Andiamo a scoprire i dati e le curiosità sull’ultimo Gran Premio disputato, il GP d’Italia sul circuito di Monza, tra digiuni spezzati e incidenti.
Non si può dire che l’ultimo GP d’Italia sia stato privo di emozioni forti. La gara sul circuito brianzolo è stata un susseguirsi di emozioni, che sono culminate con la sorprendente doppietta della Mclaren, con Daniel Ricciardo davanti a Lando Norris. Il pilota australiano, con il successo di domenica scorsa, ha raggiunto quota otto vittorie in carriera, portandosi al trentanovesimo posto di sempre eguagliando Jacky Ickx e Danny Hulme e spezzando un digiuno che perdurava dal GP di Monaco del 2018 lungo 3 anni, 3 mesi e 16 giorni, l’equivalente di 66 GP. Contando anche le vittorie ottenute in Red Bull, Ricciardo è diventato il cinquantesimo pilota della storia a vincere almeno una gara con due team diversi, divenendo anche il ventesimo pilota a vincere con una vettura del team di Woking. In termini di podi, sono invece 32 quelli del pilota Mclaren, risultato che gli permette di eguagliare Jean Alesi, Jacques Laffitte e il leggendario Jim Clark e diventando il 32esimo pilota a salire sul podio con la Mclaren. Inoltre, con il giro veloce ottenuto proprio nell’ultima tornata, Ricciardo va a quota 16 in carriera, salendo al 22esimo posto nella classifica all-time. Infine, questo successo è il 43esimo per un pilota australiano: numeri che consentono al Paese oceanico di affiancare l’Italia nella classifica all-time, ed è curioso che sia avvenuto proprio nel GP d’Italia.
Sul fronte dei team, ovviamente anche la Mclaren può sorridere. Con la vittoria numero 183 della sua storia (seconda di sempre dietro la Ferrari), il team di Woking interrompe una striscia negativa lunghissima: l’ultimo successo era stato infatti il 25 novembre 2012, quando Jenson Button si impose nel GP del Brasile. Da allora sono trascorsi la bellezza di 8 anni, 9 mesi e 18 giorni, l’equivalente di 171 GP, numeri che rendono questo digiuno il sesto più lungo di sempre. Con il secondo posto di Norris (che con il quinto podio in carriera sale al 99esimo posto di sempre, raggiungendo anche il suo miglior risultato finora), inoltre, la Mclaren trova anche la sua 48esima doppietta (terza dietro Ferrari e Mercedes): l’ultima risaliva al GP del Canada 2010, quando Hamilton vinse davanti a Button, e da allora sono passati 11 anni, 2 mesi e 29 giorni, o se volete, 221 corse. Doppietta che, tra l’altro, regala al team inglese i podi numero 492 e 493 della sua storia. Tra l’altro, la vittoria di Ricciardo rappresenta la numero 11 del team sul circuito di Monza, l’ultima ottenuta nel 2012 con Hamilton, mentre l’ultima doppietta sul tracciato brianzolo risale al 2007, con Alonso davanti allo stesso Hamilton. Sommando anche le sei vittorie ottenute a Imola, questa è la 17esima affermazione in Italia della Mclaren. Infine, c’è una statistica molto curiosa da evidenziare: negli ultimi due anni (partendo dal GP d’Austria 2020) hanno vinto ben sei team: Mercedes, Red Bull, Alpha Tauri, Racing Point, Alpine e, appunto, Mclaren, in soli 30 GP. Lo stesso numero di squadre che ha vinto nel periodo intercorrente tra il GP di Singapore 2009 e il GP d’Abu Dhabi 2019, in ben 201 GP: in questo periodo infatti si sono imposte solo Mclaren, Red Bull, Ferrari, Mercedes, Williams e Lotus. Questo può darci la misura di come le ultime due stagioni siano state molto equilibrate.
Chi invece può festeggiare poco sono invece i due principali pretendenti al titolo, Hamilton e Verstappen, e i loro team. Se la Mercedes può consolarsi con il podio di Bottas (numero 254 per il team, numero 64 per il pilota) e la vittoria delle Mclaren spinte dal loro propulsore (numero 206), la Red Bull d’altro canto può vantare la pole position ottenuta da Verstappen, che lo porta a 11 in 34esima posizione, mentre il team sale a 71. Un dato però più curioso riguarda sicuramente l’evento clou della gara, l’incidente tra Hamilton e Verstappen alla Prima Variante: per la prima volta, infatti, i due piloti si sono ritirati nella stessa gara. Anche se, viste le premesse, non è detto che sia l’ultima volta.