In occasione del GP del Canada v proponiamo la storia di quella volta che Niki Lauda decise di ritirarsi per la prima volta dal Circus.
Venerdì 28 settembre 1979. Siamo a Montreal, in Canada, sull’isola di Notre Dame, nel fiume San Lorenzo. Sul circuito ricavato dalle stradine nordamericane va in scena la prima sessione di prove libere del Gran Premio del Canada, tredicesima e penultima tappa del Mondiale di Formula 1 1979. Il campionato è già stato aritmeticamente deciso: una gara prima, a Monza, Jody Scheckter si è preso gara e titolo, finendo davanti in campionato al compagno di squadra Gilles Villeneuve (che in Canada è il padrone di casa e che a Montreal ha ottenuto la prima delle sue finora quattro vittorie) e consegnando così alla Ferrari la Coppa Costruttori. Alla guida della Brabham numero 5 c’è Niki Lauda. La stagione è stata forse la peggiore della carriera del bicampione del mondo austriaco. Solo quattro punti incamerati e una vittoria nel GP di Imola, non valido per il Mondiale. In più, il giovane debuttante brasiliano suo compagno di squadra, un certo Nelson Piquet, ha dimostrato di poter spesso tenere il passo del più esperto e blasonato teammate. La Brabham ha già in mente di cambiare, passando dal motore italiano al Ford-Cosworth, e decide di far debuttare già dalla tappa canadese la Bt49, la vettura destinata alla stagione seguente. In effetti, dopo un 1980 (per il quale Lauda aveva già firmato un faraonico contratto) di lotta per il titolo, nel 1981 la squadra di Bernie Ecclestone vincerà il titolo piloti. Ma non con Lauda.
Torniamo al GP del Canada. Durante le prime prove, Lauda ha fatto pochi giri molto lenti, facendo registrare come miglior passaggio un crono di 2.5 secondi più lento del carioca. Ed è proprio nel bel mezzo della sessione che l’austriaco scende dalla sua Bt49, va dal patron Bernie Ecclestone ed esclama “Non me la sento di correre. Girare in tondo è da cretini. Per il 1980 non se ne fa niente, non sarò più un pilota”. Ecclestone non capisce cosa ci sia dietro questa scelta così improvvisa. Forse il nuovo hobby di Niki, se così si può chiamare, la Lauda Air, la sua compagnia aerea. Ad ogni modo, Mister E capisce che è inutile insistere, dando il suo consenso. “Ad una condizione però, -esclama- tu l’anno prossimo non correrai per nessun altro”. “Ovvio” risponde Niki, finalmente liberato del suo peso.
Incredibilmente, quindi, uno dei sedili più ambiti del circus, occupato fino a poco prima da uno dei piloti più forti in attività, è vuoto. Ecclestone è nel panico, deve trovare un sostituto in tempo per le seconde prove libere. Senza pensarci troppo, si dirige da Hector Rebaque, che fa da pilota e capo del suo team, la (appunto) Rebaque. Il messicano, che nel corso dell’anno è stato osteggiato aspramente da Bernie, quasi non ci crede che adesso abbia bisogno proprio di lui, e non è difficile immaginare che la sua faccia si tramutò in un ghigno quando esclamò il suo “No”. A quel punto, il patron della Brabham ha un piano B. O meglio, piano Z. Va infatti dal collaudatore, l’argentino Ricardo Zunino, che porta una discreta somma di sponsor, e gli dice, senza giri di parole “Niki non corre. Vuoi salire sulla monoposto tra mezz’ora e qualificarla?”. Ricardo è al settimo cielo. Subito, Gordon Murray, progettista della Brabham, gli fa un corso accelerato sulla guida della macchina, Lauda gli presta casco, tuta e guanti, Jacques Laffite della Ligier le scarpe. E qui avviene una scoperta curiosa. Nel mettersi i guanti del suo predecessore, Zunino scopre che l’austriaco ha una monetina per ogni dito (secondo alcuni, poiché i soldi erano la cosa che amasse di più). In ogni caso, l’argentino riesce a qualificare la macchina, e la domenica concluderà al settimo posto, in una gara vinta dalla Williams di Alan Jones.
Nel frattempo, la notizia si diffonde come un terremoto. I giornalisti fanno a gara per portare la notizia oltre oceano, e il sabato nelle pagine dei quotidiani dedicate al motorsport non si parla d’altro. Quella sera Niki andò a cena con il suo salvatore del Nurburgring, Merzario, e il giorno dopo era già in California per occuparsi della sua compagnia aerea. Sembrava davvero finita la sua avventura di pilota, come un fulmine a ciel sereno.
E invece no. Come sappiamo la carriera di Niki non finì li. Dopo un anno di totale disinteressamento, nel 1981 tornò in macchina, e corse altre quattro stagioni dal 1982 al 1985, vincendo il suo terzo e ultimo titolo iridato nel 1984 per mezzo punto su Alain Prost. Tuttavia, ripescando a questo momento, fa sorridere pensare che quando 37 anni dopo il suo pilota Nico Rosberg fresco di mondiale, annunciò un clamoroso ritiro, Lauda fu il primo a criticarlo, tanto che lo stesso Nico gli rammentò questo episodio. Come si suol dire, senti da che pulpito viene la predica, insomma…