Sono trascorsi quasi quattro mesi da quando, nella notte italiana tra il 12 ed il 13 marzo, il GP d’Australia di Formula 1 veniva annullato a causa della diffusione del COVID-19. Sono stati oltre 100 i giorni che hanno separato la cancellazione della prima gara dell’anno da questo weekend – quello che segna il ritorno alle corse -, ma i protagonisti del Circus non hanno avuto il tempo di cambiare totalmente volto.
Per via tanto delle limitazioni legate all’adozione delle misure di distanziamento sociale quanto del periodo di chiusura delle Factory concordato da FIA e Scuderie, i vari team della F1 non sono concretamente stati in grado di stravolgere le creazioni che si erano viste in pista durante le due sessioni di test a Barcellona. E’ indubbio, c’è stato un mese e mezzo in cui alle squadre è stata data la possibilità di intervenire sulle proprie monoposto, ma senza poter ottenere riscontri in pista è verosimile pensare che siano diversi i punti interrogativi ai quali si cercherà di dare una risposta sull’asfalto del Red Bull Ring. Così la pensa ad esempio Mattia Binotto, team principal di una Ferrari che durante i test catalani era parsa a tratti indecifrabile.
“La SF1000 che sarà in pista sul circuito di Spielberg avrà la stessa configurazione vista nella parte finale dei test di Barcellona” – ha esordito l’ingegnere emiliano nel suo consueto commento pre gara – “Ciò non vuol dire però che, nelle sole cinque settimane e mezzo in cui abbiamo potuto lavorare, siamo rimasti con le mani in mano. La verità è che le risultanze emerse dai test ci hanno imposto un importante cambio di direzione per quanto concerne lo sviluppo, soprattutto sul piano aerodinamico. Prima abbiamo dovuto capire perché non avevamo visto in pista quello che ci aspettavamo, ed a quel punto abbiamo dovuto ritarare tutto il programma di conseguenza”.
“Sarebbe stato controproducente proseguire sulla strada prevista sapendo che non avremmo raggiunto gli obiettivi prefissati“ – prosegue Binotto – “Pertanto, abbiamo deciso di stendere un nuovo programma che riguardasse tutta la vettura, sapendo che non sarebbe stato pronto per la prima gara nella sua integrità. L’obiettivo è portare in pista i nuovi sviluppi alla terza gara, quella del 19 luglio all’Hungaroring. Detto questo, ed andando al di là dello sviluppo fisico della monoposto, in queste settimane abbiamo lavorato tantissimo sull’analisi del suo comportamento, sia nelle simulazioni sia con il contributo dei nostri piloti, e penso che ciò ci sarà utile in Austria. Sappiamo bene che ad oggi non disponiamo del pacchetto più veloce: lo sapevamo alla vigilia della partenza per Melbourne e le cose non sono cambiate. Detto questo, il circuito di Spielberg ha delle caratteristiche diverse rispetto a quello di Montmelò e le temperature non saranno quelle di fine febbraio. In Austria dovremo cercare di sfruttare le opportunità che potranno presentarsi, in attesa di capire in Ungheria, una volta introdotto lo step di sviluppo cui stiamo lavorando, dove davvero saremo rispetto agli altri, anche alla luce degli sviluppi che i competitor avranno eventualmente introdotto”.
La SF1000 rappresenta quindi un’incognita all’interno di una stagione che è…un’incognita a propria volta. “La realtà è che mai come in quest’anomala stagione fare previsioni è un esercizio sterile“ – aggiunge infatti il team principal del Cavallino Rampante – “Qualche indicazione su dove saremo rispetto a noi stessi l’avremo al termine delle tre ore di prove libere di venerdì, ma un primo verdetto ci sarà soltanto il sabato al termine delle qualifiche. Solo allora cominceremo ad avere un quadro un po’ più chiaro dei rapporti di forza in campo, senza contare le incognite che la prima gara del campionato si porta sempre dietro in termini di affidabilità e rendimento degli pneumatici sulla distanza. Dovremo cercare di essere impeccabili in ogni aspetto del nostro lavoro, nella preparazione di ogni sessione e nell’esecuzione in pista”. “Qual è l’obiettivo che ci prefiggiamo per il primo GP dell’anno? Portare a casa il massimo possibile dei punti in palio, come sempre del resto”, ha concluso infine Mattia Binotto.