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Formula 1

“Non siamo rapper”: la FIA vuole limitare il turpiloquio dei piloti di F1 in radio. Verstappen: “Cos’abbiamo, 5 anni?”





Il Presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha dichiarato ad Autosport di aver chiesto alla FOM di ridurre le parolacce trasmesse in televisione. Subito pronta la replica di Max Verstappen, secondo cui queste cose accadono in ogni sport.

FIA
© Getty Images / Red Bull Content Pool

Secondo Sulayem, i piloti dovrebbero infatti responsabilizzarsi riguardo al proprio linguaggio, il quale dovrebbe essere meno colorito. Ma, al di là delle azioni dei piloti, dovrebbe essere già la stessa FOM a limitare la trasmissioni di team radio contenenti la F-Word (“Cazzo”) o altre parolacce. Parolacce che, comunque, sono già censurate quando le comunicazioni vengono trasmesse.

Dobbiamo distinguere tra sport e la musica rap. Non siamo rapper, che pronunciano la parola con la F decine di volte al minuto.

Sono stato un pilota, conosco la sensazione, nella concitazione del momento, quando sei arrabbiato perché un altro pilota ti è venuto addosso. Quando guidavo e succedeva a me mi arrabbiavo. Ma dobbiamo anche essere attenti alla nostra condotta ed essere persone responsabili. Adesso, con la tecnologia, tutto va in diretta e viene registrato; immagina di sedere con i tuoi figli o con i tuoi nipoti a guardare la gara e di sentire tutte queste parolacce: cosa diresti loro? Cosa insegneresti loro se questo fosse il tuo sport?

Mohammed Ben Sulayem

Lo stesso Presidente FIA ha detto come l’intento della Federazione sia quello di ridurre la trasmissione di team radio contenenti linguaggio scurrile, e che anzi, questo processo sia già in atto.

La risposta di Verstappen

L’argomento è stato quindi oggetto di discussione nella consueta conferenza stampa dei piloti del GP di Singapore, e a parlarne è stato il campione del mondo in carica Max Verstappen, che è uno dei piloti più “caldi” della griglia da questo punto di vista. E la risposta dell’olandese non ha tradito le aspettative.

Non posso neanche dire la parola “Cazzo”, cos’abbiamo, cinque anni?

Credo che un sacco di cose vengano trasmesse in tv, ma negli altri sport non te ne vai in giro con un microfono attaccato alla bocca. Anche negli altri sport le persone dicono un sacco di cose brutte in preda all’adrenalina, ma semplicemente non vengono riprese.

Max Verstappen

In realtà la questione non è neanche così nuova. Pare che ai tempi della Ferrari Felipe Massa, insieme al suo ingegnere di gara Rob Smedley, fosse solito infarcire in team radio più strategici di scurrilità per far sì che le comunicazioni non venissero riprese in tv. Senza dimenticare che proprio le parolacce sono il motivo per cui i team radio non vengono trasmessi in diretta, ma in ritardo di qualche minuto opportunamente tagliati e censurati: nel 2002 non era così, e tutto cambiò dopo un leggendario messaggio di Juan Pablo Montoya rivolto a Kimi Raikkonen.

E mentre la nostra mente in questo momento vola verso un leggendario pilota italiano, capace di scaldare i nostri cuori con quattro semplici parole durante un round del BTCC (parole che, come ben sappiamo, non erano un’espressione italiana di felicità), a Verstappen consigliamo di dotarsi di una guida spirituale, un prete campano, che possa consigliargli il momento opportuno per poter dire o meno la parola “Cazzo”.





Tags : f1fiaMax VerstappenMohammed Ben Sulayem
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.