Prima di ogni gara, solitamente, vi raccontiamo dieci cose che nessuno vi ha mai detto su questo o quel GP. Ma per quanto riguarda il Gran Premio del Brasile, c’è una cosa che vi hanno già detto, ma che è il caso di ripetervi casomai ve ne foste dimenticati.
Ci avviciniamo al Gran Premio del Brasile, o, com’è stato rinominato lo scorso anno, il GP di San Paolo, penultima tappa del mondiale 2022. Entrambi i titoli, piloti e costruttori, sono già andati in archivio, e quindi resta ben poco da dire per quanto riguarda l’azione in pista. Ci sarebbe invece moltissimo da raccontare sul tracciato di Interlagos: potremmo dirvi, ad esempio, che il nome “Interlagos” deriva dal fatto che la pista si trova in una zona con numerosi laghi; o che i saliscendi che caratterizzano il circuito portano alla formazione di rivoli d’acqua davvero insidiosi quando piove; o, ancora, che il circuito è dedicato alla memoria di Carlos Pace, che qui vinse nel 1975, diventando il primo pilota brasiliano a vincere in casa; o potremmo invece parlarvi delle epiche gare che si sono corse sul tracciato paulista, dalla storica vittoria di Senna con il cambio bloccato alla memorabile vittoria di Fisichella, dall’epica rimonta di Schumacher fino a quella altrettanto epica di Hamilton dello scorso anno. Ma non lo faremo, perché ciò che vi diremo sul GP del Brasile e sul circuito di Interlagos è che…
I nonni di Rubens Barrichello abitavano nei pressi dei circuito, precisamente a ridosso della curva Arquibancadas, e che il piccolo Rubens soleva guardare le gare sul balcone di casa, giocando anche sul circuito in compagnia dell’ex pilota motociclistico Alex Barros, sognando un giorno di diventare un pilota automobilistico e di correre sul tracciato di Interlagos per emulare le gesta dei grandi piloti brasiliani del passato.