Montecarlo è una pista atipica, si sa. Con il suo layout così labirinticamente unico, infatti, è probabilmente l’unico circuito del Mondiale – ancor più di Singapore – ad esaltare il telaio, il carico aerodinamico ed il grip meccanico delle monoposto a discapito della potenza e della velocità di punta o di percorrenza. E quindi, partendo da queste pleonastiche premesse, non dovrebbe stupire troppo il fatto di avere due Red Bull davanti a tutti al termine delle FP1, giusto?
Daniel Ricciardo e la sua RB14 si prendono infatti la vetta della classifica nel corso della prima sessione di prove libere del weekend di gara del Principato. L’australiano, munito di un set di HyperSoft, con il suo 1’12″126 ha già messo a segno il nuovo record della pista, abbassando di poco più di un decimo il precedente limite imposto da Raikkonen nel corso delle qualifiche dell’edizione 2017. Alle spalle della RB14 dell’australiano si è piazzata la vettura gemella, quella con il #33 di Max Verstappen: il giovane olandese – attualmente sotto investigazione per essere rientrato in pista in maniera improvvida dopo un lungo alla Santa Devota – ha chiuso le FP1 staccato di 154 millesimi, ma assieme al #3 ha da subito dimostrato come la RB14 possa essere un’arma davvero temibile tra le stradine di Monaco anche (e forse soprattutto) per il minimo stress a cui sottopone i propri pneumatici. A completare il podio virtuale ci ha poi pensato Lewis Hamilton, vittima del graining nel proprio primo stint ma poi in grado di risolvere il problema nella parte restante della sessione: il #44 ha terminato la prima sessione monegasca in 1’12″480, accusando così poco più di 3 decimi e mezzo di ritardo dal crono di Ricciardo.
In 4^ piazza troviamo la prima della Ferrari, la #5 di Sebastian Vettel: la SF71-H non è ancora apparsa particolarmente a proprio agio sul toboga del Principato – almeno per quel che riguarda il giro secco -, e la sensazione è che gli uomini in rosso debbano lavorare per mettere la monoposto del 2018 nelle condizioni di replicare lo splendido risultato della passata stagione. Il tedesco ha chiuso in 1’13″041 davanti all’altra Ferrari, quella di Raikkonen (5° in 1’13″066), con il #7 che ha preceduto di quasi 4 decimi la Renault R.S. 18 di Carlos Sainz, apparso in forma tra le stradine di Monaco. Solamente 9^ è l’altra Mercedes, quella di Valtteri Bottas: il #77 si è accontentato di un 1’13″502 che gli ha comunque consentito di tenersi alle spalle la VJM11 di Sergio Perez – pilota che ci ha abituato ad ottime prestazioni a Monaco -, la VF-18 di Grosjean e la FW41 di un almeno finora ottimo (errore sul dritto a parte) Sergey Sirotkin, 10° in 1’13″962.
Appena fuori dalla top ten troviamo poi Esteban Ocon, inseguito a meno di due decimi da Brendon Hartley e Nico Hulkenberg, primo dei piloti ad accusare oltre 2″ di ritardo dal crono di Ricciardo. 14^ posizione invece per Pierre Gasly, che grazie al suo 1’14″240 è riuscito a mettersi alle spalle la prima delle McLaren, vale a dire la #2 di Stoffel Vandoorne. Inizia poi con la 16^ piazza il weekend “casalingo” di Charles Leclerc, che nel corso delle FP1 si toglie lo sfizio di tenersi dietro un Fernando Alonso apparso un po’ in difficoltà dopo l'”assenza” dello scorso anno dovuta alla Indy 500: l’asturiano non è infatti andato oltre un poco esaltante 1’14″637 che gli ha consentito di precedere solamente Lance Stroll, Marcus Ericsson e Kevin Magnussen.
Per quel che riguarda il passo gara, in questa prima fase del weekend caratterizzata da un asfalto ancora molto “green” sono le Ferrari ad impressionare positivamente. Entrambe le Rosse sono state infatti le uniche a chiudere alcuni passaggi consecutivi sul passo dell’1’15″alto, mentre praticamente tutte le altre si accontentavano di girare sul ritmo dell’1’16″basso. Le vere incognite, attualmente, sono due: la durata delle gomme – visto che le HyperSoft di Vettel e Raikkonen hanno costretto i due ad alzare parecchio i propri tempi dopo diversi giri – e le Mercedes, che nel corso delle FP1 non hanno sostanzialmente effettuato delle simulazioni gara preferendo rientrare ai box dopo aver percorso pochissime tornate dei propri long run.