? Esatto: l’agognata unanimità, ovviamente, non è stata raggiunta. Anzi, secondo quanto riporta MotorSport.com sono piovute sul tavolo delle trattative le proposte più disparate: c’è chi ha proposto un ritorno ad una sospensione totalmente tradizionale, chi ha chiesto di mantenere in vita l’attuale sistema creando però un regolamento tecnico più chiaro e chi addirittura ha ulteriormente estremizzato il concetto proponendo la reintroduzione del FRIC, abolito dal 2014.

Da tutto questo marasma, quindi, è semplice capire come i partecipanti alla riunione si siano ritrovati, al termine del meeting, con un pugno di mosche in mano. La decisione pare infatti si sia ridotta a delle semplici “linee guida” da adottare nel corso dell’annata 2017, in attesa di non si sa bene cosa che dovrebbe chiarire la questione in maniera più netta di quanto non lo sia già. Dalle suddette “linee guida”, comunque, è venuto fuori quell’orientamento di cui tutti parlano da qualche giorno a questa parte, ovvero che le sospensioni a comando idraulico siano ora considerate a tutti gli effetti regolari. Eppure, sempre secondo quanto riporta Motorsport.com, c’è un distinguo piuttosto importante da fare. Sarebbero fatte salve, secondo la nuova normativa FIA – che è ancora da cristallizzare in un comunicato ufficiale -, le sole sospensioni a comando idraulico che non abbiano impatto sull’aerodinamica della vettura. Un fenomeno che, se in Mercedes non accadeva, era invece all’ordine del giorno in Casa RedBull. Ricordiamo infatti che i due sistemi sospensivi, pur avendo un concetto realizzativo di base molto simile, avevano delle funzioni un po’ diverse: in Mercedes il controllo idraulico serviva a stabilizzare maggiormente la W07 nei tratti misti del tracciato, mentre in RedBull veniva sfruttato per modificare l’assetto, rendendolo più o meno rake, a secondo delle sezioni del circuito che venivano affrontate. In sostanza, il sistema ideato dalla scuderia di Milton Keynes permetteva di “picchiare” verso il basso il muso delle RB12 nei tratti guidati, per poi invece “abbassare” il retrotreno della vettura – che infatti nei lunghi rettifili generava sempre un turbinio di scintille – al fine di ridurre la resistenza all’avanzamento ed avere così una migliore velocità di punta. E se questo non è avere un effetto sull’aerodinamica, non so davvero cosa possa essere considerato tale.

Come detto poco più sopra, tutto quello che vi ho raccontato finora sarebbe ancora una mera indiscrezione. Ma la sensazione è che il comunicato ufficiale della FIA non si discosterà così tanto da quanto emerso da questa prima riunione. E dunque, se Mercedes pare possa definitivamente dormire sonni tranquilli, lo stesso non dovrebbe dirsi della RedBull qualora il team di Milton Keynes avesse piazzato anche sulla RB13 un sistema di sospensioni identico a quello montato nel 2016. Certo è che del sistema di sospensioni a comando idraulico sentiremo ancora parlare parecchio nei prossimi mesi. Perché, volenti o nolenti, la diatriba sembra ben lontana dall’essere decisa in tempi brevi.





Tags : f1ferrarimercedesredbullsospensioni idrauliche
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow