Con un altro fine settimana di pausa ormai alle spalle, il Circus della F1 è pronto a riaccendere di nuovo i motori per il 7° appuntamento di questa stagione 2020. A fare da scenario alla riapertura delle ostilità sportive sarà la splendida cornice del circuito di Spa-Francorchamps, l’inconfondibile ed iconico nastro d’asfalto incastonato tra le Ardenne.
Quella belga è una pista che dal momento della sua nascita – negli ormai lontanissimi anni ’20 – ha subito numerose modifiche nel suo layout, ritrovandosi ad avere un disegno simile a quello che conosciamo noi oggi solamente a partire dagli anni ’70: in quel periodo infatti 7 km dell’originario tracciato vennero eliminati, trasformando la pista da semi-permanente a permanente. Sono ben 19 le curve di questo circuito che, nei giorni dei Tilkodromi, sembra appartenere ad un’altra epoca: 9 sono a destra e 10 a sinistra, per una lunghezza complessiva di ben 7,004 km. SPA è il circuito più lungo dell’intero calendario, ed è per questo che per percorrere i canonici 300 km e poco più (308,052 per la precisione) ai piloti del Circus basterà percorrere solamente 44 giri. Il tracciato delle Ardenne, con i suoi lunghissimi rettilinei ed i curvoni ad alta percorrenza, è notoriamente uno dei più probanti per i propulsori, dato che si viaggia con l’acceleratore completamente pigiato per il 71% del tempo sul giro facendo registrare un consumo medio di carburante pari a 2,50 kg/giro. Anche gli impianti frenanti sono messi sotto esame piuttosto duramente dallo storico circuito belga, con Brembo che classifica Spa-Francorchamps come uno dei circuiti più impegnativi per dischi e pinze.
Nel corso di ciascun giro i piloti pigeranno il pedale del freno per meno di 13″, vale a dire il 13% complessivo del tempo trascorso in gara. La decelerazione media si attesta sui 4,3 G,con 158 kW/h dissipati nell’arco dell’intero GP: un valore molto basso, che consentirebbe solamente di alimentare per un giorno intero 10 vasche idromassaggio di medie dimensioni. La frenata più impegnativa del circuito è quella della Bus Stop, nella quale le monoposto passano da 333 a 92 km/h percorrendo 134 m in 2″78 e subendo una decelerazione di 5,9 G, e l’unica altra staccata degna di nota è quella de La Source: lì i piloti frenano da 311 ad 86 km/h, percorrendo 120 m in 2″57 e subendo una decelerazione pari a 5,4 G. Mediamente stressata è la trasmissione, con 68 cambi marcia registrati nel corso di ogni giro, mentre la forza G più elevata in percorrenza di curva i piloti la subiranno nella lunga piega sinistrorsa di Pouhon, dove per ben 2″ il picco sarà molto vicino ai 4,1 G.
Due saranno le zone DRS, ciascuna con il proprio Detection Point. La prima sarà posizionata sul lunghissimo rettilineo del Kemmel – con il Detection Point piazzato tra La Source ed il Raidillon -, mentre la seconda sarà sul rettifilo di partenza / arrivo, con il Detection Point sito prima della staccata della nuova Bus Stop. Le velocità massime dovrebbero essere nell’ordine dei 330 km/h, e con le due zone DRS si cercherà di migliorare il numero di sorpassi andati in scena nel corso del GP del 2019, quando ne sono stati messi a segno 58.
Per 25 volte nel corso della sua storia il GP del Belgio ha visto trionfare il pilota che partiva dalla Pole Position, mentre si attesta al 64% la probabilità di veder scendere in pista la Safety Car. La corsia Box è lunga 389 m, e per completare un Pit Stop ottimale si stima che possano essere necessari 18″6. Il giro più veloce appartiene a Valtteri Bottas, che nel 2018 ha fermato il cronometro sull’1’46″286, mentre l’edizione 2019 del GP del Belgio ha visto trionfare Charles Leclerc, transitato sotto la bandiera a scacchi davanti a Lewis Hamilton e Valtteri Bottas.
Pirelli a SPA ha deciso di mettere a disposizione di team e piloti le Hard C2, le Medium C3, e le Soft C4, vale a dire i compound intermedi della gamma. Il circuito belga non presenta un asfalto particolarmente abrasivo, con le difficoltà per le coperture italiane che arrivano invece dagli elevatissimi carichi verticali ed orizzontali a cui sono sottoposte nei lunghi curvoni tra le Ardenne. “Spa-Francorchamps è un tracciato assolutamente iconico: una pista old-school con continui dislivelli e altre variabili che lo rendono un circuito particolarmente amato dai piloti” – ha detto Mario Isola – “Le tre mescole nominate per questa gara sono più morbide di uno step rispetto al 2019, nonostante le monoposto attuali siano considerevolmente più veloci come visto nella maggior parte delle gare finora disputate. Questo gran premio è uno dei pochi a non aver subìto variazioni nel calendario, quindi i Team si presenteranno a questa gara con molti dati a loro disposizione, nonostante le condizioni siano sempre imprevedibili. Chi sarà più abile a rispondere rapidamente alle circostanze di gara in continuo cambiamento verrà sicuramente premiato. Una differenza rispetto al 2019 è che la 24 Ore di Spa non si è disputata qualche settimana fa, com’è sempre avvenuto. Sarà interessante capire se questo fattore potrà influire in qualche modo sulla pista particolarmente gommata dopo questa gara – nonostante le piogge frequenti. Infine credo che il ricordo di Anthoine Hubert sarà nei pensieri di noi tutti durante questo weekend, a un anno dalla sua tragica scomparsa”. Una delle più grandi incognite del circuito belga è il meteo, che quest’anno potrebbe essere meno clemente rispetto al recente passato: le previsioni parlano infatti di possibilità di pioggia in tutti e tre i giorni, con temperature nell’ordine dei 18°.
Il GP del Belgio sarà un’esclusiva di SkySport F1 (canale 207), con TV8 che proporrà qualifiche e gara in differita. Ecco tutti gli orari del fine settimana, mentre per quelli di Formula 2 e Formula 3 potete cliccare qui.
Venerdì 28 agosto
- 11:00 – 12:30 ⇒ FP1 | diretta Sky
- 15:00 – 16:30 ⇒ FP2 | diretta Sky
Sabato 29 agosto
- 12:00 – 13:00 ⇒ FP3 | diretta Sky
- 15:00 ⇒ Qualifiche | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 17:00
Domenica 30 agosto
- 15:10 ⇒ GP Belgio | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 16:30