Schumacher, sandali, calzini, 2006, Grosso, Del Piero; se in uno di questi afosi giorni d’estate avete sentito una o più di queste parole, le ipotesi sono due: o siete in vacanza sulla Riviera Adriatica invasa da teutonici, o vi state preparando per assistere al GP di Germania 2019 che andrà in scena questa domenica ad Hockenheim.
Piccola cittadina quella di Hockenheim, che nonostante ciò ha ospitato fino al 2001 uno dei più estesi e spettacolari circuiti automobilistici del mondo; il vecchio Hockenheimring, con i suoi immensi rettilinei immersi nei boschi, misurava infatti ben 6823 m. Nel 2002 furono rimossi i rettilinei e le velocissime chicanes poste lungo essi; vista la collocazione geografica, si può dire che per i moltissimi affezionati al vecchio layout – fortemente opposti allo snaturamento della pista – fu compiuta un’azione barbara.
Ma torniamo al presente e occupiamoci di Germania e di Mondiale.
Come? Un Mondiale in Germania? Sì, un Mondiale in Germania.
Come? Una squadra italiana si contende il titolo del Mondo? Si, se lo contende.
E magari una squadra italiana vince contro una squadra tedesca per poi andarsi a laureare campione mondiale? No, purtroppo per gli appassionati del motorsport le analogie con i meravigliosi Mondiali di calcio del 2006 finiscono qui. La Scuderia Ferrari atterra ad Hockenheim dopo aver volato con quella compagnia aerea tedesca che come indica il nome – Lufthansia – ha creato ancor più agitazione in un team già abbastanza preoccupato per le prestazioni in discesa della sua stella Sebastian Vettel, che però ha voluto rassicurare tutti; molto arrabbiato per l’attuale situazione, sicuramente affronterà la corsa di casa con un animo battagliero, o come si suol dire da quelle parti, con la baviera alla bocca.
Corsa di casa che pare stregata per Vettel, mai vincitore all’Hockenheimring e reduce dalla bruttissima figura dell’edizione 2018 nella quale, a causa del pesantissimo zero rimediato dal ferrarista, il rivale – e vincitore – Lewis Hamilton fece un bottino ancor più “profumato” sotto l’acqua tedesca, forse grazie anche alla vicinanza del circuito a Colonia.
Siete curiosi di conoscere altre curiosità simili? Non vi resta che proseguire nella lettura e scoprire “le 10 cose che nessuno vi ha mai detto” sul GP di Germania!
- L’ultima parte del tracciato, conosciuta come Motodrome, da quest’anno sarà ribattezzata Mutodrome in rispetto delle normative europee anti-inquinamento acustico;
- Nel Motodrome è presente la curva “Sachs”. Se questa fosse preceduta dalla curva “Chitarra” e seguita dalle “Pianoforte”, “Basso” e “Batteria”, potremmo dire che esse formano un complesso di Curve;
- Apportate modifiche alla livrea a tema 007 della Red Bull: per via della particolare situazione economica europea, caratterizzata da spread ed affini, dall’essere ispirata a James Bond diventerà ispirata a James Bund;
- Il vecchio tracciato era maggiormente in linea con le tradizioni tedesche, perché era da percorrere a tutta birra;
- Solo per questo GP le scuderie monteranno una frizione di produzione tutta tedesca: la Fritz-ione;
- L’impianto sorge in una zona popolata da volatili dal bianco piumaggio indesiderati dai residenti, il che spiega l’origine onomatopeica del nome della piccola cittadina che ospita il Gran Premio, oche-nein;
- Si tiene nella nazione che vede scorrere tra le sue terre il fiume Reno, curiosamente chiamato così per omaggiare la nota casa automobilistica francese;
- Alcune zone attorno al circuito sono destinate alla coltivazione di ortaggi tipici, i famosi cavolfiori. Quelle sezioni sono le più pericolose dell’intero tracciato, ed è per questo che è decisamente meglio andarci crauti;
- I piloti tedeschi più giovani hanno iniziato la loro carriera guidando quei mezzi molto bassi e scattanti con cui solitamente si gareggia in circuiti malmessi realizzati in mezzo di campi di tuberi: i Kartoffel;
- Alcuni piloti tedeschi hanno ammesso di avere origini miste barbare e cinesi, ma non ne siamo ploplio Celti;