Rotolando verso Sud. Così cantavano i Negrita qualche anno fa e così farà il Circus della F1, lasciatosi già alle spalle gli Stati Uniti per far tappa al meridione, in terra messicana. Sarà infatti il Circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico a fare da scenario al 19° appuntamento stagionale di questo mondiale 2018, quello in cui Lewis Hamilton avrà la possibilità di giocarsi il suo secondo match point nella partita per la conquista dell’iride.
Sarà quindi lungo i 4,304 km del tracciato messicano che Sebastian Vettel tenterà di ricucire quello che, a soli 3 GP dal termine della stagione, sembra essere un varco incolmabile dalla vetta della classifica. Il tedesco della Ferrari, assieme ai suoi 19 colleghi, dovrà completare 71 giri del circuito Hermanos Rodriguez, arrivando a percorrere complessivamente una distanza di 305,354 km. Sono ben 17 le curve del rinnovato autodromo che sorge ai margini di Città del Messico, delle quali 10 a destra e 7 a sinistra, ma per via di una prima parte del circuito molto veloce i piloti trascorreranno il 57% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, facendo registrare un consumo medio pari ad 1,48 kg/giro.
Brembo classifica il circuito messicano come mediamente impegnativo per i propri impianti frenanti, messi a dura prova non dall’altitudine (si corre a circa 2.300 m sul livello del mare) ma dalle elevate temperature che solitamente vengono raggiunte nel corso del weekend. I freni italiani verranno utilizzati in media per 16″ ogni giro, vale a dire per il 22% del tempo complessivo di gara. La decelerazione media prevista in gara è pari a 3,4 G, con 217 kWh di energia dissipata nell’arco del GP da ciascuna monoposto e con ogni pilota che sarà chiamato ad esercitare sul pedale del freno un carico di 56 tonnellate. Le tre frenate più impegnative per gli impianti della Brembo saranno quelle di Curva 1, Curva 4 e Curva 12: nella 1 le monoposto passeranno da 345 km/h a 111 km/h in appena 140 m, impiegandoci 2″84 e facendo registrare una decelerazione di 4,2 G, nella 4 si passerà da 331 km/h a 98 km/h in 3″03 ed infine nella 12 si decelererà da 311 km/h a 141 in 2″01 percorrendo 105 metri. Non troppo sollecitato sarà invece il cambio, con l’edizione 2017 del GP che ha fatto registrare mediamente 48 cambiate nel corso di ogni giro, mentre la forza G più elevata in curva la si registra in percorrenza di Curva 9, dove per 1″5 i piloti subiranno 3,1 G laterali.
Due saranno le zone di attivazione del DRS, grazie alle quali potranno essere raggiunte velocità massime superiori ai 360 km/h: la prima sarà posizionata sul lunghissimo rettifilo di partenza/arrivo, mentre la seconda verrà messa sul rettilineo che collega Curva 3 a Curva 4. Unico sarà tuttavia il Detection Point, piazzato in uscita delle strettissime curve che trovano posto nello Stadio, che quindi non permetterà a chi ha subito il sorpasso lungo il primo rettilineo di restituire il favore durante la percorrenza del secondo. Ecco perché, nel corso dell’edizione 2016, sono stati messi a segno solamente 24 sorpassi. Elevata è invece, vista la vicinanza dei muretti in alcuni settori della pista, la probabilità di veder scendere in pista la Safety Car, che si attesta infatti addirittura al 100%. La Pit Lane dell’Hermanos Rodriguez misura 378 m, e per un pit stop ottimale si prevede che vadano persi circa 21″7.
Per quanto riguarda i record, l’Hermanos Rodriguez nel nuovo layout ha tutti primati messi a segno durante l’era ibrida. Il più rapido in prova ed in gara è stato finora Sebastian Vettel, che con la Ferrari SF70-H nel 2017 ha fermato il cronometro sull’1’16″488 durante le qualifiche e sull’1’18″785 nel corso del GP, mentre sulla distanza il più veloce è stato Max Verstappen, che con la sua RB 13 è riuscito a completare la gara in 1 H 36’26″552. L’edizione 2017 è stata vinta proprio dal giovane olandese, che sul traguardo ha preceduto la Mercedes di Valtteri Bottas e la Ferrari di Kimi Raikkonen.
Per quanto riguarda le gomme, la Pirelli per il GP del Messico ha deciso di mettere a disposizione di team e piloti le tre mescole più soffici dell’intera gamma, vale a dire SuperSoft, UltraSoft ed HyperSoft, con quest’ultimo compound che – ovviamente – farà il suo esordio sull’asfalto messicano. Il circuito messicano non è particolarmente stressante per gli pneumatici, con un manto poco abrasivo e delle forze laterali al di sotto della media, e Pirelli prevede che a causa della lunghezza della Pit Lane molti team possano optare per una strategia ad una sola sosta nonostante – come sempre – la scelta di tutti si sia orientata verso il compound più morbido tra quelli a disposizione. “La nomination per la gara in Messico è effettivamente la stessa che porteremmo su un circuito cittadino“ – ha dichiarato Mario Isola – “Ci aspettiamo che su questa pista i Team gestiscano i livelli di usura e degrado dei pneumatici al fine di impostare una strategia su una sosta, considerato anche il tempo per percorrere la pit lane. Un altro fattore importante è quello del meteo: in passato si sono viste condizioni molto varie in questo periodo dell’anno. Su questo tracciato negli ultimi anni ci sono stati alcuni incidenti, e le probabilità che entri la safety car sono altissime. Di conseguenza, è fondamentale per i Team mantenere una certa flessibilità nella strategia di gara“. Soprattutto se, stando alle previsioni meteo, dovranno essere tirate fuori dalle termocoperte anche le Intermedie e le FullWet: è prevista infatti pioggia per tutto il weekend in quel di Città del Messico, con temperature nell’ordine dei 20° che potrebbero nuovamente modificare gli equilibri in campo.
Il GP del Messico, come quello di Austin, verrà trasmesso in diretta sia da SkySport F1 (canale 207) sia da TV8, che proporrà in chiaro qualifica e, per l’appunto, gara. Ecco tutti gli orari del weekend:
Venerdì 26 ottobre
17:00 – 18:30 -> FP1 | diretta Sky
21:00 – 22:30 -> FP2 | diretta Sky
Sabato 27 ottobre
17:00 – 18:00 -> FP3 | diretta Sky
20:00 -> Qualifiche | diretta Sky / TV8
Domenica 28 ottobre
20:10 -> GP del Messico | diretta Sky / TV8