Con ancora negli occhi le immagini del tripudio rosso andato in scena dopo il trionfo di Charles Leclerc in quel dell’Autodromo Nazionale di Monza, è il momento di dare i voti ai protagonisti del GP d’Italia. Sarà stato il monegasco l’unico ad essersi esibito in una grande prestazione? Oppure anche qualcuno dei suoi colleghi è riuscito a stupire positivamente?
CHARLES LECLERC – 10 E LODE. Monumentale. Spietato e cinico nelle qualifiche di sabato, insuperabile – tanto letteralmente quanto figurativamente – nella gara di domenica. Veloce, con una solidità mentale che non sarebbe lecito aspettarsi da un pilota così giovane, guida come se in gioco ci fosse la sua stessa vita per tutti e 53 i giri del GP d’Italia non cedendo di un millimetro né ad Hamilton né tantomeno a Bottas. Esemplare sotto ben più di un punto di vista.
VALTTERI BOTTAS – 7. Recrimina per la bandiera gialla che nel Q3 lo costringe ad alzare per un attimo il piede dall’acceleratore e che gli toglie una potenziale prima fila, ma anche a Monza il #77 ha dimostrato quanta differenza ci sia (a livello soprattutto di intensità) con Hamilton. Più veloce del #44 e del #16 per via delle gomme Medium più fresche, non sfrutta l’occasione creatasi dopo il lungo dell’inglese vanificando il suo inseguimento con un paio di sbavature di troppo. Neanche Hamilton è riuscito a passare Leclerc, è vero, ma Bottas non è concretamente riuscito neppure a provarci.
LEWIS HAMILTON – 6,5. Su una pista sulla carta non favorevole alla sua Mercedes, il #44 è una spina nel fianco per le speranze di vittoria di tutti i ferraristi fino all’errore commesso in Prima Variante. Veloce, costante e anche aggressivo nel cercare il corpo a corpo – non disdegnato in alcun modo da Leclerc -, per poco non riusciva a rovinare la festa altrui su un circuito in cui da mesi veniva da molti dato per sconfitto annunciato. Corre meglio di Bottas, ma sbagliando gli finisce alle spalle e dunque si busca mezza voto in meno.
DANIEL RICCIARDO – 8,5. Chicane mobile nei giri conclusivi di Spa, pilota ben più convincente su una ritrovata Renault in quel di Monza. L’australiano non si è visto spesso in TV per via del duello andato in scena tra chi lo precedeva, ma la sua prestazione merita ben più di un encomio. Veloce per tutto il weekend, conclude con un 4° posto meritatissimo un weekend estremamente positivo.
NICO HULKENBERG – 8. Sapere che uno come lui rischia di rimanere a piedi nel 2020 fa venire l’orticaria. Scaltro nelle fasi iniziali della corsa ad avere la meglio di due come Ricciardo e Vettel, cede il passo al compagno di team e per questo rispetto a lui si prende mezzo voto in meno, ma il weekend italiano è forse uno dei fine settimana più convincenti e concreti del suo 2019.
ALEXANDER ALBON – 7,5. A causa del caos della Q3 non riesce ad andare oltre l’8^ casella in griglia, ma in gara il #23 dimostra – come già accaduto a Spa – di farsi valere. Non sbaglia, si ingarella con Sainz lanciandosi a vita persa alla Variante della Roggia prima e facendo rally alla Prima di Lesmo poi, e chiude buon 6° un fine settimana comunque positivo. Per valutarlo appieno manca forse il confronto diretto con Verstappen, ma se il #33 si impantana da solo la colpa di certo sua non è.
SERGIO PEREZ – 8. Abbandonato in Curva Grande dalla sua RP19 ben prima del decisivo Q3, Checo come a Spa non si dà per vinto e risale china e classifica mettendo in mostra un gran ritmo e sfruttando le buone doti velocistiche della sua monoposto. Chiude molto bene un weekend che, con quell’incidente alla Ascari nelle FP1, pareva essere partito maluccio.
MAX VERSTAPPEN – 5,5. Sarà pur vero che chiude nei punti partendo dalle retrovie e con una sosta aggiuntiva dovuta alla rottura dell’ala anteriore, ma per la seconda volta consecutiva si complica la vita da solo alla prima curva del primo giro. E se a Spa l’errore poteva essere spiegato dalla voglia di non perdere il contatto con il trenino di testa, qui a Monza davvero non si capisce per quale motivo abbia voluto essere così avventato.
ANTONIO GIOVINAZZI – 7,5. Sempre vicino a Raikkonen come tempi sul giro e come passo gara, rispetto al #7 fa meglio perché non commette errori nell’arco del weekend. Veloce e costante, agguanta due punti che sono una corroborante boccata d’ossigeno dopo il disastro di Spa. Bravo, soprattutto per come ha reagito alle critiche ed a quello che pareva un momento clamorosamente “no”.
LANDO NORRIS – 7,5. Non sarà stata la gara più memorabile del suo 2019, ma il #4 comunque ha il merito di artigliare un punticino pur partendo sostanzialmente dall’uscita della Parabolica. Sfrutta bene l’atipica strategia McLaren – è uno dei due piloti a non aver utilizzato le Soft in gara – e non sbagliando una virgola conclude in top ten dimostrando una concretezza quasi insospettabile per un classe ’99.
PIERRE GASLY – 7. Come a Spa, il #10 corre bene ma non concretizza del tutto il suo potenziale. Costretto anche lui a partire dal fondo, è però bravo ad imbastire una rimonta che lo porta ai margini della zona punti nonostante per via del caos tra Vettel e Stroll debba esibirsi in una indesiderata escursione nella ghiaia della Variante Ascari che gli porta via tempo e posizioni. Non vorrei parlare troppo presto, ma sembra si stia ritrovando un minimo.
LANCE STROLL – 4,5. Coinvolto – suo malgrado prima, con più di qualche responsabilità poi – nel caos generato da Sebastian Vettel alla Variante Ascari, vede subito vanificato il buon risultato centrato nella Q3 e da quel momento, tra penalità e danni subiti, non riesce più a risalire la china. A fine gara è giustamente imbufalito perché non è lui ad innescare il delirio, ma un rientro in pista simile avrebbe potuto risparmiarselo anche lui.
SEBASTIAN VETTEL – 2. Gli si chiedeva un riscatto, è arrivato il tracollo. Nervoso già nell’immediato post qualifiche, commette un errore marchiano alla Variante Ascari per poi farne un altro, ancora più clamoroso – oltre che pericoloso – di lì a poco. Giustamente penalizzato, si rende utile solamente dimostrando alla squadra che la SF90 se la cava bene con gomme Hard, quelle montate poi sulla #16 di Leclerc. Diciamo che da un 4 volte campione del mondo sarebbe doveroso aspettarsi molto, molto di più.
GEORGE RUSSELL – 7,5. E’ vero, gli altri saranno pure alle prese con penalità e problemi tecnici, ma lui a Monza riesce a tenersi dietro un’Alfa Romeo ed una Haas guidando la solita lentissima Williams. Davanti a Kubica non appena il cronometro inizia a contare davvero, non sbaglia niente e a differenza del polacco viene doppiato una sola volta. Certo, doversi esaltare per un simile risultato dà la tara di quanto sia stata difficile finora la sua stagione, ma delle scarse prestazioni della FW42 colpe lui non ne ha.
KIMI RAIKKONEN – 4. Nel weekend che vede Giovinazzi risorgere, Kimi naufraga per una serie di errori – quasi inspiegabili – commessi tanto dal team quanto da lui. Termina 15°, doppiato ed alle spalle di una Williams un GP che il suo compagno di team conclude meritatamente in 9^ posizione. Vive il secondo weekend difficile dopo quello di Spa, ed è un peccato perché anche a Monza il potenziale per marcare punti importanti c’era eccome.
ROMAIN GROSJEAN – 5,5. Tamponato nell’imbuto della Prima Variante pochi metri dopo il via, il #8 lamenta per tutto il GP un bilanciamento aerodinamico totalmente sbagliato che lo manda in clamoroso testacoda all’uscita della Ascari e che non gli consente di tenere un ritmo dignitoso durante il GP. Chiude mestamente 16° un altro weekend particolarmente complesso, e in un periodo fatto di voci di mercato sempre più insistenti non è sicuramente il massimo.
ROBERT KUBICA – 4,5. Chiude il GP d’Italia ultimo tra i piloti classificati, unico a subire un distacco di due giri dal leader della corsa. In più, Russell gli infligge distacchi pesantissimi tanto in qualifica quanto in gara. Direi quindi che ci sono tutti gli elementi per confezionare un altro fine settimana da dimenticare di questo difficilissimo 2019.
KEVIN MAGNUSSEN – 7. Il danese, dopo aver impersonificato il ruolo della chicane mobile in quel di Spa, stava riuscendo nell’impresa di veleggiare attorno alla zona punti nonostante la Haas di questi tempi non sia un fulmine di guerra. Le sue speranze di centrare la Top Ten si arrendono però di fronte ad un problema idraulico occorso alla sua VF-19, che lo spedisce nei box senza possibilità di appello e che lo costringe così a pensare, probabilmente senza troppe speranze, al prossimo GP di Singapore.
DANIIL KVYAT – 7,5. Il russo se la stava cavando bene anche tra i cordoli di Monza, girando sui tempi della Red Bull di Albon e orbitando stabilmente all’interno della zona punti, quando un problema tecnico mette irrimediabilmente fuori gioco lui e la sua STR14. Peccato, perché anche stavolta quella del #26 era una grande prestazione che avrebbe meritato un epilogo ben diverso.
CARLOS SAINZ – 7,5. Vale per lui quanto detto per Kvyat poco più sopra. La sua avrebbe potuto rivelarsi una grande gara, se non fosse stato per quell’anteriore destra che nel pit stop proprio non ne ha voluto saperne di fissarsi al mozzo. Per la seconda volta consecutiva termina prima del tempo il GP, e per la seconda volta consecutiva non ha alcuna responsabilità in tutto ciò. Un pellegrinaggio dalle parti di Lourdes prima di far rotta per Singapore potrebbe non essere un’idea da sottovalutare.